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Cronaca

Sacche di sangue e rimborsi: la procura apre un'inchiesta su convenzione Asl-Avis

Ogni sacca di sangue veniva fornita alla Asl di Brindisi, fino a poco fa, dietro un corrispettivo previsto formalmente per coprire spese tecniche. Ed era sulla base di una convenzione regionale, di recente revocata, che tale ‘rimborso’ per le raccolte itineranti andava unicamente all’Avis

BRINDISI - Ogni sacca di sangue veniva fornita alla Asl di Brindisi, fino a poco fa, dietro un corrispettivo previsto formalmente per coprire spese tecniche. Ed era sulla base di una convenzione regionale, di recente revocata, che tale ‘rimborso’ per le raccolte itineranti andava unicamente all’Avis, perché solo l’Avis aveva preso in carico il servizio. Ultimamente, però, è saltato tutto.

Una pattuglia della FinanzaQuando c’è di mezzo il denaro pubblico, c’è da tenere gli occhi bene aperti. Non sono ammesse “gestioni allegre” da parte di chi riceve il denaro, né responsabilità relative alla mancanza di vigilanza da parte di chi lo eroga. E allora, su impulso di un esposto firmato dal responsabile di un’altra associazione di volontariato, proprio per vederci chiaro, è partita l’inchiesta. Il fascicolo è al momento nelle mani del procuratore della Repubblica di Brindisi, Marco Dinapoli, che non lo ha ancora assegnato a un sostituto e che delegato ha al nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza, al comando del maggiore Giuseppe Maniglio, di effettuare un ‘focus’ l’operato dell’associazione Avis di Brindisi e alla convenzione con la Regione Puglia e con la Asl, interrotta lo scorso aprile dal Crat, il coordinamento regionale per le attività trasfusionali, e che regolava la fornitura di sacche di sangue provenienti dalle donazioni. Nei giorni scorsi i militari delle fiamme gialle hanno effettuato acquisizioni di documenti presso la sede dell’Asl di Brindisi oltre che dell’Avis provinciale.

Al momento non vi sono né iscrizioni nel registro degli indagati, né tantomeno ipotesi di reato. Si stanno compiendo approfondimenti sul rispetto dei parametri fissati dalla convenzione per la fornitura di sacche di sangue, per le quali era previsto un corrispettivo in denaro pubblico. A quanto è emerso la cui delega è al momento generica e finalizzata unicamente all’acquisizione dei documenti e a chiarire i contorni della questione.

Il procuratore capo Marco DinapoliVa ricordato, e bisognerà verificare se si tratti di una decisione in qualche modo correlata all’esistenza di eventuali anomalie nella gestione, che nell’aprile scorso il Crat ha notificato la revoca della convenzione che negli anni più recenti aveva di fatto consentito all’Avis provinciale di occuparsi del tutto dell’organizzazione dei prelievi di sangue, con tutto quel che ne consegue dal punto di vista sanitario, beneficiando di rimborsi da utilizzare proprio per coprire le spese.

A quanto riferisce il direttore generale dell’Asl di Brindisi, Paola Ciannamea, l’unica associazione a offrire disponibilità era stata proprio l’Avis. Poi, improvvisamente l’interruzione del servizio, decisa dall’alto perché le modalità esecutive previste non erano considerate più consone.

Negli ospedali Brindisini c’è ora emergenza sangue, l’azienda che non riesce a far fronte con le proprie forze alla necessità di sacche per le trasfusioni, ha più volte lanciato l’Sos.

Nel frattempo qualcuno ha posto nero su bianco tutte le presunte ‘stranezze’ rilevate e ha chiesto alla magistratura di fare chiarezza. Il fascicolo è sul tavolo del procuratore capo. 

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