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Secondo incendio su nave gestita dalla stessa compagnia ellenica. Un mese fa lo Ierapetra

Nella notte del 30 novembre scorso un traghetto della compagnia greca Anek Lines, lo Ierapetra L., battente bandiera greca, destinato ad effettuare la tratta Bari - Igoumenitsa era divampato un incendio in sala macchine che era stato spento dai membri dell'equipaggio, in tutto 23, che avevano vissuto momenti di panico.

BRINDISI - Nella notte del 30 novembre scorso un traghetto della compagnia greca Anek Lines, lo Ierapetra L., battente bandiera greca, destinato ad effettuare la tratta Bari – Igoumenitsa era divampato un incendio in sala macchine che era stato spento dai membri dell’equipaggio, in tutto 23, che avevano vissuto momenti di panico. Sul luogo dell’incendio, avvenuto a 23 miglia da Brindisi nel canale d’Otranto mentre la nave che stava navigando verso la Grecia per raggiungere un porto dove avrebbe dovuto sostare per rimessaggio, era intervenuta la Capitaneria di Porto. La Anek Lines è la compagnia che ha noleggiato da Visemar il Norman Atlantic, il traghetto che ha preso fuoco domenica mattina a largo delle coste di Valona, dramma in mare che ha provocato morti e feriti. Ora lo Ierapetra L. si trova al Pireo, a quanto si è appreso il Norman Atlantic invece sostituiva il traghetto della compagnia greca Anek Lines 'Ellenic Spirit', anch’esso attualmente in rimessaggio. La 'Norman Atlantic' era stata noleggiata a tempo dalla Anek Lines e il contratto sarebbe scaduto il 17 o 22 gennaio.

L’equipaggio è misto, in parte riconducibile alla Visemar, in parte greco.

E’ solo una coincidenza, ad ogni modo, quella occorsa alla compagnia greca il cui ruolo di eventuale “danneggiato” da quanto accaduto a bordo del traghetto dell’armatore veneto, battente bandiera italiana, dovrà essere vagliato dalla magistratura. Al momento risultano indagati il comandante della Norman, Argillo Giacomazzi, e proprio l’armatore italiano. Estranea la Anek che sta provvedendo in queste ore a fornire assistenza ai naufraghi. Quanto agli sviluppi sul rientro in Italia del traghetto dell’incendio si apprende che al momento non ci sono le condizioni meteo marine per dare il via alla navigazione.

Il traghetto a bordo del quale domenica scorsa è divampato un incendio che ha provocato morti e feriti è ancora “ridossato” nei pressi della baia di Valona, vicino all’isola di Saseno a circa 2 miglia dalla costa. La nave comunque è in sicurezza agganciata al rimorchiatore Marietta Barretta e circondata da altri due mezzi navali della società brindisina, il Tenax e l’Asmara.

incendio IerapetraIl vento spira da Nord Est, forza 8 in attenuazione, il mare è agitato. E’ quindi escluso che la navigazione verso l’Italia possa essere avviata a breve. Si dovrà attendere che la situazione meteo marina migliori per avviare le procedure di trasporto del relitto che giungerà nel porto di Brindisi che dista all’incirca 60 miglia dal luogo in cui si trova adesso la Norman Atlantic.Si cerca intanto di fare luce anche sul tentativo di rimorchio in Albania da parte di mezzi navali riconducibili alla Smit Salvage, incaricata dall’armatore.

La Smit ha scritto alle autorità italiane confermando che l’Adriatic, il mezzo che stava rimorchiando a Valona il traghetto, fosse stato inviato sul posto per effettuare quella manovra, ma “prima di aver appreso del sequestro disposto dalla procura di Bari”. Sul luogo però c’era ancora un altro rimorchiatore, l’Illiria (quarta unità navale albanese in campo) che si stava occupando di agevolare le procedure di rimorchio, viste le difficoltà che si erano presentate per il mare in burrasca. L’aggancio era stato effettuato proprio appena concluse le operazioni di salvataggio in un frangente in cui il rimorchiatore Marietta Barretta era alle prese con la ricerca di persone in mare. Ne aveva ricevuto ordine dall'equipaggio della nave San Giorgio: anche l'equipaggio del Marietta avrebbe dovuto occuparsi del salvataggio dei nafuraghi e quindi per un po' non sarebbe stato agganciato al Norman Atlantic. A bordo dell’illiria c’erano i due marittimi albanesi morti dopo essere stati colpiti da un cavo che si è rotto: sulla vicenda indaga la magistratura albanese.  

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