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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Cellino San Marco

Opere abusive: ordine di demolizione per moglie di imprenditore

Ordinanza, impugnabile, per alcune pertinenze della villa a Cellino San Marco con ripristino luoghi

CELLINO SAN MARCO -  Porticato, chiosco, deposito, pozzi e  recinzione di pertinenza della villa di famiglia a Cellino San Marco di un noto imprenditore nel settore vitivinicolo sono “abusivi”, così come non sono stati autorizzati alcuni balconi e finestre dell’abitazione. Il Comune ha contestato “l’assenza di idoneo titolo edilizio” e per questo le “opere dovranno essere demolite con ripristino dello stato dei luoghi”, stando alle ordinanze notificate alla moglie e alla cognata del professionista, proprietarie del complesso.

Le contestazioni

I provvedimenti portano la firma del dirigente del settore Urbanistica del Comune di Cellino San Marco e sono la diretta conseguenza degli accertamenti avviati dopo il sopralluogo della polizia locale nella proprietà sorta lungo la circonvallazione del paese.

Gli agenti si sono affacciati nella proprietà della famiglia lo scorso 18 luglio e hanno avviato una serie di verifiche che hanno avuto per oggetto il “complesso edilizio” censito al catasto, allo scopo di accertare “la regolarità dei manufatti realizzati”. Sette sono stati quelli edificati nel corso del tempo, a partire dalla villetta, una “civile abitazione realizzata con struttura portante intelaiata in calcestruzzo armato e copertura a falde inclinate della superficie coperta in pianta di circa 151 metri quadrati e della volumetria di 1.212 metri quadrati”. In questo caso, stando alle verifiche, risulta essere stato rilasciato il permesso a costruire, alla fine dell’estate 2017, ma ci sarebbero “difformità consistenti nella realizzazione di una maggiore volumetria oltre il 2 per cento di quella autorizzata”, nella “realizzazione di due balconi, uno al piano rialzato e uno al primo, lungo il prospetto ovest, in collegamento con quelli autorizzati a nord e a sud” e nell’”apertura di finestre non autorizzate lungo il prospetto ovest”.

Le pertinenze della villa

L’assenza del titolo edilizio è contestata con riferimento alle seguenti pertinenze della villa: “porticato in legno, con dieci pilastri in muratura di 70 centimetri per 70, della superficie di 101 metri quadrati e della volumetria di 300 metri quadrati”; voliera in struttura metallica leggera di 36 metri quadrati con volume di 94”; “deposito in struttura leggera in legno della superficie coperta di 7 metri quadrati e della volumetria di 16” e il “chiosco in calcestruzzo prefabbricato, a forma esagonale di circa 11 metri quadrati”.

Gli agenti della Polizia locale, inoltre, hanno contestato la realizzazione dei “camminamenti in mattoncini di cemento, la pavimentazione in lastre di Cursi posate a fuga aperta, due pozzi in pietra, un elemento architettonico in muratura a coronamento di una statua” e, infine, la “modifica della recinzione esistente per la realizzazione di due nuovi accessi carrabili”.

Demolizione e ripristino stato dei luoghi

Il Comune di Cellino ha ordinato la “demolizione con successivo ripristino dello stato dei luoghi”, notificando la conclusione del procedimento amministrativo alle due donne che risultano essere proprietarie dei terreni, la moglie dell’imprenditore, volto e nomi noti nel mondo vitivinicolo non solo nazionale, e la cognata. L’Amministrazione ha assegnato il termine di 90 giorni per adempiere, decorso il quale sarà “applicata la sanzione pecuniaria”, per un importo compreso tra duemila e ventimila euro, mentre le opere abusive saranno “acquisite di diritto gratuitamente al patrimonio del Comune”.

Copia delle ordinanze è stata trasmessa alla stazione dei carabinieri per le eventuali comunicazioni in  Procura e al segretario generale del Comune, in aggiunta alla Polizia locale, a cui spetta la verifica dell’esecuzione del provvedimento. Contro l’ordinanza è possibile presentare ricorso al Tribunale amministrazione regionale, sezione di Lecce, entro 60 giorni, a far data dalla notifica oppure il ricorso straordinario al Presidente della Repubblica, entro 120 giorni.

Il difensore delle due donne ha già raccolto documentazione ritenuta utile per ricostruire i passaggi legati alla costruzione dei manufatti e della villa.

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