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Cronaca

Prete accusato di atti sessuali, processo con rito abbreviato

Udienza preliminare per don Giampiero Peschiulli, ex parroco della chiesa Santa Lucia, ai domiciliari in una struttura di recupero per sacerdoti. Uno dei due chierichetti parte civile: all’epoca dei fatti aveva 10 anni

BRINDISI – Processo con rito abbreviato per don Giampiero Peschiulli, 73 anni, ex parroco della chiesa Santa Lucia di Brindisi, arrestato dai carabinieri il 20 maggio scorso, con l’accusa di atti sessuali su due chierichetti di età inferiore a 14 anni, uno dei quali si è costituito parte civile.

Questa mattina (giovedì 10 dicembre), in occasione dell’udienza preliminare davanti al gup del Tribunale di Brindisi Giuseppe Licci, la difesa del sacerdote, affidata all’avvocato Roberto Cavalera, ha chiesto di essere ammessa al giudizio con rito alternativo, saltando cioè il dibattimento, strada processuale che consente di ottenere una riduzione di un terzo della pena, in caso di condanna. Il gup ha accolto l’istanza e ha ammesso anche la costituzione di parte civile depositata dal legale di un ex chierichetto che per anni ha servito la messa con il parroco, indicato come persona offesa dal sostituto procuratore Giuseppe De Nozza, al pari di un altro brindisino. Entrambi, all’epoca, avevano dieci anni, da qui la contestazione di atti sessuali con l’aggravante di aver commesso il fatto in danno di una persona che non aveva ancora compiuto il quattordicesimo anno di età.

Don Giampiero Peschiulli, attualmente in regime di arresti domiciliari presso una comunità di recupero per prelati, secondo l’accusa avrebbe agito con “violenza e abusando dell’autorità morale e religiosa connessa con l’essere il parroco della Chiesa di Santa Lucia e della Santissima Trinità di Brindisi, costringendo il suo chierichetto a subire per cinque anni plurimi atti sessuali che generalmente venivano imposti o poco prima di servire la messa o poco dopo, nella sacrestia”.

Le testimonianze di entrambi i ragazzi sono state acquisite secondo la formula dell’incidente probatorio e confermano quanto accertato in fase di indagine dai carabinieri del Norm di Brindisi, ai quali il pm ha delegato anche il sequestro del computer in uso al prete. Sul pc sono state trovate foto ritenute utili a descrivere il comportamento del prete, definito dal pm come “deviato, caratterizzato da una inclinazione a cercare approcci sessuali nei minorenni di sesso maschile”.

A dare l’input all’inchiesta fu un servizio realizzato dalla trasmissione Le Iene, in onda su Italia Uno, a firma dell’inviato Giulio Golia che a Brindisi arrivò con alcuni attori per incontrare il sacerdote dopo aver ricevuto una mail tra aprile e maggio 2014, nella quale una “persona residente in città riferiva di essere stata vittima di avance sessuali di Peschiulli”. Le Iene lo chiamarono il prete “pomicione”. Quando tornarono per chiedere spiegazioni lui si chiuse in sacrestia e chiamò il 112, mentre su Facebook si registrò una valanga di commenti.

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