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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Appalto mensa scolastica, a processo l'ex sindaco Mimmo Consales

Avrebbe chiesto 200mila euro a un imprenditore per aiutare una squadra di calcio. Disposto anche il rinvio a giudizio per un ex dirigente del Comune

BRINDISI - Appalti per la mensa, è stato disposto oggi (giovedì 18 marzo 2021) il processo per l'ex sindaco di Brindisi Mimmo Consales e per un altro ex, Gaetano Padula, all'epoca dei fatti contestati dirigente del settore Pubblica istruzione del Comune di Brindisi. Il gup del Tribunale di Brindisi, Stefania De Angelis, ha rinviato a giudizio Consales (difeso dall'avvocato Massimo Manfreda) e Padula (difeso dall'avvocato Carlo Carrieri). Il pm che ha coordinato le indagini è Giovanni Marino della Procura di Brindisi. Secondo l'accusa, l'ex primo cittadino avrebbe chiesto a due imprenditori baresi, Vito e Domenico Ladisa - titolari dell'omonima azienda di ristorazione - 200mila euro per aiutare una squadra di calcio e l'assunzione di quattro lavoratori. Consales è indagato per induzione indebita a dare o promettere utilità. Padula deve rispondere di abuso d'ufficio e falso ideologico e materiale.

L'incontro Consales - Ladisa

Un passo indietro. Secondo la ricostruzione dell'accusa, il 14 ottobre 2014 Consales incontra Vito Ladisa, direttore generale della Ladisa spa. L'incontro sarebbe stato voluto dall'allora primo cittadino brindisino. Si parla di una gara per la ristorazione scolastica. Inizialmente se la aggiudica l'associazione temporanea di imprese La Cascina - Rr Puglia. A questa seconda subentra poi la Ladisa. La gara viene annullata dal Tar a favore di una azienda ricorrente e viene impugnata davanti al Consiglio di Stato. Per gli inquirenti Consales avanza delle richieste, in caso l'azienda avesse avuto ragione davanti al Consiglio di Stato: 200mila euro per aiutare una squadra di calcio locale e l'assunzione di quattro lavoratori presso l'azienda. Queste richieste sarebbero state annotate su un foglio di carta. Per la Procura inoltre Consales avrebbe chiesto all'imprenditore barese di far realizzare il centro cottura a un imprenditore amico. Vito Ladisa oppone un netto rifiuto. Il 15 marzo dell'anno successivo Vito e Domenico Ladisa sporgono una denuncia.

La posizione del dirigente comunale

E' stata disposta l'esclusione come parte civile della Ladisa spa nei confronti della posizione di Padula. L'ex dirigente comunale, sempre secondo l'accusa, avrebbe agito per danneggiare le ditte concorrenti (l'associazione temporanea di imprese La Cascina - Ladisa) e favorire una terza ditta, quella ricorrente davanti al Tar. Il 17 dicembre 2014 viene pubblicata una determina dirigenziale: viene disposto il rinnovo fino al 28 febbraio 2015 dell'appalto per le mense scolastiche, quindi dell'affidamento all'Ati La Cascina-Ladisa. In questo modo avrebbe favorito una terza azienda (quella ricorrente), sfavorendo l'Ati, individuata quale responsabile dell'inadempimento del servizio, nonostante il rapporto fosse già stato risolto per effetto della sentenza del Consiglio di Stato. Dopo il Natale 2014 il servizio mensa a Brindisi era stato sospeso dall'Ati, che aveva perso davanti ai giudici del Consiglio di Stato.

La difesa dell'ex sindaco

Dalla sua pagina Facebook Mimmo Consales si difende: "Nessuno dimentica ciò che avvenne a Brindisi a Natale del 2014 quando la ditta Ladisa – che effettuava il servizio-mensa scolastica – comunicò che il successivo 7 gennaio non avrebbe ripreso il servizio in quanto aveva perso la nuova gara d'appalto davanti ai giudici del Consiglio di Stato. Chiedemmo in ogni modo di non penalizzare i bambini di Brindisi, effettuando il servizio fino al subentro della nuova ditta, ma non ci fu verso. Da qui la decisione mia e della Giunta comunale di approvare una delibera per denunciare la ditta Ladisa all'Anac per interruzione di un servizio essenziale. Guarda caso, il giorno dopo la Ladisa decide di presentare una denuncia-querela nei miei confronti, ma si limita a parlare di diffamazione, non facendo alcun cenno al contenuto dei nostri due incontri avvenuti a ottobre ed a dicembre del 2014. I legali di Ladisa fanno trascorrere altri cinque mesi prima di dire che io avrei chiesto un contributo per il calcio, assunzioni (ma non ha saputo indicare alcun nome che io avrei fatto) e una 'raccomandazione' per un costruttore brindisino. Tra l'altro, fa questo nome solo dopo che la ditta vincitrice della gara d'appalto aveva annunciato sulla stampa chi avrebbe costruito il centro cottura utilizzando proprio questo costruttore (magari Ladisa prima di quel momento non sapeva neanche della sua esistenza…). E tutto questo – si badi bene – in un incontro avvenuto senza la presenza di alcun testimone (come ammette lo stesso Ladisa)".

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