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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Ascensore guasto: bimbo nato senza vita, la procura chiede archiviazione inchiesta

Lo sostiene la procura di Brindisi che ha chiesto l'archiviazione dell'inchiesta avviata a carico di dieci sanitari dell'ospedale Perrino di Brindisi per omicidio colposo in relazione alla morte di un bimbo dato alla luce nella sala operatoria, con parto cesareo.

BRINDISI - Non vi fu colpa, nessuna negligenza o imperizia da parte dei medici e del personale infermieristico. Nessuna responsabilità neppure attribuibile al malfunzionamento degli ascensori dell’ospedale Perrino di Brindisi. Lo sostiene la procura di Brindisi che ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta avviata a carico di dieci sanitari dell’ospedale Perrino di Brindisi per omicidio colposo in relazione alla morte di un bimbo dato alla luce nella sala operatoria, con parto cesareo.

Il legale della parte offesa si è già formalmente opposto all’archiviazione. Sarà quindi fissata un’udienza camerale dinanzi al gip per la decisione. Il parto non andato a buon fine risale allo scorso 7 gennaio. Dall’autopsia era emerso che la causa del decesso era una sofferenza fetale probabilmente in alcun modo prevedibile. Proprio sulla base degli esiti della perizia il pm di turno propende per la chiusura del caso.

Stando a quanto riportato nell'esposto dall'avvocato della famiglia, Giovanni Zaccaria, la madre del piccolo, una donna di 34 anni di Carovigno (Brindisi), si era recata in ospedale la sera del 7 gennaio, su consiglio del ginecologo, alla vigilia del parto programmato. Aveva raggiunto il nono piano della struttura con un ascensore, poi i medici avevano deciso di anticipare il cesareo: una volta allestita la sala operatoria, la puerpera in barella era stata condotta in un'altra ala del nosocomio, perché l'ascensore più vicino non era in funzione, e avvolta in alcune coperte era stata fatta passare attraverso un corridoio all'aperto. Alle 23.24 aveva poi dato alla luce il bimbo, ormai senza vita.

Gli accertamenti investigativi erano stati eseguiti dai carabinieri del Nas. Il giorno successivo a quello in cui è stata avviata l'inchiesta, i carabinieri del Nas avevano effettuato un sopralluogo ricostruendo il percorso fatto dalla donna dal reparto di Ginecologia (al nono piano della struttura) alla sala operatoria (al quinto piano).  

Ora il legale chiede che si proceda con approfondimenti investigativi per valutare non soltanto quanto abbia influito lo stop di un'elevatore, ma anche  nel dettaglio di vagliare con maggiore attenzione l'operato dei medici coinvolti. 

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