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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

I contadini di Cerano contro il Comune: ordinanza Mennitti, danni per 2 milioni

L'ordinanza di divieto di coltivazione dei terreni vicini al nastro trasportatore del centrale Enel di Cerano, disposta dal sindaco Domenico Mennitti nel 2007, annullata dal Tar (senza impugnazioni) nel 2009 rischia ora di rivelarsi boomerang per il Comune di Brindisi.

BRINDISI - L’ordinanza di divieto di coltivazione dei terreni vicini al nastro trasportatore del centrale Enel di Cerano, disposta dal sindaco Domenico Mennitti nel 2007, annullata dal Tar (senza impugnazioni) nel 2009 rischia ora di rivelarsi boomerang per il Comune di Brindisi. Un gruppo di contadini proprietari o conduttori dei terreni su cui all’epoca fu inibita la coltivazione, infatti, ha presentato ricorso al Tar di Lecce per ottenere il risarcimento dei danni subiti per gli effetti dei divieti, poi rimossi dai giudici amministrativi: chiedono una somma complessiva di quasi 2 milioni di euro.

E sono solo 10 dei numerosissimi agricoltori coinvolti nella vicenda. Nel processo ai 13 dirigenti Enel e 2 imprenditori locali imputati di danneggiamento e getto pericoloso di cose per la dispersione di polveri di carbone dall’asse attrezzato e dal carbonile della centrale Federico II gli agricoltori costituiti parte civile sono diverse decine. Al loro fianco c’è proprio il Comune di Brindisi che, anche quale gestore del parco regionale delle Saline di Punta della Contessa rivendica i danni subiti da Enel.

Stavolta nel contenzioso sono contrapposti proprio alcuni coltivatori e l’ente municipale, per fatti vecchi e ormai passati in giudicato.

Ecco la cronistoria. Il 28 giugno 2007, il sindaco di Brindisi, Domenico Mennitti ha disposto una ordinanza contingibile e urgente: “in via cautelativa a tutti i conduttori delle aree agricole di cui al primo stralcio del piano di caratterizzazione presentato dal commissario delegato all’Emergenza ambientale in Puglia inserite nell’area Sin di Brindisi, l’assoluto divieto di coltivare l’area detenuta in possesso a qualsiasi titolo, di provvedere alla distruzione delle colture erbacee applicate ai terreni compresi eventuali frutti pendenti, di provvedere per quanto attiene agli impianti arborei (vite, olivo, alberi da frutto) applicati alle aree alla distruzione delle relative produzioni”.

Il Comune di BrindisiL’Enel ha poi il provvedimento, con sentenza del 18 giugno 2009 il Tar ha accolto il ricorso della società. Ultimo atto il 17 giugno 2014: sono Vincenzo Fornaro, Caterina Settimio, Mario Manfreda, Carmine Manfreda, Giuseppe Nigro, Luigia Scivales, Anna Maria Nigro, Paola Nigro, Giuseppe Nigro, Giovanna Manfreda, quali proprietari o conduttori di alcuni fondi che si trovano nelle contrade Santa Lucia e Montaldine ad adire il Tar per ottenere il risarcimento del danno.

“L’ordinanza sindacale – sostengono – oltre a causare un danno consistente nella distruzione di tutto il prodotto agricolo dell’anno in corso, al momento della sua adozione, avrebbe cagionato un ulteriore decremento del patrimonio dei ricorrenti, conseguente alla mancata coltivazione delle aree interessate dall’ordinanza per tutto il periodo in cui è rimasto efficace il divieto di coltivazione sino alla notizia dell’annullamento giurisdizionale dell’ordinanza sindacale”.

Battono cassa, oltre che nei confronti di Enel (nel processo penale in corso) anche nei riguardi del comune. Il conto: sono 1 milione 723 mila euro. Salvo migliore quantificazione. 

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