Due Kalashnikov con 92 cartucce, indagato non risponde al gip
Antonio Prudentino, 44 anni,di Ostuni, in carcere a Taranto: inchiesta Dda di Bari su traffico di droga e armi
OSTUNI – Ha preferito, per ora, scegliere di avvalersi della facoltà di non rispondere Antonio Prudentino, 44 anni, di Ostuni, arrestato venerdì scorso dai finanzieri nell’inchiesta della Dda di Bari su un presunto traffico di droga e armi.
L’interrogatorio
L’ostunese, ristretto nel carcere di Taranto da venerdì scorso, è accusato di aver detenuto “due fucili d’assalto mitragliatori Ak 47, Kalashnikov, muniti di tre caricatori e 92 cartucce”. Ai suoi difensori, Angelo Brescia del foro di Brindisi (nella foto) e Andrea Melpignano del foro di Bari, ha consegnato la decisione di restare in silenzio dinanzi al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Taranto, Gianna Martino, di fronte al quale era stato fissato l’interrogatorio per rogatoria.
L’indagato ha spiegato di voler rendere interrogatorio dinanzi al giudice titolare del fascicolo che, per competenza territoriale e funzionale, resta alla Direzione distrettuale antimafia di Bari. I difensori depositeranno istanza al gip barese Francesco Mattiace di revoca della misura o, in subordine, di attenuazione della misura con il riconoscimento dei domiciliari. In caso di rigetto, i penalisti hanno già anticipato il ricorso al Tribunale del Riesame.
L’accusa
Prudentino, stando a quanto contestato nell’ordinanza di custodia cautelare, è accusato in concorso con tre persone residenti in provincia di Bari, nonché con i brindisini “Carmelo Semerano e Giovanni Ciccarone, già arrestati in flagranza di reato nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Brindisi” nel mese di maggio 2016.
I Kalashnikov
Semerano e Ciccarone furono fermati dai finanzieri del gruppo Pronto impiego di Bari: erano a bordo di un’Audi A 6 e furono inseguiti lungo la statale 16, in direzione di Brindisi. Alla guida c’era Semerano. Era il 26 maggio 2016. Nel bagagliaio c’erano due Kalashnikov con munizionamento.
Il successivo 10 giugno, Ciccarone venne rimesso in libertà dai giudici del Tribunale del Riesame, in accoglimento del ricorso discusso dall’avvocato Mario Guagliani. Ciccarone rimase ucciso nell’assalto al bancomat della Popolare di Bari, filiale di Brindisi, in via Orazio Flacco, nella notte fra il 20 e il 21 luglio 2018. Stando alla ricostruzione della Procura di Brindisi, Ciccarone avrebbe fatto parte del commando che pianificò il furto con la tecnica dell’esplosione.
Per quella morte, il pubblico ministero Pierpaolo Montinaro, a conclusione delle indagini, ha chiesto l’archiviazione per omicidio colposo nei confronti di due agenti della sezione Volanti. L’avvocato Guagliani, in rappresentanza della famiglia della vittima, ha presentato opposizione. Si attende la fissazione della camera di consiglio per la discussione.
L’inchiesta sul presunto traffico di clandestini
Quanto a Prudentino, risulta indagato anche nell’inchiesta della Dda di Lecce su un presunto traffico di clandestini: la perquisizione eseguita venerdì scorso, su disposizione del pubblico ministero Valeria Farina Valaori ha dato esito negativo. Nulla è stato trovato nella sua abitazione.
L’assoluzione
L’ostunese, lo 20 marzo, ha incassato sentenza di assoluzione dall’accusa di traffico di cittadini extracomunitari, “per non aver commesso il fatto”, a conclusione del processo in abbreviato incardinato davanti al gup del Tribunale di Lecce Edoardo D’Ambrosio.