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Cronaca

Investigazioni abusive: arriva la richiesta di rinvio a giudizio per l'ex assessore Iaia

Arriva la richiesta di rinvio a giudizio per l'ex assessore alle Attività produttive Raffaele Iaia, 54 anni, ora consigliere comunale centrista, che dovrà comparire dinanzi al gup Giuseppe Licci il, da imputato insieme alla sorella Angela, 51 anni.

BRINDISI - Arriva la richiesta di rinvio a giudizio per l’ex assessore alle Attività produttive Raffaele Iaia, 54 anni, ora consigliere comunale centrista, che dovrà comparire dinanzi al gup Giuseppe Licci il, da imputato insieme alla sorella Angela, 51 anni. La richiesta è del pm Milto Stefano De Nozza, gli avvocati della coppia sono Gianvito Lillo e Fabio Di Bello cui toccherà dimostrare in aula, puntando al proscioglimento, l’affermata buona fede dei due fratelli Iaia, entrambi sempre determinati nell’affermare di aver agito entro i confini della legalità. Di diverso avviso è la procura che a seguito di indagini condotte dalla Digos di Brindisi e avviate nel 2013 ha formulato quattro capi d’accusa e ritiene che l’intera questione debba essere affrontata a dibattimento. Le accuse sono a vario titolo di esercizio abusivo della professione di investigatore privato, trattamento illecito di dati personali, tentata concussione per costrizione mediante abuso di qualità e poteri, porto e detenzione abusivi di un’arma e delle munizioni.

Le investigazioni “abusive”

Iaia (in concorso con la sorella) fino al dicembre 2013 avrebbe effettuato attività non autorizzata di investigazione e ricerca di informazioni per conto di privati.

Avrebbe “diretto” in modo sistematico e anche molto diffuso indagini commissionate da privati senza la licenza del Prefetto e senza un “mandato” scritto, senza comunicare preventivamente, come è previsto dalla legge, il nome dei dipendenti che si sarebbero occupati di mettere il naso nella sfera intima e privata di ignare persone, anche pregiudicati, che venivano attrezzati con fotocamera o videocamera perché realizzassero dei “dossier” da consegnare poi al cliente a proprio uso e consumo. Dietro compenso.

Nei computer carte e informazioni private

Iaia, sempre con la complicità della sorella Angela, risponde di trattamento illecito dei dati personali, perché con il fine di trarne un guadagno avrebbe immagazzinato numerosi dati personali, anche sensibili: targhe di auto, dati anagrafici, posizione geografica di persone e automobili, dati sul rischio di solvibilità economica, sulla situazione patrimoniale, sui luoghi di frequentazione di persone e perfino sulle loro abitudini sessuali.

Si tratta di elementi ricavati dall’attività di pedinamento, osservazione, videoregistrazione compiuta per strada, senza incarico, senza il consenso dell’interessato, insomma senza il rispetto delle procedure autorizzative per il trattamento dei dati personali. Che se ne faceva di tutto ciò? Lo consegnava ai committenti perché lo utilizzassero anche per fini personali. Perfino per redigere esposti anonimi da inviare all’autorità giudiziaria.

L'assessore Raffaele IaiaI mercatini di Natale e la concussione tentata

L’ex assessore, denunciato da una piccola imprenditrice brindisina, Francesca Giglio, avrebbe tra l’altro fatto l’impossibile per metterle i bastoni tra le ruote. Abusando del proprio ruolo istituzionale che gli concedeva la possibilità di interagire direttamente con il segretario generale, con il dirigente dell’ufficio Traffico o ad esempio con il comandante della polizia municipale.“Pensami per la vigilanza” aveva detto alla Giglio, sempre secondo l’accusa, naturalmente. Secondo quanto captato, quanto riferito dalla stessa vittima avrebbe fatto l’impossibile per boicottare l’evento “Capitale 43” che era stato organizzato nello spiazzo esterno del centro commerciale. "O mi fai fare la vigilanza o qualche danno te lo faccio” avrebbe detto.

Quindi una telefonata al dirigente dell’Ufficio trasporti che avrebbe dovuto dare l’ok per l’utilizzo del suolo pubblico, chiedendo di non concederlo, con nota  firmata indirizzata al sindaco e al segretario generale, con cui “denunciava” seppur non fosse questione di sua competenza, l’imminente svolgimento di una manifestazione non autorizzata, insistendo poi fino a indurre il segretario generale a contattare telefonicamente il comandante della polizia municipale e a trasmettere via fax la nota con cui venivano disposti controlli da parte degli agenti al comando di Teodoro Nigro. Francesca Giglio non ha ceduto. Non ha affidato la vigilanza alla “Ipi” e ha raccontato tutto all’autorità giudiziaria che ritiene sia stata compiuta in suo danno una tentata concussione per costrizione mediante abuso di qualità e poteri. Non consumata unicamente perché la strada all’assessore fu sbarrata.

La pistola detenuta e portata illegalmente

E’ una Beretta Calibro 9, munita di 100 proiettili, Iaia ha un regolare porto d'armi che risulta però essergli stato rilasciato sulla base di una dichiarazione mendace sulla data di nascita. In prima istanza difatti gli era stato negato perché, all'atto dei controlli, era risultato che la fedina penale dell'assessore non fosse del tutto pulita. Con la parziale modifica delle proprie generalità non erano poi emersi ulteriori ostacoli al rilascio.

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