Brindisi Multiservizi, i conti non tornano. Lo dicono i revisori
Qualcosa ancora non torna nei conti della società Multiservizi che il Pd vorrebbe diventasse il braccio operativo del Comune: “Emerge una differenza di 805.307,68 euro, quale maggiore credito iscritto nella contabilità della partecipata”
BRINDISI – Qualcosa ancora non torna nei conti della società Multiservizi che il Pd vorrebbe diventasse il braccio operativo del Comune: “Emerge una differenza di 805.307,68 euro, quale maggiore credito iscritto nella contabilità della partecipata”. Credito che l’ente non vuole riconoscere, tanto è vero che ci sono una serie di fatture “in contestazione”, mentre del bilancio 2014 non c’è traccia.
Il caso. Altro che caso chiuso. Punto e a capo, invece, per la società che l’amministrazione cittadina ha salvato lo scorso dicembre con un bonifico di un milione e 597mila euro a titolo di ripiano della perdita, precipitando nello sforamento del patto di stabilità, con tutto lo strascico di polemiche dai banchi delle opposizioni. Dai banchi dei contestatori partirà a breve una dettagliata denuncia alla Corte dei Conti e al Ministero dell’Economia e delle Finanze, che – stando alle dichiarazioni rese in consiglio – dovrebbe avere un capitolo speciale dedicato alla partecipata, alle voci di entrata e di uscita, sulle quali si sono espressi i nuovi revisori.
Lo sbilanciamento, infatti, emerge dal parere reso dall’organo di controllo interno, presieduto da Antonio Simone, fresco di nomina essendo stato designato lo scorso 21 maggio, ma comunque in grado di esprimere una valutazione sul conto consuntivo dopo quattro riunioni nell’arco di sei giorni, l’ultima delle quali il pomeriggio precedente alla seduta del consiglio destinata appunto all’approvazione del consuntivo, versione 2014.
La discordanza. Ecco quello che hanno scritto i revisori: “Esiste una rilevante discordanza tra i crediti dichiarati dalla società partecipata ed asseverati dal presidente del Collegio sindacale, ragioniere Francesco Forleo, in data 15 maggio 2015, per complessivi 1.537.294,97 euro”, si legge nella relazione firmata anche da Raffaele Petracca e Alberta Caterina Colella. Di questa somma, 188.374,13 euro si riferiscono a “fatture già emesse dalla data del 31 dicembre 2014 e 1.348.920,84 per fatture da emettere”, alla stessa data. Quanto ai “residui passivi iscritti nella contabilità dell’Ente ammontano complessivamente a 731.987,29 euro”.
Secondo i revisori, la conclusione è una: “la differenza tra debiti e crediti per 805.307 euro e 68 centesimi”, importo definito come “maggiore credito iscritto nella contabilità”, per il quale non ci sarebbe corrispondenza. Come sia possibile, come cioè si è arrivati a questo punto non è spiegato. Chi ha memoria storica delle vicende della Multiservizi e dei rapporti tra la srl e il socio unico, vale a dire il Comune di Brindisi, ricorda che non si tratta della prima volta.
E riesuma il caso dei 500mila euro chiesti dalla società per il pagamento delle fatture emesse quando amministratore unico era Teodoro Contardi e contestate dal Comune. Che di mettere mano alle casse pubbliche per saldare non ne ha mai voluto sapere, sostenendo che non c’era alcun titolo per una simile richiesta. Contardi, come si sa, è fuori dalla Multiservizi, così come è fuori l’avvocato Francesco Arigliano, chiamato alla gestione in discontinuità con il passato. Il testimone è passato al capo dell’Ufficio Legale di palazzo di città, Francesco Trane, in carica dal 12 novembre 2014.
Dai nuovi revisori, un consiglio che per le opposizioni è quanto mai elementare: “L’Ente dovrà attivarsi nel corso dell’esercizio 2015 per adottare i provvedimenti opportuni al riallineamento delle posizioni di debito-credito, adoperandosi con ogni sollecitudine in considerazione dell’entità dello scostamento”, è scritto nel parere. Ma sulle azioni concrete, il collegio non ha detto nulla.
Il bilancio che non c’è. Si è espresso, invece, sul conferimento “misto in denaro e in natura in favore della partecipata” per 2.789.970 euro. O meglio, ha “preso atto” di quanto deliberato dal consiglio comunale lo scorso 22 dicembre. E “sentito il dirigente del settore Organi istituzionali, Angelo Roma, rileva che ad oggi, la società non ha ancora dato corso all’operazione deliberata dal consiglio relativamente al conferimento dell’immobile e al conseguente aumento del capitale sociale, così come l’organo amministrativo della società non ha proceduto alla redazione del progetto di bilancio d’esercizio, né è stata convocata l’assemblea per la relativa approvazione”.
Nessuna spiegazione sul perché di tale ritardo. C’è la richiesta rivolta ad Angelo Roma di “visionare la bozza di bilancio della società alla data del 31 dicembre 2014, il quale evidenzia una perdita di 619.041 euro”. Per la minoranza la catastrofe sarebbe vicina, praticamente a un passo, colpa dell’eutanasia operata dal Comune di Brindisi.
La Fondazione. Non va meglio per la Fondazione del Nuovo Teatro Verdi, perché anche in questo caso i conti non sembrano tornare visto che l’amministrazione cittadina che ne è socia è pronta a contestare e quindi a non saldare alcune fatture. Circostanza evidenziata nel parere dei nuovi revisori: “La Fondazione – si legge – nel suo bilancio registra un’esposizione verso il Comune di Brindisi per 124.675,39 euro. L’ente tra le sue scritture riporta 37.567,45. L’organo di revisione prende atto della nota del 27 aprile 2015 avente ad oggetto ‘approfondimenti fatture emesse dalla Fondazione Nuovo Teatro Verdi anni 2013-2014, con la quale Angelo Roma, dirigente del settore Organi istituzionali, in merito alla differenza di 87.107,97 euro precisa che la somma sarà oggetto di formale contestazione da parte dell’Ente, nella prossima assemblea della Fondazione, prevista per i primi giorni di giugno prossimo”. Questione di poco, quindi, e si saprà cosa accadrà.
Il controllo formale. Nel frattempo, resta l’eco del consiglio comunale alimentato dalle riflessioni post seduta, su quanto i revisori hanno scritto nel paragrafo immediatamente precedente alle conclusioni, sotto la voce “osservazioni, rilievi, considerazioni e proposte”: il collegio ha affermato di aver eseguito “solo un controllo formale sugli atti, senza tuttavia poter entrare nel merito degli accadimenti contabili e gestionali per come verificatasi nel periodo precedente la nomina”, perché di recente composizione. Nomina il 21 maggio scorso, accettazione dell’incarico 24 ore dopo, insediamento il giorno successivo. Lavoro a tempo di record, eseguito utilizzando “ove consentito motivate tecniche di campionamento”, e concluso con un parere favorevole.