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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Processo Consales: costituzione di parte civile ultimo atto, pure il Consiglio vota "no"

Non che fosse la questione del giorno, non che il dibattito sia stato particolarmente partecipato dalla maggioranza, anzi il contrario: dopo una mezzoretta di discussione sull'ordine del giorno del capogruppo di Fi, Mauro D'Attis, il consiglio comunale ha opposto il suo "no", ormai definitivo

BRINDISI - Non che fosse la questione del giorno, non che il dibattito sia stato particolarmente partecipato dalla maggioranza, anzi il contrario: dopo una mezzoretta di discussione sull’ordine del giorno del capogruppo di Fi, Mauro D’Attis, il consiglio comunale ha opposto il suo “no”, ormai definitivo, alla costituzione di parte civile del Comune di Brindisi citato come parte offesa nel processo in cui è imputato il sindaco Mimmo Consales insieme ad altre tre persone per abuso d’ufficio, truffa e concussione in relazione all’affidamento del servizio di rassegna stampa e call center alla società News di cui era il “dominus” fino a poco prima dell’elezione e che secondo i pm Giuseppe De Nozza e Savina Toscani ha continuato ad amministrare “di fatto”.

Nessuno del centrosinistra è intervenuto nel dibattito. Non il Pd, neppure sollecitato dall’opposizione che ha ricordato in aula il tweet del segretario regionale e candidato alle primarie per la corsa alla Regione, che concordava con l’ipotesi che il Comune facesse valere il proprio ruolo di eventuale parte danneggiata.

Ha parlato Mauro D’Attis, che ha sottolineato come la richiesta di ritirare la delibera di giunta (approvata il 10 giugno scorso in contemporanea con l’udienza preliminare con cui si stabiliva di “non” costituirsi parte civile) non fosse un atto di sciacallaggio ma semplicemente una rivendicazione di imparzialità dell’istituzione municipale, così come sancito dalla Costituzione, pronta ad agire come previsto dalla legge a prescindere dal colore politico dei suoi amministratori.

E’ intervenuto poi Riccardo Rossi, di Brindisi Bene Comune, che ha messo in relazione l’analisi del punto precedente all’ordine del giorno, una manifestazione di legalità e di lotta alla mafia, con la necessità per l’ente di presenziare nelle sedi opportune, visto il ruolo assegnatole dall’accusa. Ha poi espresso la propria opinione il vicesindaco Pino Marchionna che ha ritenuto la costituzione di parte civile, già definita “pleonastica” nel caso di specie, quello che riguarda Consales&co, un istituto “largamente sopravvalutato”.

Alla fine in 6 hanno votato in favore della costituzione di parte civile, in 11 contro. E l’odg non è passato. “Se dai processi sarà accertato che c’è un danno per il Comune – ha detto Marchionna – ci saranno comunque le modalità, in altre sedi, per rivendicarlo”. “Abbiamo avuto ragione – ha proseguito – a non costituirci nell’udienza preliminare, visto e considerato che i due dirigenti sono stati prosciolti”. Per l’opposizione si sarebbe trattato di una scelta di campo più formale che sostanziale: un modo attraverso il quale il Comune avrebbe potuto affermare la propria posizione di ente “super partes”, senza puntare il dito contro i suoi stessi amministratori ma non pregiudicando alcun tipo di azione futura, in caso di condanna.

“Una delibera scomoda” sarebbe stata per D’Attis, ma necessaria considerato l’avvicendarsi degli uomini politici in un palazzo in cui è rappresentata tutta la città, a prescindere dalle scadenze e dai passaggi di testimone. Un atto di continuità con il passato, ricordando tra l'altro L'intervento di D'Attische la giunta Mennitti votò una costituzione di parte civile contro Antonino, con richiesta di danno di 11 milioni di euro che fu neutralizzata dalla decisione di patteggiare intrapresa nel processo tangentopoli, e poi anche in Acque Chiare, dall’ex primo cittadino.

Non è passata. Il Comune non sarà in aula il 7 novembre prossimo. Gli imputati sono 4, per i due dirigenti prosciolti (Angelo Roma e Tommaso Gagliani) c’è stato ricorso per Cassazione da parte dei pm. Le altre parti offese sono: la società Equitalia Spa, che potrà battere cassa anche per il danno d’immagine subito; l’ex vicesindaco Paola Baldassarre, lo stesso segretario comunale Paola Giacovazzo, e i tre dipendenti Equitalia che sarebbero stati costretti a mettere a disposizione i propri conti personali perché potesse essere pagato un debito da circa 300mila euro, per cui sono stati versati 20mila euro.

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