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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Adescava minori attraverso i social network: tra le vittime due brindisini

Ci sono anche due ragazzini di 14 anni della provincia di Brindisi tra le vittime del 30enne di Rimini arrestato all'alba di oggi dai carabinieri perché accusato di atti sessuali con minori, detenzione di materiale pedopornografico anche con ragazzini di età inferiore ai 14 anni, prostituzione minorile, adescamento di minorenni sui social network

BRINDISI - Ci sono anche due ragazzini di 14 anni della provincia di Brindisi tra le vittime del 30enne di Rimini arrestato all’alba di oggi dai carabinieri perché accusato di atti sessuali con minori, detenzione di materiale pedopornografico anche con ragazzini di età inferiore ai 14 anni, prostituzione minorile, adescamento di minorenni sui social network. Nel materiale sequestrato sono stati trovati oltre 23mila contatti con adolescenti, il più piccolo di 12 anni, con richieste di foto osé o atti sessuali. Migliaia di sms e messaggi in chat per adescare i ragazzini, tutti maschi. Per quanto riguarda i brindisini si sono verificati solo contatti attraverso chat.

L’operazione è stata condotta dai carabinieri della stazione di Bellaria Igea Marina e dai colleghi del Nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Rimini, diretta dal capitano Ferruccio Nardacci. Le indagini sono state avviate nel marzo del 2013, quando i genitori di un minore si rivolsero ai carabinieri per denunciare che sul telefono cellulare del figlio quattordicenne arrivavano, attraverso il suo profilo Il capitano Ferruccio NardacciFacebook, numerosi ed espliciti messaggi da parte di uomo sconosciuto con chiari riferimenti di natura sessuale. Le dettagliate e precise indicazioni raccolte dai militari dell’arma hanno indotto la procura Distrettuale Antimafia del tribunale di Bologna, che ha coordinato le indagini, a emettere a carico dell’uomo un decreto di perquisizione domiciliare. Sono quindi stati sequestrati computer e alcuni telefoni cellulari che sono stati sottoposti a tutte le perizie del caso.  È così che sono emersi migliaia di fotogrammi e chat  a sfondo sessuale che vedevano protagonisti minori di tutta Italia, in particolare sono stati identificati quattordicenni residenti nelle province di Brindisi, Rimini, Catania, Palermo, Forlì-Cesena, Pavia e Lecce, tutti adescati in maniera subdola mediante Facebook e Whatsapp. (destra il capitano Ferruccio Nardacci)

Il 30enne sollecitava i ragazzini, anche mediante corrispettivo, a inviargli foto e filmati ritraenti le loro parti intime nonché in molti casi a realizzarli mentre compivano veri e propri atti sessuali. In cambio offriva ricariche telefoniche, profumi, capi di abbigliamento firmati e facendo subdolamente passare il tutto come un gioco tra amici “fraterni”. Inoltre, una volta acquisito tale materiale pedopornografico, e, dunque, ottenuta la disponibilità dei minori coinvolti, li incalzava con pressanti richieste finalizzate a ottenere incontri di persona finalizzati all’unico e manifestato scopo di compiere atti sessuali. Tutti i minori, compiutamente identificati e localizzati dai carabinieri, sono stati ascoltati alla presenza di un esperto psicologo e con tutte le garanzie di legge, e tutti hanno confermato l’inquietante scenario emerso dall’analisi dei supporti informatici sequestrati all’indagato. Il provvedimento cautelare è stato emesso dal Tribunale di Lecce, dove si è verificato il fatto più grave. il 30enne si era recato in vacanza in Puglia e lì aveva dato appuntamento ad una delle sue vittime costringendola ad atti sessuali. Non gli è sempre andata bene però, in qualche caso infatti il giovane è incappato in ragazzini smaliziati che, fingendo di assecondare le richieste sessuali, si facevano inviare i costosi regali promessi senza soddisfare le aspettative del pedofilo. Nonostante la prima perquisizione del 2013 e il divieto di contattare minori sui social network, ha proseguito la sua attività. L’arresto è stato eseguito su ordinanza del gip di Lecce, mentre l’interrogatorio ai domiciliari sarà condotto dal giudice di Rimini.

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