rotate-mobile
Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Mesagne

L’agronomo dal gip: “Nessuna truffa con fondi comunitari, ecco le prove”

Marco Argentiere, 42 anni, di Mesagne dopo l’arresto ai domiciliari, ha consegnato una memoria per ricostruire la vicenda contestata. La difesa al Riesame per la libertà

MESAGNE – “Non c’è mai stata truffa con i fondi comunitari. Nessun artificio o raggiro”: ha respinto con forza le accuse, l’agronomo di Mesagne, Marco Argentiere, 42 anni, finito ai domiciliari lo scorso 25 luglio, nell’inchiesta della Finanza sui contributi assegnati attraverso il fondo europeo agricolo di garanzia (FeaGa, in sigla).

L’interrogatorio

stemma finanzaL’indagato ha affrontato l’interrogatorio di garanzia, alla presenza dei suoi avvocati di fiducia, Vittoriano Brino e Antonello Bruno, del foro di Brindisi, e ha consegnato al giudice per le indagini preliminari una memoria per ricostruire l’intera vicenda oggetto di accertamenti, allegando una serie di documenti con riferimento alla normativa europea in materia. La verità del professionista, messa nero su bianco in maniera articolata, è stata presentata questa mattina (30 luglio 2019) al gip Tea Verderosa, in sostituzione della collega Stefania De Angelis, firmataria dell’ordinanza di custodia cautelare, ai domiciliari, chiesta dal sostituto procuratore Francesco Carluccio.

Il pm aveva chiesto la custodia in carcere, negata dal gip tenuto conto dello status di incensurato dell’agronomo, professionista stimato nel Brindisino, per una serie di consulenze prestate in favore di diverse aziende agricole.

La difesa

I legali hanno anticipato la volontà di presentare ricorso al Tribunale del Riesame di Lecce per chiedere l’annullamento dell’ordinanza o, in subordine, una misura meno afflittiva della libertà personale. Secondo i difensori non solo non sussistono le esigenze cautelari riferibili alla reiterazione del reato, ma non sono neppure ravvisabili di gravi indizi di colpevolezza evidenziatati nel provvedimento di custodia notificato dai finanzieri della tenenza di San Pietro Vernotico.

L’inchiesta

Le indagini sono partite da una informativa della Guardia di Finanza di Roma, avente ad oggetto la tutela della spesa pubblica nel settore degli aiuti all’agricoltura, con particolare riferimento ai cosiddetti titoli “Pac”, vale a dire ai contributi previsti per il comparto della politica agricola comune.

A dare l’input agli accertamenti, una segnalazione del'Agenzia per le erogazioni in agricoltura (Agea), ente statale italiano con compiti di svolgimento delle funzioni di organismo di coordinamento e di organismo pagatore nell'ambito dell'erogazione dei fondi dell'Unione europea ai produttori agricoli. Le verifiche nel Brindisino hanno avuto per oggetti i Pac nel periodo di tempo compreso tra il 2013 e il 2019, portando all’iscrizione sul registro degli indagato di 15 persone, tra le quali l’agronomo di Mesagne, componente del consiglio dell’Ordine dei dottori agronomi e dottori forestali della Provincia di Brindisi, già responsabile a livello provinciale di una organizzazione di categoria che gestisce Centri di assistenza agricola.

Le ipotesi di reato contestate

Argentiere è accusato di “truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e falsità in dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà”, stando a quanto di legge nell’ordinanza di custodia cautelare. “Approfittando del proprio ruolo, delle conoscenze e competenze maturate, è stato individuato come l’organizzatore delle truffe in proprio e per i propri familiari nonché in favore di altri soggetti. Le truffe sono state commesse eludendo con artifizi e raggiri la normativa di settore al fine di ottenere i benefici economici previsti delle misure finanziarie comunitarie”.

I contributi agricoli

Il comando provinciale di Brindisi della Guardia di FinanzaStando alla normativa vigente, l’accesso ai contributi può avvenire con acquisto a prezzo di mercato tendenzialmente corrispondente al loro valore nominale oppure a titolo gratuito a dalla cosiddetta “Riserva Nazionale Titoli”, alla quale possono accedere, solo i giovani agricoltori (di età inferiore a 40 anni) e i nuovi agricoltori, in ragione dei terreni a vario titolo condotti.

Secondo la ricostruzione prospettata dal pm e condivisa dal gip, “facendo figurare falsamente persone in età avanzata quali nuovi agricoltori” sarebbero stati “ottenuti in modo fraudolento e gratuito titoli ai quali non si aveva diritto”.  Titoli che, successivamente, sarebbero stati “trasferiti ad altri” oppure sarebbero rimasti nella stessa disponibilità “sia direttamente che per il tramite di teste di legno”.

Il sostegno al reddito viene erogato sulla base del possesso da parte dell’agricoltore dei “titoli” (diritti all’aiuto) posseduti dall’agricoltore, attribuiti sulla base della superficie coltivata, oppure in base al numero di ettari di terreno ammissibili al contributo che i richiedenti dichiarano di detenere nell’anno di presentazione della domanda unica di pagamento.

Gli indagati a piede libero

Accuse identiche sono state mosse anche nei confronti di alcuni familiari e clienti dell’agronomo. Per l’accusa, “altri soggetti diversi da quelli che hanno percepito i contributi” sarebbero stati “reclutati dall’agronomo perché concedessero la disponibilità fittizia di terreni a coloro che di volta in volta dovevano presentare domande per l’accesso alla Riserva nazionale titoli e per il conseguimento dei contributi anche negli anni successivi”.

Nel provvedimento di arresto è stata contestata la “cessione fittizia dei terreni” che sarebbe avvenuta mediante contratti di comodato o di affitto simulati, spesso stipulati con durata limitata nel tempo, per un mese o due, in periodo compreso tra maggio a giugno, coincidente con i tempi di presentazione delle domande”.

Il sequestro

Il gip del Tribunale di Brindisi, Stefania De Angelis, ha firmato anche un decreto di “sequestro preventivo finalizzato alla confisca obbligatoria del profitto diretto dei reati contestati a carico di 15 indagati”, per un valore di quasi 400 mila euro, ed in via subordinata il sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente, per lo stesso valore, di beni immobili, beni mobili registrati e beni mobili.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

L’agronomo dal gip: “Nessuna truffa con fondi comunitari, ecco le prove”

BrindisiReport è in caricamento