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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Latiano

Rapina con violenza sessuale, perizia psichiatrica: "L'imputato è sano di mente"

“E’ capace di intendere e volere”. Lo è oggi e lo era anche quando fece ingresso all’interno di una gioielleria per compiere una rapina e tenne o in ostaggio una commessa su cui avrebbe anche compiuto atti di violenza, mentre fuori i carabinieri attendevano di fare irruzione

BRINDISI - “E’ capace di intendere e volere”. Lo è oggi e lo era anche quando fece ingresso all’interno della gioielleria per compiere una rapina e tenne o in ostaggio una commessa su cui avrebbe anche compiuto atti di violenza, mentre fuori i carabinieri attendevano di fare irruzione nel momento più opportuno, quando cioè fossero stati sicuri di non esporre a rischi la donna.

E’ quanto ha stabilito il consulente nominato dal gup Maurizio Saso, Domenico Suma, che dopo aver visitato Vincenzo Leo, 24enne di Brindisi rinchiuso nel carcere di Lecce perché accusato di aver fatto irruzione il 4 dicembre scorso all’interno di una gioielleria di Latiano. Era fuggito dalla comunità Villa del Sole, poco distante dall’attività commerciale presa di mira, dove si trovava agli arresti domiciliari per una rapina antecedente compiuta al supermercato Penny Market di piazza Raffaello, a Brindisi, nel febbraio del 2013.

L’8 luglio prossimo, quindi, si potrà procedere con la discussione del pm, del difensore di Leo, Marcello Tamburini, e dei due legali delle parti civili (la commessa e il titolare della gioielleria), gli avvocati Giancarlo Camassa, e Gianfrancesco Castrignanò.

A condurre le indagini sugli orribili fatti dello scorso dicembre erano stati i carabinieri, coordinati dal pm Milto Stefano De Nozza che aveva formulato richiesta di giudizio immediato, ritenendo dopo l’interrogatorio di convalida dell’arresto in flagranza di Leo, che vi fosse l’evidenza della prova. Il legale del giovane aveva però deciso di richiedere l’ammissione a un rito abbreviato condizionato alla perizia psichiatrica, puntando al riconoscimento del vizio di mente totale o parziale, ma comunque, in caso di condanna, allo sconto di un terzo della pena.

Vincenzo LeoLa perizia è stata compiuta. Leo era in grado di intendere e volere ed è pure in grado di stare a processo. Ecco la ricostruzione dei fatti contestati: poco dopo le 17 del 4 dicembre 2014 entrò nella gioielleria, armato di un tagliaunghie. C’era anche una donna incinta, che era però riuscita a scappare via. Impose ai presenti di riempire una busta con i preziosi. Qualcuno però nel frattempo era riuscito a dare l’allarme. Fuori c’erano i carabinieri. Trenta minuti di assedio, poi la cattura. Leo fu condotto in cella, la commessa in ospedale dove emerse una verità agghiacciante.

Il 6 dicembre fu contestato al giovane anche il reato di violenza sessuale, che andò ad aggiungersi alle accuse di rapina aggravata, evasione dai domiciliari e sequestro di persona. E’ esattamente questo, immutato da allora a oggi, il pacchetto di imputazioni di cui deve rispondere e su cui tra meno di un mese il gup emetterà il suo verdetto.

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