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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Effetti collaterali imbarazzanti, ma tutti 'adepti' del metodo Bufano. "Pericolo enorme"

Il "metodo Bufano". Che a sua volta era il metodo "Seccarecci", il culturista trovato senza vita nel settembre 2013 a Taranto, stroncato da un infarto. Il verbo tramandato e diffuso a decine di aspiranti agonisti dai muscoli super scolpiti, ragazzi giovani, ma anche donne

BRINDISI - Il “metodo Bufano”. Che a sua volta era il metodo “Seccarecci”, il culturista trovato senza vita nel settembre 2013 a Taranto, stroncato da un infarto. Il verbo tramandato e diffuso a decine di aspiranti agonisti dai muscoli super scolpiti, ragazzi giovani, ma anche donne alla ricerca disperata della pillola magica per dimagrire senza dieta.

Un giro pazzesco, di anabolizzanti e dopanti, di piani alimentari completamente fuori da ogni controllo medico, di medicine che normalmente servono per curare il nanismo, la tiroide, la sterilità, diuretici e affini ingurgitati come acqua fresca, iniettati nel sangue per diminuire o a aumentare il grasso sottocutaneo, per consentire prima di una gara una migliore definizione del tricipite o del deltoide. Per arrivare al giusto peso con maratone alimentari da finire in ospedale. Ed evitare accuratamente, poi, perfino di pronunciarla la parola “ospedale”, ché per un malore si sarebbe rischiato di far saltare tutto all’aria.

Il sostituto procuratore Milto De NozzaIl disabile dei record. Tra gli arrestati figura anche Paolo De Vizzi, (40enne di Manduria Taranto), disabile noto alle cronache per aver centrato il record di permanenza in immersione. Proprio nei giorni scorsi era stata diffusa la notizia che De Vizzi avrebbe tentato di migliorare ancora una volta il record mondiale di permanenza subacquea in immersione che è fissato in 50 ore.  L’impresa è prevista sulla spiaggia di Santa Caterina di Nardò (Lecce) dal 26 al 29 giugno prossimi, a 10 metri di profondità, località in cui il 40enne aveva già portato a termine un’impresa da guinnes.

De Vizzi, investito da un camion nel 1996, avrebbe dovuto essere assistito da uno staff medico e tecnico composto da marina militare, vigili del fuoco e guardia di finanza, con il sostegno del consiglio regionale. L’uomo è stato posto ora ai domiciliari per aver preso parte all’associazione per delinquere contestata ad alcuni fra i 65 indagati nell’operazione che ha avuto luogo in tutta Italia, quale fornitore di farmaci dopanti.

L’inchiesta e le tipologie di farmaci. E’ un vortice in cui ci si finisce senza poi riuscire a tirarsene fuori: montagne di gallette di riso, e per riuscire a buttarle giù “un velo di marmellata, ma senza esagerare”. Gelato proibito, dolci pure. Carni in quantità, per favorire l’apporto iperproteico. E poi Winstrol (steroide sintetico), Gonasi (ormoni per regolare attività delle gonadi), Boldenone (per la crescita muscolare dei cavalli), Mesterolone, Clenbuterolo Nandrolone (sostanza stupefacente, variante al testosterone), Stanazolo (a uso veterinario).

Le indagini del Nas di Taranto, coordinata dal pm Milto Stefano De Nozza è iniziata nel 2011 e ha portato al provvedimento del gip Valerio Fracassi che è la conseguenza di una sorta di “grido d’allarme” lanciato dall’organo inquirente. Bisognava intervenire in fretta perché nonostante alcuni arresti nell’ambito di altre inchieste, nonostante denunce di farmacisti, sequestri, interrogatori e la percezione che gli investigatori avessero posto l’attenzione sul giro, chi era nel tunnel “Bufano” ci è rimasto. Ancora a buttare giù medicinali e a seguire programmi alimentari e consigli su come curarsi in caso di malore del tutto “fai da te”. Ne sono stati sequestrati più di mille, grazie alle indagini dirette dal maresciallo dei Nas Marco Senatore, oggi. Per un valore complessivo di 300mila euro.

