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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Scu e infiltrazione nella pubblica amministrazione: 8 condanne e 2 assoluzioni

BRINDISI - Chiuso il primo capitolo "Die Hard" con due assoluzioni e otto condanne inflitte dal Tribunale di Brindisi a carico di dieci presunti esponenti della Sacra corona unita. La camera di consiglio è terminata alle 22.30 di oggi.

BRINDISI - Chiuso il primo capitolo “Die Hard” con due assoluzioni e otto condanne inflitte dal Tribunale di Brindisi a carico di dieci presunti esponenti della Sacra corona unita. La camera di consiglio è terminata alle 22.30 di oggi.  Le pene decise sono Vito Stano 15 anni e 9 mesi (richiesta 14 anni); Francesco Gravina 12 anni e 6 mesi (Pizzaleo, richiesta 13 anni); Ivan Carriero 7 anni, Vincenzo Solazzo 11 anni e 6 mesi, Giuseppe Stranieri 5 anni, assolto dall’associazione mafiosa (richiesta 10 anni); per Danilo Calò 1 anno, assolto dall’associazione (richiesta 6 anni e 4 mesi); assolto per non aver commesso il fatto Massimo Taurisano Pulli, condannato a 7 anni e 6 mesi Tobia Parisi e assolto per non aver commesso il fatto Vincenzo Accolli (richiesta 4 anni); 4 anni (in continuazione con la precedente sentenza) per il collaboratore Ercole Penna (richiesta 3 anni) per il quale sono stati tenuti in considerazione gli sconti dovuti proprio a coloro che forniscono un contributo sostanzioso alla giustizia.

Il giudizio è da un’inchiesta denominata Die Hard e condotta dal pm Dda di Lecce, Alberto Santacatterina. Gli imputati sono accusati di aver compiuto estorsioni ai danni di imprenditori nel brindisino, prevalentemente a Mesagne, e di aver tentato di infiltrarsi nella pubblica amministrazione al fine di ottenere posti di lavoro nell’azienda Manutencoop spa che, all'epoca dei fatti, gestiva il servizio di ausiliariato e portierato all'ospedale Perrino di Brindisi. La Manutencoop è stata ritenuta dagli inquirenti parte offesa.

Venti i capi di imputazione in tutto, inclusi quelli contestati a coloro che sono già stati processati con rito abbreviato. Dal 416 bis, secondo cui: “l’associazione, avvalendosi di un capillare controllo del territorio, della disponibilità di armi e notevoli quantità di denaro, della saldezza e stabilità del vincolo tra gli associati, tutti rispettosi dei compiti loro assegnati, delle regole dell’organizzazione e delle gerarchie di essa, si avvaleva della forza intimidatrice derivante tra l’altro dal ruolo di Daniele Vicientino e Ercole Penna, quali successori di Antonio Vitale, nella posizione di vertice della frazione mesagnese e della conseguente diffusa condizione di assoggettamento e omertà sia interna che esterna, al fine di realizzare profitti e vantaggi ingiusti per sé e per altri, assumendo controllo o esigendo il rendiconto di qualsiasi attività illecita da chiunque svolta sul territorio e comportante significativi profitti, inoltre, una volta divenuta di pubblico dominio la notizia della collaborazione con la giustizia di Ercole Penna, organizzavano e comunque partecipavano a una serie di attentati volti a ribadire la permanente operatività dell’associazione e la sua immutata forza intimidatrice”. A Mesagne, dal 2005 in poi.

Quindi l’elenco dei singoli episodi: l’estorsione ai danni della ditta individuale Mingolla Giancarlo, cui furono chiesti mille euro, il tentativo di costringere Riccardo Infante, responsabile dell’area Puglia della Manutencoop Facility Management spa, all’assunzione di tre persone indicate da Penna e Centonze, mediante ‘la prospettazione anche implicita della loro notoria appartenenza alla Scu. Quindi ancora le estorsioni a danno della Daloisio Nicola per la sistemazione del canale Galina – Capece, quelle in danno della ditta Eredi Devicienti, e dell’imprenditore Pasquale Carriero, cui furono chiesti 20mila euro. Nel mirino anche la Taf Pneumatici, Cosimo Scalera, titolare di supermercati Eurospin, contro il cui portone di casa fu sparato un colpo di fucile a scopo intimidatorio.

E poi armi, droga. Gioco d’azzardo. L’inchiesta condusse nel maggio 2012 all’esecuzione di 16 ordinanze di custodia cautelare, ha avuto un primo impulso dalle dichiarazioni di uno degli ultimi collaboratori di giustizia brindisino, Ercole Penna, che è fra gli indagati. Nell’elenco figura anche un altro pentito, Cosimo Damiano Guarini, anche lui di Mesagne. Nel corso delle indagini emerse un particolare riguardante le nuove affiliazioni che, stando a quanto riferito, non venivano più effettuate con i tradizionali riti utilizzati un tempo per entrare a far parte della Sacra corona unita. Venti in tutti erano le persone destinatarie di un avviso di conclusione delle indagini, dieci dei quali hanno scelto di essere processati con rito abbreviato.

Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Raffaele Missere, Giancarlo Camassa, Marcello Falcone, Rosanna Saracino, Pasquale Annicchiarico, Davide Di Giuseppe. E' parte civile il Comune di Mesagne che ha ottenuto il riconoscimento ad essere risarcito. 

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