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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Dati Arpa su Cerano, Greenpeace: "Non in linea con letteratura medica internazionale"

Gli attivisti di Greenpeace esprimono più di qualche dubbio riguardo alla rispondenza alla realtà dei dati Arpa sul rapporto di valutazione del danno sanitario della centrale Enel di Cerano.

BRINDISI - Gli attivisti di Greenpeace esprimono più di qualche dubbio riguardo alla rispondenza alla realtà dei dati Arpa sul rapporto di valutazione del danno sanitario della centrale Enel di Cerano. Lo fanno in una nota, con toni pacati, ma sottolineando comunque l’esistenza di letteratura medica  internazionale di segno opposto rispetto allo studio dell’Agenzia regionale protezione ambiente, firmato da Roberto Giua, direttore del centro regionale Aria di Arpa, che è soltanto uno studio di previsione.

“Greenpeace Italia accoglie con interesse lo studio di Arpa Puglia, anche se stime così basse appaiono non in linea con i dati esposti in molta letteratura medica e scientifica internazionale”. E’ quanto riportato in una nota dell’associazione. 

“La valutazione del rischio cancerogeno inalatorio - prosegue -  delle emissioni 2010 della centrale a carbone Enel di Brindisi evidenzia che, ipotizzando una esposizione costante alle contaminazioni per 70 anni, le probabilità aggiuntive per la popolazione di sviluppare un tumore nell’intera vita risultano inferiori di 1 caso su 10.000”.

“Ciò nonostante - secondo l’associazione ambientalista - stimare il potenziale cancerogeno (quello inalatorio) delle emissioni di una centrale a carbone equivale a fare un lavoro utile ma parziale. L’elenco delle patologie – prosegue -  certamente associate alle emissioni di una centrale a carbone è ben più lungo e composto da patologie dell’apparato respiratorio come il cancro ai polmoni, attacchi d’asma, infezioni e tosse, ridotta capacità polmonare, ridotto sviluppo polmonare nei bambini; patologie a carico del sistema arterioso: infiammazioni, accresciuta coagulazione del sangue, alterazioni della pressione; patologie a carico del sistema nervoso: ictus, riduzione del quoziente intellettivo, malattie del sistema nervoso centrale; patologie a carico del sistema cardiaco: infarto, aritmia, disfunzioni cardiache; patologie a carico del sistema riproduttivo o prenatali; diminuzione della fertilità maschile, peso minore alla nascita, ridotto sviluppo fetale, nascita pre-termine, ridotto sviluppo fisico e mentale. Vi sono poi molte altre patologie, alcune particolarmente gravi, il cui legame con le emissioni inquinanti di una centrale a carbone è altamente probabile”.

 “I dati dell’Arpa Puglia confortano” dichiara Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia. “Teniamo però a precisare che i dati sull’impatto sanitario della centrale di Cerano, stimati anche dall’Agenzia europea per l’ambiente e dall’Università di Stoccarda, non possono essere conclusi al dato oncologico. Il PM2,5, l’inquinante più studiato, è infatti responsabile soprattutto dell’aumento di malattie cardiocircolatorie, specie nella popolazione più anziana. C’è una letteratura scientifica vastissima che negli ultimi anni ha aumentato ulteriormente le preoccupazioni sugli effetti sanitari di questo inquinante”.

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