Enel: legno lamellare per i nuovi carbonili "ecosotenibili". Fine lavori nel 2015
I lavori procedono spediti. Sono iniziati nel luglio del 2012 e saranno conclusi secondo tabella di marcia nel 2015. L'opera di ambientalizzazione più importante e imponente che Enel sta realizzando in Italia, la prima in Europa eseguita con metodologie di questo genere, è costata all'incirca 150 milioni di euro
BRINDISI - I lavori procedono spediti. Sono iniziati nel luglio del 2012 e saranno conclusi secondo tabella di marcia nel 2015. L’opera di ambientalizzazione più importante e imponente che Enel sta realizzando in Italia, la prima in Europa eseguita con metodologie di questo genere, è costata all’incirca 150 milioni di euro: si tratta della copertura del parco carbone della centrale Enel Federico II di Brindisi con due cupole in legno lamellare, di cui si sta occupando la ditta altoatesina Rubner Holzbau. La prima cupola è già quasi ultimata, si sta procedendo al montaggio dell’altra.
Il legno lamellare, a quanto si legge nella scheda tecnica, è uno “dei materiali più innovativi per la realizzazione di grandi progetti edili” ed è un materiale naturale.“Rubner Holzbau recupera da foreste gestite in modo sostenibile” si legge ancora nella descrizione dell’opera.Al centro del carbonile c’è un enorme macchinario che si chiama “stacker reclaimer” e servirà a gestire la logistica completamente in automatico una volta chiuso ermeticamente la cupola. Sarà collegato a nastri trasportatori che porteranno il carbone direttamente ai mulini e quindi in caldaia.
Lo stato di avanzamento è il seguente, secondo quel che si legge sulla pagina Facebook del comitato Energia, Ambiente e Territorio, che raggruppa per la quota principale i lavoratori della centrale: “nella metà del mese di maggio la struttura della prima cupola ha raggiunto il quinto anello. Contemporaneamente sono avanzati i lavori di posa del pacchetto di copertura con l’orditura secondaria e il manto preassemblati a piè d’opera. Sono stati così coperti i primi due anelli della cupola ed è iniziata la copertura anche del terzo anello.
Il progetto comprende anche la realizzazione di altre strutture accessorie come le scale esterne e le passerelle d’ispezione. In questa fase si stanno completando le cinque scale esterne che, dai piedi della struttura, consentono l’accesso in copertura. Il completamento del primo “dome”, così si chiamano le cupole, è previsto a breve.Contemporaneamente sono stati avviati i lavori preliminari per la realizzazione della seconda cupola, con la preparazione degli appoggi in testa agli speroni ed il preassemblaggio dell’anello di trazione in acciaio. In questo mese sarà completato anche il montaggio delle gru edili”.
Si tratta di un’opera importante. Necessaria. Indispensabile, probabilmente. Lo è anche secondo Enel che ha deciso di realizzarla in tempi recenti. Hanno influito forse le inchieste giudiziarie sulle dispersioni di polvere di carbone, gli approfondimenti della magistratura inquirente brindisina che con il pm Giuseppe De Nozza ha più volte passato la lente sul funzionamento della Federico II, dai tempi del processo “Coke” fino a oggi, con quello che in corso per getto pericoloso di cose e danneggiamento a carico di 15 persone, tra cui 13 dirigenti. E’ sicuramente un investimento importante, che rientra nell’ambito dei 500 milioni di euro di opere di ambientalizzazione previste da Enel negli ultimi anni. La copertura del parco carbone è argomento centrale anche nel processo ancora aperto.
La difesa della società energetica continua a rimarcare che negli anni durante i quali si sono svolte le indagini non fosse neppure ipotizzabile un’opera simile. Ma che essa è stata pensata solo successivamente, quando la tecnologia ha dato soluzione a un problema che prima non poteva essere risolto. L’accusa la pensa in modo del tutto opposto, sostenendo che già nel 2009 si potesse intervenire per limitare la dispersione delle polveri di carbone. Al di là del verdetto, a prescindere da come andrà a finire la vicenda giudiziaria, è importante che si stia andando avanti. E che sia ormai un impegno assunto che nel 2015 la centrale di Cerano avrà due carbonili del tutto “sigillati”. Meglio oggi, insomma, che mai.