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Cronaca

Rifiuti: per la "cacciata di Monteco" 30mila euro solo per la parcella dell'avvocato al Tar

Trentamila euro solo per pagare l'avvocato esterno che seguisse la vicenda amministrativa che ha portato alla "cacciata di Monteco". Una parcella prevedibile, vista l'autorevolezza del nome scelto

BRINDISI - Trentamila euro solo per pagare l’avvocato esterno che seguisse la vicenda amministrativa che ha portato alla “cacciata di Monteco”. Una parcella prevedibile, vista l’autorevolezza del nome scelto, l’avvocato amministrativista Ernesto Sticchi Damiani. Un po’ meno giustificabile se si pensa che quel denaro di tutti i cittadini è servito a finanziare un’operazione che fino a questo momento non ha dato grandi risultati. Prima l’affidamento ad Aimeri a cui il Comune, nonostante il lasciapassare del Consiglio di Stato, non ha dato corso dopo che la Digos di Brindisi, su delega del pm Marco D’Agostino, ha fatto visita ai funzionari di palazzo di città per prelevare un po’ di documenti.

Poi quello all’Ecologica Pugliese, per sei mesi, azienda che ha preso servizio il 17 novembre e che ha collezionato percentuali di differenziata non proprio ammirevoli nei primi due mesi, poi elevate di dieci punti percentuali a gennaio (secondo quanto dichiarato dalla stessa società, ma ancora non supportato da dati ufficiali), ma pur sempre ben sotto il 58 per cento che è soglia prevista dal capitolato e in linea di principio livello che bisognerebbe obbligatoriamente aggiungere per stare nei patti.

Il mandato di pagamento è riportato su una determina dirigenziale della fine di dicembre. Nell’oggetto viene riportato che le somme stanziate sono unicamente relative al ricorso innanzi al Consiglio di Stato del Comune contro Monteco ma è chiaro che il riferimento è all’intero iter giudiziario in sede amministrativa.

Tutto partì con l’ordinanza contingibile e urgente del 13 marzo con cui il sindaco di Brindisi, Mimmo Consales, affidava il servizio alla società siciliana Aimeri. Lo strumento utilizzato fu contestato al Tar da Monteco che la spuntò, poi il Consiglio di Stato ribaltò la decisione, ma solo in fase cautelare.

Una volta giunti a discutere il merito del ricorso, la questione venne chiusa senza nemmeno analizzarla nel dettaglio. Perché non c’era più interesse, visto e considerato che l’Aimeri era stata fatta fuori (e aveva fatto richiesta di risarcimento del danno da 5 milioni e 800 mila euro) e che ormai nell’agone dei rifiuti era entrata l’Ecologica Pugliese, ditta di Capurso, ed era stata quindi sbarrata la strada a quello spicchio di contenzioso, piaga che il Comune di Brindisi patisce, in parte incolpevolmente, in parte come conseguenza di scelte che non sempre possono risultare immediatamente comprensibili.

Nel frattempo è andata così come il sindaco aveva deciso, in campagna elettorale, sin dal principio del suo mandato. Monteco doveva andare via a tutti i costi, inclusi quelli per l’avvocato: 29.195 euro di competenze professionali, inclusa Iva. 

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