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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Processo Enel, consulente difesa: "No, non posso escludere massicci spargimenti carbone"

Ha sviscerato, rispondendo alle domande della difesa di Aldo Cannone, imputato nel processo Enel come imprenditore locale titolare di una ditta appaltatrice, come funziona il sistema di distribuzione del filmante e del trattamento del carbone con i fog cannon di cui si occupa la ditta.

BRINDISI - Ha sviscerato, rispondendo alle domande della difesa di Aldo Cannone, imputato nel processo Enel come imprenditore locale titolare di una ditta appaltatrice, come funziona il sistema di distribuzione del filmante e del trattamento del carbone con i fog cannon di cui si occupa la ditta. Ma una volta posto dinanzi ai quesiti del pubblico ministero Giuseppe De Nozza, durante il controesame, il consulente di parte, l’ingegnere Temistocle Pacifico, non ha potuto non pronunciare la seguente frase che obiettivamente costituisce un punto a favore per l’accusa: “Non sono in grado di escludere che ci siano stati spargimenti di carbone in passato”. Per passato si intende prima dell’ottobre-novembre 2012, per dirla tutta proprio periodo in cui sono cronologicamente posizionate le condotte di danneggiamento e getto pericoloso di cose contestate ai 15 imputati.

Ha dovuto anche affermare di aver fatto qualche sopralluogo all’interno della centrale Enel di Brindisi ma “sempre preannunciato”, per ovvie ragioni, in quanto nessuno può entrare all’interno della Federico II senza autorizzazione, senza essere accompagnato e senza indossare gli indumenti antinfortunistici che sono previsti. Da qui a dire che il fatto che ci fosse stato un “preavviso” avesse provocato una “sistemazione” dello stato dei luoghi in modo tale che apparisse compatibile con il risultato da raggiungere e con la tesi da dimostrare ce ne passa. Ma il dubbio aleggiava stamani nell’aula Metrangolo di Brindisi durante l’udienza del processo per l’imbrattamento dei campi dei contadini vicini al nastro trasportatore Enel, sporcati anche  - secondo l’accusa – dalle polveri provenienti dal carbonile.

Sono state mostrate le foto di barriere che avrebbero impedito, secondo il consulente, al carbone di volare e giungere sui raccolti. Ma, poiché per l’accusa le polveri del minerale nero sono arrivate a ricoprire le coltivazioni, allora c’è stato da chiarire più di qualche dettaglio. E’ emerso che le immagini sono state scattate tutte nello stesso giorno. Che il video lo ha girato un dipendente di Cannone. Tutto nell’ottobre-novembre 2012. Mentre, forse, la consulenza tecnica avrebbe dovuto riguardare sì il presente, ma al fine di farsi una idea precisa su quanto accaduto in passato. Nel periodo indicato dal primo capo di imputazione. Le condotte sono state successivamente estese fino al novembre 2013. Ma è una “manipolazione” avvenuta durante il processo e fondata sulle dichiarazioni dei contadini che hanno riferito in aula di continuare a subire gli effetti sui campi della diffusione di polveri.

I fatti contestati originariamente, invece, si riferiscono agli anni 2009 e 2010 quando la Digos di Brindisi, con indagini curate dall’ispettore Alessandro Cucurachi, a lungo esaminato e controesaminato, ha passato ai raggi X quel che accadeva attorno alla centrale Enel di Cerano.

Anche sui dati scientifici il consulente ha dovuto ammettere di aver analizzato solo numeri e cifre fornite da Enel. Botta e risposta anche sul vento. Se il consulente dell’accusa, Claudio Minoia, aveva espresso le proprie difficoltà nel reperire report sui venti che fossero precisissimi, in loco, il consulente di Cannone ha sostenuto di aver avuto modo di consultare una statistica riguardante diversi lustri. Ma non avrebbe avuto modo di rilevare la direzione del vento nei giorni in cui si era recato all’interno della centrale, tanto da non poter riferire con precisione se fosse Scirocco o Maestrale al pm.

Si va avanti, insomma, in una dialettica non priva di colpi di scena tra accusa e difesa nel processo Enel. La prossima udienza è fissata per il primo dicembre prossimo. Si concluderà l’esame dei testi di lista citati dall’avvocato Danilo Di Serio per Luca Screti, titolare di un’altra ditta appaltatrice, la Nubile. Cannone è difeso dall’avvocato Giorgio Rainò. Gli altri imputati sono Lorenzo Laricchia, responsabile del nastro trasportatore del carbone, difeso da Tommaso Marrazza e Michele Laforgia); Giuseppe Varallo, 50 anni, responsabile nastro trasportatore;  Diego Baio, 53 anni,  responsabile protempore dell’ufficio Ambiente e sicurezza di Cerano (Marrazza e Nanni);  Calogero Sanfilippo, Luciano Pistillo e Antonino Ascione (Marrazza e Nanni), tutti e tre ex responsabili dell’Unità di business Brindisi-Cerano, e l’ex capo centrale Vincenzo Putignano (Marrazza).

Il pm Giuseppe De NozzaSandro Valery, responsabile protempore area business Enel Produzione (Marrazza e Nanni); Fausto Bassi, Unità Business Cerano (Marrazza e Marchioro); Giammarco Piacente, unità operativa Esercizio Ambiente e Sicurezza a Cerano (Marrazza e Marchioro); Fabio De Filippo, stesso settore di Piacente (Marrazza e Marchioro);  Massimo Distante, Movimentazione combustibili Cerano; Giovanni Madia.Le accuse sono di danneggiamento e getto pericoloso di cose. Il processo si svolge davanti al giudice monocratico Francesco Cacucci.

Sono rimasti insomma parecchi dubbi, insomma, su quanto affermato dal consulente. E con i dubbi non si fanno i processi, lo ha detto anche il pubblico ministero in aula: “Ci vogliono dati precisi”. 

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