I CARABINIERI DEL NAS DURANTE LE PERQUISIZIONI-2Il rischio e gli effetti collaterali, anche la sterilità. “Il rischio è concreto - scrivono i magistrati – in alcuni casi già tradottosi in danno, come nei casi di due assuntori uno colpito da infarto e l’altro da collasso”. E il rischio è concreto perché le “sostanze anabolizzanti sono di gran lunga più pericolose di quelle stupefacenti, in quanto per la maggior parte dei casi brevettate per curare gravissime patologie ma così come dimostrato, utilizzate per scopi differenti dalle finalità di cure per le quali esse sono immesse in commercio ed in quanto tali capaci di provocare danni per l’organismo assolutamente non calcolabili”. Le conseguenze possibili? Tumori all’apparato riproduttivo, ad esempio.

Dagli accertamenti dei fatti è emerso che “ogni settimana di steroidi utilizzati, equivale a tre mesi di allenamento, e ogni giorno che passa è un giorno in più di danni serissimi per la salute”. I soggetti che consumano sostanze di questo genere sono soliti “cadere in depressione” quando interrompono il trattamento. Le sostanze dopanti, come documentano ricerche, “influiscono a lungo termine sulla autostima del consumatore, per questa ragione chi le assume continua a farlo nonostante gli imbarazzanti e letali effetti collaterali. Rendono il consumatore aggressivo, rabbia che è in grado di trasformarsi in forza distruttiva all’interno della famiglia”.

Provocano il rattrappimento dei testicoli, riducono il numero degli spermatozoi, la crescita del seno maschile, con effetti che permangono anche se l’assunzione viene interrotta. Insomma, una disperata costruzione del proprio fisico a spese perfino della virilità, oltre che della salute. In un circolo vizioso che per altro porta ad assumere dopanti e poi altri farmaci per non risultare positivi ai controlli antidoping o per ridurre le infiammazioni. Aulin, poi, per non sentire la fatica. Un cocktail, insomma, dagli effetti solo in parte conosciuti, trattandosi di un miscuglio illegale e quindi non del tutto oggetto di studi mirati.

L’esperto in certificati che ha collaborato. Le indagini hanno potuto contare, ma non è certo avvenuto spontaneamente, della collaborazione di una persona coinvolta nel giro, Nicola Marseglia, che è indagato a piede libero proprio perché ha preso le distanze dal gruppo e non v’è ragione di sottoporlo a misura cautelare. Marseglia si sarebbe occupato della compilazione di ricette false, insieme a un’altra persona, Nicola Montinaro. Per dare una mano Giuliano Bufano, titolare di una palestra a Mesagne, preparatore di numerosi atleti che partecipano a gare pubbliche di body building, con il quale avrebbero costituito secondo l’accusa un’associazione per delinquere a cui partecipano anche Gennaro Botrugno, Antono Marangi e Salvatore Pulli.

BUFANO GIULIANO-2E poi Bufano, il “discepolo” di Saccarecci, morto d’infarto. Bufano viene tratteggiato dall’accusa come “un body builder di livello nazionale, molto ambizioso, che segue pedissequamente  i consigli del suo maestro”. Il maestro sarebbe Daniele Seccarecci, classe 1980, di Livorno, trasferitosi poi a Taranto. Morto a 33 anni nel 2013 dopo un arresto e dopo aver confessato l’uso di steroidi. In un interrogatorio aveva dichiarato che “un body builder professionista deve integrare la propria preparazione con l’utilizzo di sostanze vietate”. Bufano non ha molti soldi, ma prepara atleti novizi ai quali fornisce consigli sull’alimentazione e vende a essi, con l’apporto del titolare di una rivendita di integratori, sostanze proibite e non.

Ne è consapevole, sostengono investigatori e inquirenti, altrimenti che senso avrebbe il linguaggio “criptico” sulle sostanze, e una buona dialettica (come emerge dalle intercettazioni) se si parla di allenamenti? Non ha alcun titolo di studio che gli consenta di dispensare consigli alimentari. Non è dietista, dietologo, men che meno un medico.

