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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Mezz'ora in un bugigattolo: vendere il proprio corpo a vent'anni, per una fumata da cinque euro

"Lei paga cinque euro, ma ne hai anche per me vero?". Poi l'appuntamento, in un locale a piano terra di via Asmara. O al Paradiso, o ancora in un deposito al rione Cappuccini. Una mezzoretta insieme, in una stanza spartana, tra materiale ammassato e droga nascosta.

BRINDISI - “Lei paga cinque euro, ma ne hai anche per me vero?”. Poi l’appuntamento, in un locale a piano terra di via Asmara. O al Paradiso, o ancora in un deposito al rione Cappuccini. Una mezzoretta insieme, in una stanza spartana, tra materiale ammassato e droga nascosta. Cosa ci facevano lì dentro il pusher e l’acquirente? I poliziotti hanno potuto accertare che come contropartita per una “fumata” c’era talvolta un rapporto sessuale tra persone adulte e vaccinate. Prostituzione, di fatto. Ma non minorile, quindi al momento nulla di penalmente rilevante. Nell’ordinanza di custodia cautelare eseguita oggi a carico di sette presunti spacciatori di Brindisi e San Vito Dei Normanni gli incontri sono numerosi e alcuni anche “multipli”. Due donne, studentesse, e un uomo.

Poi, qualche giro di lancetta più tardi, la consegna. Degli incontri ravvicinati gli investigatori, gli agenti della Squadra mobile di Brindisi, diretta dal vicequestore Alberto Somma hanno contezza attraverso l’attività tecnica. Se ne occupa la sezione Antidroga, coordinata dall’ispettore Pasquale Carlino. Titolare del fascicolo è il pm Valeria Farina Valaori, della procura di Brindisi che ha lavorato in tempi rapidissimi. Sei mesi di investigazioni, lungo il 2013. Nel febbraio scorso la richiesta di misura cautelare per otto persone. Stamani l’esecuzione di sette provvedimenti, uno dei quali in carcere e uno ai domiciliari, disposti dal gip  Maurizio Saso.

Denise Tedeschi-2I ruoli sono piuttosto paritari. Emerge dall’inchiesta che il gruppo, più o meno reciprocamente imparentato, sia una cellula di “fornitori” degli spacciatori al minuto. Le donne sono perfettamente integrate. Ci sono zio e nipote, i due Baglivo, Maurizio (detto Braciola) e Michele. Poi la moglie di Maurizio, Anna Colonna, che fornisce “birre” su richiesta, dove per birre deve intendersi sostanza stupefacente. Loro si occupano per lo più di cocaina. Antonio Ferrari è lo zio materno di Michele Baglivo.

Lo “svedese” è Francesco Curto. Christian Manni, arrestato con la marijuana in flagranza, detto “nano” è l’unico per il quale la richiesta di misura cautelare è stata rigettata dal gip, ma solo perché già finito in cella al momento del sequestro di un bel po’ di droga, nella circostanza che ha dato poi impulso all’inchiesta. Denise Tedeschi, giovanissima, è la fidanzata di Antonio Del Fiore. Sono quasi tutti disoccupati, alcuni occupano abusivamente immobili dello Iacp.

Operazione Lo Svedese-3Numerosi gli incontri, tante le telefonate. Almeno 60 gli assuntori di cui si è avuta contezza in circa sei mesi.“Ho bisogno di te” dice una ragazza. “Se non hai fretta aspetti domani e ti vengo a trovare io”. “Eh, per questo, perché mi servirebbe, perché è da quel giorno che non ho più niente”. Denise Tedeschi è la più giovane. Ventuno anni, ma secondo l’accusa, che la dipinge come una pusher, perfettamente consapevole di quel che faceva. Droga per gli altri, in cambio di soldi. Minuta, pantaloni mimetici e scarpe da tennis, con borsetta al braccio, è stata accompagnata oggi dagli agenti della mobile ai domiciliari. Un piumino con il cappuccio, il volto coperto con una cartellina per sfuggire agli obiettivi delle telecamere. Gli occhi grandi dietro quei fogli. Un po’ disorientati. La speranza è che tanto clamore, tanta esposizione, le salvi la vita. La sottragga a qualsiasi forma di devianza, ipotesi ancora realizzabile vista l’età.

Per il gip è gente dalla “personalità delineata in maniera fortemente negativa”. Per i quali sussiste il pericolo di tornare a commettere delitti della stessa natura, vista l’abitudinarietà delle condotte. “Hanno agito in continua intesa – rileva il giudice per le indagini preliminari – sostenendosi nell’elusione dei controlli delle Forze dell’Ordine”. E’ uno spaccato sociale inquietante. Proprio per quegli aspetti che non hanno alcuna rilevanza penale. Per una canna, l’offerta del proprio corpo. Una dose di marijuana, ne esistono almeno trenta varietà al momento, tutte tagliate con additivi che possono essere fortemente dannosi per la salute, costa dai cinque ai dieci euro. E per tanto valeva la pena concedersi. Non di certo disinteressatamente, per qualche istante di gradevole follia. 

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