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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Due anni dopo la strage le studentesse ferite non dimenticano: "Andiamo avanti per Melissa"

Due anni dopo la tragedia non si dimentica, ma la vita va avanti. Non senza difficoltà, non senza la "responsabilità" di dover proseguire nel proprio percorso anche per Melissa, per la sedicenne uccisa dalla lucida follia di un uomo per cui si attende il secondo verdetto, dopo il primo che lo ha condannato all'ergastolo.

BRINDISI - Due anni dopo la tragedia non si dimentica, ma la vita va avanti. Non senza difficoltà, non senza la “responsabilità” di dover proseguire nel proprio percorso anche per Melissa, per la sedicenne uccisa dalla lucida follia di un uomo per cui si attende il secondo verdetto, dopo il primo che lo ha condannato all’ergastolo. Due anni dopo il 19 maggio del 2012 alcune delle adolescenti con lo zainetto in spalla alle quali Giovanni Vantaggiato tentò di rubare i sogni e il futuro lottano ancora con gli interventi chirurgici per cancellare i segni delle ustioni. Tre di loro frequentano ancora la Morvillo Falcone. Veronica è in terza. E’ la studentessa che rimase a lungo in coma nelle settimane dopo la strage.

Selena è sempre nella stessa classe, quella di Melissa, una quarta superiore in cui c’è un banco vuoto. Azzurra farà gli esami, quest’anno. Sabrina si è diplomata lo scorso anno, e ora cerca una occupazione. Vanessa Capodieci lavora nell’azienda di famiglia: “Andiamo avanti, - racconta - Melissa è sempre con noi. Tutto quello che facciamo nei nostri percorsi di vita lo facciamo anche per lei”. Domani sono previste una serie di iniziative per ricordare quel che accadde quel sabato mattina un po’ freddino, ricorda Vanessa, con un sole pallido che accompagnava tra i banchi la carovana di ragazze con t-shirt, giubbottino e zainetto.

La scuola Morvillo FalconeAlle 7.42 del 19 maggio 2012 un ordigno esplosivo composto da tre bombole riempite con polvere pirica fu fatto esplodere da Giovanni Vantaggiato davanti alla scuola Morvillo Falcone, proprio mentre varcavano il cancello per andare in classe. I diari si spaginarono, i libri bruciati rimasero a lungo sul marciapiedi mentre i poliziotti e i carabinieri effettuavano i rilievi. Brindisi rimase sconvolta, attonita. Incredula e incapace inizialmente di comprendere quale fosse il perché di un atto così vile: una bomba, contro gli innocenti. Melissa morì poco dopo, durante il trasporto in ospedale. Altre cinque ragazze riportarono ustioni gravissime. La più grave di tutte Veronica Capodieci, sorella di Vanessa, che rimase a lungo in coma.

Ora le studentesse ferite si sono quasi del tutto riprese. Hanno potuto seguire il processo di primo grado che si è concluso il 18 giugno 2013 con la condanna all’ergastolo per Vantaggiato. Il 23 giugno è prevista la sentenza d’Appello. Domani a Brindisi e Mesagne vi saranno le commemorazioni in occasione della ricorrenza: alle 11 il ministro per l’istruzione Stefania Giannini sarà alla Morvillo Falcone con gli studenti. Tre ragazze frequentano ancora la scuola. Veronica, che fa il terzo superiore. Selena, il quarto, nella classe di Melissa. Azzurra l’ultimo anno. A quanto hanno riferito, né Selena né Azzurra saranno presenti, ma si recheranno al cimitero di Mesagne (Brindisi), dove è sepolta Melissa. Nel pomeriggio il sottosegretario all’istruzione Angela D’Onghia parteciperà all’intitolazione del parco del Cillarese che si chiamerà “19 maggio”. Anche a Mesagne, cittadina di origine di tutte le ragazze ferite, sono in programma commemorazioni che termineranno in serata, alle 20.30 con una fiaccolata.

Si parlerà dei legalità, nelle scuole. Negli incontri voluti dall’Unione degli studenti che all’indomani del 19 maggio 2012 scesero in piazza con le magliette “Io non ho paura”. Insomma, mai lasciare che l’orrore cada nell’oblio. Le ferite non si sono ancora del tutto rimarginate. L’assenza di Melissa si fa sentire, ogni santo giorno, in quella scuola che la sedicenne dai capelli rossi starebbe ancora frequentando inseguendo la sua aspirazione di impegnarsi in ambito sociale. Quaggiù non si dimentica: “Noi cinque – spiega Azzurra – siamo rimaste molto legate. Quello che ci è successo ci tiene unite, anche se non ci sentiamo tutti i giorni. E’ qualcosa che mai riusciremo a dimenticare”. 

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