E non è un medico neppure Walter Tarebellioni Fontana, cui viene contestato il reato di esercizio abusivo della professione, per aver “indicato l’assunzione di farmaci tipo Proviron, Dega Durabolin, Equipoise Boldenone e e Winstrol  a Seccarecci e a un’altra persona non identificata.

I programmi alimentari. Torniamo al programma alimentare. Ecco una conversazione tra Bufano, una sorta di “guru” e uno dei ragazzi che prepara per le gare: “Senti qua, ricordami – dice Bufano – cosa ti ho segnato io alle dieci? Le gallette?”. E poi ancora: “Domani mattina quando ti alzi che ti pesi, cioè prima di fare quello spuntino chiamami, perché se il peso è poco, conviene che ti mangi il riso”.

Il giovane esegue: “Allora domani prima di fare colazione mi peso e mi dici quello che devo fare”. Pichierri si prepara a una gara (presso lo Sheraton di Bari, nel giugno 2011, categoria Hp 170) cui deve partecipare anche Giuseppe Schiavone che finisce in ospedale per un collasso. Primo classificato nella sua categoria, ma in preda a un malore “sminuito” dal preparatore atletico.

DE VIZZI PAOLO-2Ricette false e la truffa in danno del Servizio sanitario nazionale. Troppi farmaci. Reperiti con ricette false, necessarie per l’acquisto e anche per ridurre la spesa: 3 euro per il ticket. Sono 300 euro a carico del Servizio sanitario nazionale. I medicinali hanno un costo elevato e comunque non si possono acquistare senza prescrizione. Non sono immediatamente disponibili, ma devono essere ordinati dai farmacisti (alcuni dei quali hanno immediatamente segnalato le anomalie al Nas) previa indicazione della ricetta.

Insomma. I gruppi operanti nel territorio sono due. Uno a Brindisi e l’altro a Taranto. Alcuni degli indagati possiedono palestre nelle due province, ci sono interconnessioni reciproche e diverse figure nodali, tra cui quella di Pasquale Caliolo, proprietario di una palestra di Latiano che era già coinvolto in un’inchiesta condotta dalla procura di Milano.

Il dato allarmante, che va di pari passo con la considerazione del rischio per la salute, è fondamentalmente uno: che i carabinieri del Nas si stessero occupando di doping, steroidi e anabolizzanti era certamente noto ad alcuni fra gli indagati, per l’attività già venuta a galla, i sequestri, i riscontri. Non è bastato tanto a fermarli. Un minuto dopo la perquisizione, la chiamata, con lessico da “spacciatori” comuni. Portami questo, prenditi quest’altro.

Tutto, insomma, fuorché attività sportiva nella sua accezione originaria e ci si augura immutabile. Perché la dipendenza da doping è difficilissima da stroncare. Più semplice forse con la cocaina che con gli anabolizzanti. E poi il gusto di costruirsi un fisico bestiale, di vincere le gare. Di scolpirsi e gonfiarsi ogni giorno di più.

Nulla a che vedere con l’immagine sana dello sport che bisogna insegnare ai bimbi e forse ancor di più agli adulti. Lo scrive il pm Milto Stefano De Nozza nella richiesta, lo condivide il gip Valerio Fracassi nel provvedimento che dispone la misura cautelare: “la pratica sportiva è diretta alla promozione della salute individuale e collettiva e dev’essere basata sul rispetto dei principi etici e dei valori educativi”. Lo sport serve a vivere meglio, le endorfine le produce naturalmente il nostro corpo e provocano benessere e felicità.

Ma c’è davvero - lo ha rilevato l’attività investigativa fondata su intercettazioni e riscontri ma anche sui numerosi focus sulla letteratura scientifica fatti dal pm - chi si autodistrugge fino a rinunciare anche alle funzioni riproduttive, pur di scolpire ventre, sedere e bicipiti. Daniele Seccarecci era noto per avere “il braccio più grande del mondo”. Ma da un anno non c’è più. Morto a 33 anni dopo aver ammesso di aver fatto ricorso a sostanze illegali. 

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