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Cronaca

“Assenza di autorizzazioni”: sequestrate braceria e pizzeria, due indagati

Sotto inchiesta marito e moglie. Sigilli apposti dalla polizia locale in contrada Torre Mozza, su disposizione del gip, per evitare aggravio del carico urbanistico. Il compendio già oggetto di pignoramento

BRINDISI – “Interventi di trasformazione urbanistica ed edilizia, in assenza del permesso a costruire”, in contrada Torre Mozza: gli agenti della Polizia locale questa mattina (30 agosto 2019) hanno sequestrato una pizzeria e una braceria, contestando le condotte penalmente rilevanti nei confronti di marito e moglie, entrambi nati e residenti a Brindisi, perché per l’attività di ristorazione non c’è mai stata autorizzazione.

Il sequestro

torre mozza sequestro cartello-2Il decreto di sequestro è stato firmato dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Brindisi, Maurizio Saso, a scopo preventivo per evitare che in quella zona, lungo la Strada statale 7 per Taranto, tipizzata come agricola, ci fosse un “aggravio del carico urbanistico”, diretta, conseguenza dello svolgimento delle attività di ristorazione e intrattenimento musicale.

Nell’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Raffaele Casto, la coppia di coniugi è indagata in concorso con altre persone, allo stato non identificate, tra le quali risultano esserci “il progettista e il costruttore”, stando a quanto contestato nel decreto del gip.

Le condotte contestate

Gli indagati avrebbero “eseguito una serie di interventi” che avrebbero portato a una “modifica dell’originaria destinazione d’uso del complesso di fabbricati, già abusivamente edificati nel 2010”. Uno inizialmente sarebbe stato destinato ad abitazione e l’altro a deposito, successivamente sarebbe stata “esercitata attività commerciale di braceria e pizzeria” sotto un’insegna che richiamava il nome della contrada.

In particolare, stando a quanto accertato, il deposito sarebbe stato “suddiviso in due sale per la somministrazione di alimenti e bevande, la prima delle quali parzialmente fusa con l’adiacente abitazione, cucina, e bagno con posa in opera di impianti, modifiche interne per la creazione del vano cucina, eliminazione di una porta comunicante con i due locali principali e apertura di una finestra alta”.

Gli immobili

La superficie utile, inoltre, sarebbe stata ampliata con la realizzazione, “in adiacenza al fabbricato, fra il 24 maggio e il 28 agosto 2017, di una struttura in legno coperta e chiusa su tutti i lati, estesa per 50 metri quadrati” che, sempre stando all’accusa, sarebbe stata destinata “illecitamente destinata ad attività di ristorazione.

E’ stata, inoltre, contestata la “creazione di un servizio igienico nel vano più piccolo del duplice fabbricato in origine destinato ad abitazione, planimetricamente comprensivo di un forno, tre vani destinati a deposito e tre a canile, attrezzato e pure illecitamente utilizzato come bar all’aperto e pizzeria, con impiego dell’area esterna per sistemare tavoli e sedie. Nella descrizione delle condotte, infine, c’è “l’apertura di un varco largo tre metri nel muro di recinzione adiacente alla struttura, con cancello di ferro”.

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Il pignoramento

Il pm Casto lo scorso 20 agosto ha chiesto il sequestro del complesso immobiliare, “così come si presenta attualmente”, in modo difforme rispetto alla descrizione che risulta nell’avviso di vendita senza incanto emesso il 4 dicembre 2017 dal professionista delegato dal giudice in qualità di custode giudiziario. Il compendio, infatti, risulta pignorato nell’ambito di una procedura esecutiva incardinata davanti al Tribunale di Brindisi.

Nas e Polizia locale

Nel corso del periodo d’indagine c’è stato anche un sopralluogo dei carabinieri del Nucleo antisofisticazione (Nas), in seguito al quale sono state accertate una serie di violazioni con ordinanza di chiusura firmata dalla Asl, parallela a quella del Comune per la mancanza del titolo amministrativo, contestata dalla Polizia locale dopo gli accertamenti eseguito sotto il coordinamento del comandante Antonio Orefice.

Il gip Maurizio Saso, contestualmente al sequestro, ha nominato la proprietaria custodie giudiziaria, con “obbligo di conservare  inalterato” lo stato dei luoghi. In caso di violazione dolosa o colposa, ci sono sanzioni previste dalle disposizioni di legge.

La difesa

I due coniugi finiti sotto inchiesta, difesi dall'avvocato Luigi De Franco del Foro di Brindisi, avranno modo di chiarire la propria posizione nei prossimi giorni. Intanto il legale precisa che l'attività di ristorazione, fermo restando la denominazione sociale, da quasi un anno è stata trasferita in località Pantanagianni dove è ad oggi regolarmente in esercizio.

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