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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Uffici Regione a Brindisi: “Timbravano il cartellino e uscivano”. Indagati 31 dipendenti

Inchiesta della Finanza: in 28 sono stati sospesi, a tutti contestati i reati di truffa per 35mila euro e falso. Incastrati dalle telecamere nascoste, conti correnti sequestrati

BRINDISI – Dovevano essere in ufficio, nella sede della Regione Puglia, in via Tor Pisana, a Brindisi  ma spesso la mattina al lavoro non c’erano: dopo aver timbrato il cartellino, alcuni dipendenti pubblici andavano a fare la spesa, altri a prendere il caffè al bar e altri ancora accompagnavano i figli a scuola. In 31, tutti impiegati,  sono indagati a conclusione delle indagini della Finanza e in 28 sono stati sospesi dal servizio, da un minimo di quattro mesi sino a un massimo di dieci: sono accusati di truffa ai danni dell’Amministrazione pubblica, per 35mila euro, e falso.

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L’inchiesta

Gli avvisi di conclusione delle indagini e i provvedimenti di sospensione dal lavoro, con conseguente mancato pagamento dello stipendio, sono stati notificati questa mattina  dai finanzieri del comando provinciale di Brindisi, a conclusione dell’inchiesta avviata lo scorso anno dal procuratore aggiunto Antonio Negro (nella foto) partendo da una intuizione degli stessi militari della Finanza. I gravi indizi sono stati condivisi dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Brindisi, Vittorio Testi.

Transitando per ragioni di servizio lungo via Tor Pisana, alcuni finanzieri hanno notato diversi dipendenti all’esterno della palazzina diventata sede staccata della Regione Puglia. E hanno voluto approfondire le ragioni di quelle presenze, sino a scoprire condotte penalmente rilevanti.

Le ipotesi di reato contestate

antonio negro pm-3Gli accertamenti sono iniziati a luglio 2018, con riferimento a dipendenti non in posizioni dirigenziale, stando all'elenco degli indagati (sono indicati i nomi di brindisini e di residenti in altri comuni della provincia e gli uffici di appartenenza). Le contestazioni sono state mosse sino al successivo mese di novembre. Lasso di tempo durante il quale, secondo l’accusa, le porte dello stabile sede della Regione Puglia, sarebbero state “girevoli”, tali cioè da consentire l’uscita non autorizzata di alcuni dipendenti per commissioni di natura esclusivamente privata. Da qui il nome dell’inchiesta Porte girevoli. In alcuni casi, i dipendenti uscivano per incontrare conoscenti.

Le telecamere e i badge

Il sospetto investigativo ha trovato conferma dopo che i finanziari hanno installato due telecamere di piccole dimensioni, in prossimità dell’ingresso dello stabile: le immagini registrate hanno mostrato i volti di chi usciva subito dopo l’inizio dell’orario lavorativo.

“Gli impiegati, dopo aver attestato, con il proprio “badge” personale, l’ingresso sul luogo di lavoro, uscivano”, spiegano i finanzieri nella nota stampa. “In alcuni casi timbravano anche per conto di colleghi assenti”, si legge ancora nel comunicato. L’assenza non autorizzata si sarebbe verificata “anche più volte nel corso della giornata, per motivi esclusivamente personali” .

I conti correnti sequestrati

Il comando provinciale della Guardia di Finanza a BrindisiLa ricostruzione dei finanzieri, ha portato il procuratore aggiunto a contestare la truffa in relazione alla percezione indebita degli stipendi, conteggiando un importo pari a 35mila euro, e il falso come conseguenza della non veritiera attestazione della presenza dei dipendenti in ufficio. I finanzieri, sempre questa mattina hanno sottoposto a sequestro i conti correnti degli indagati, al fine di recuperare le somme indebitamente percepite a fronte di prestazioni lavorative mai eseguite.

La difesa

Essendo stati notificati gli avvisi di conclusione, i 31 dipendenti rischiano di finire sotto processo e sono esposti anche al concreto rischio di licenziamento. Nei prossimi venti giorni, gli indagati essendo stati informati dell'inchiesta a loro carico, potranno chiedere di essere sottoposti a interrogatorio, oppure rendere dichiarazioni e o depositare memorie o ancora presentare istanza per chiedere lo svolgimento di ulteriori verifiche su alcuni aspetti ritenuti importanti per chiarire la propria posizione, rispetto alle contestazioni mosse.

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