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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Straordinari "vietati" ai cancellieri: salta processo truffe assicurazioni con 70 imputati

C'è stato appena il tempo sufficiente per fare l'appello dei settanta imputati e iniziare ad affrontare una questione di omessa notifica che sarebbe stata probabilmente risolta se l'udienza non fosse cessata alle 15.42 (per la verità con qualche minuto di ritardo) per "sopraggiunti limiti di tempo".

BRINDISI - C’è stato appena il tempo sufficiente per fare l’appello dei settanta imputati e iniziare ad affrontare una questione di omessa notifica che sarebbe stata probabilmente risolta se l’udienza non fosse cessata alle 15.42 (per la verità con qualche minuto di ritardo) per “sopraggiunti limiti di tempo”. Sì, proprio così: “Sopraggiunti limiti di tempo”.

A Brindisi ormai va così da quando è stato imposto lo stop agli straordinari per i cancellieri, dopo che il Tribunale ha preso atto di avere fondi per 5mila euro circa, sufficienti a coprire solo il 5 per cento delle prestazioni lavorative extra già effettuate dal personale amministrativo. E oggi, dopo una giornata lunghissima all’aula bunker, dinanzi al collegio (Domenico Cucchiara, Luca Scuzzarella e Adriana Almiento), si è dovuto rinviare il processo a carico di 70 persone, fra cui tre avvocati, accusati a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata alla truffa alle assicurazioni per mezzo di falsi incidenti stradali, il troncone più corposo di un unico procedimento sezionato in quattro parti, già tutte giunte a giudizio.

Non è questo un processo a rischio prescrizione. Ma è una prima udienza che, causa difetti di notifica, si trascina da mesi. Si andrà ora al 26 gennaio prossimo, naturalmente senza alcuna sospensione dei termini di estinzione del reato, ché l’assenza dei cancellieri che di fatto impedisce la celebrazione dei processi non è una delle cause previste dal codice per bloccare lo scorrere del tempo.

E’ però la dimostrazione concreta di quanto sia paradossale la situazione nelle aule di giustizia di Brindisi da quando, a fine ottobre, è stata protocollata una nota a firma del direttore amministrativo, Giusto Civilla, con cui si è formalizzata una questione spinosa che rischia di provocare effetti devastanti qualora non si dovessero reperire i fondi. Sì devastanti, non è una esagerazione. Se da un lato in ambito nazionale c’è un acceso dibattito per giungere a una riforma della giustizia che porti a sveltire i processi, mentre si punta il dito contro la sospensione feriale delle udienze ritenendo che siano la causa di ogni male e di ogni lungaggine, c’è una scarsezza di fondi che impedisce il funzionamento della macchina della giustizia proprio nelle sue procedure basilari.

Si prevedono tempi di rinvio raddoppiati, con termini di prescrizione immutati.

Oggi per la prima volta è successo che dopo una mattinata passata ad ascoltare testi (in altri processi), si sia giunti alle 14 a dare avvio all’ultimo processo previsto in calendario. Gli avvocati erano in aula, il pm Milto Stefano De Nozza, pure. E’ stato proprio il magistrato a far rilevare, orologio alla mano, mentre si cercava di risolvere una questione formale, che mancavano “17 minuti” alla scadenza del termine che il presidente del collegio, Domenico Cucchiara, aveva già reso noto: alle 15.42 si spegne tutto e si va via, perché non c’è danaro per gli straordinari dei cancellieri. A costoro sarebbe concessa unicamente la possibilità di recuperare le ore trascorse in servizio oltre l’orario canonico con riposi compensativi. Ma anche qui, il Tribunale ha fatto rilevare che non si deve esagerare, perché poiché le ore extra conteggiate fino a oggi sono davvero numerose, si rischierebbe per recuperare di non riuscire poi neppure ad assicurare il normale servizio.

Lo ha scritto anche il direttore amministrativo, nella sua nota, che la situazione è di “grave difficoltà”. Oggi, con lo stop imposto ancor prima di iniziare con le questioni preliminari e con l’ammissione di liste testimoniali e fonti di prova, se n’è avuto tangibile riscontro. Dei presunti raggiri del carrozziere Egizio Maisto e dei suoi 69 coimputati si dovrà tornare a discorrere tra quasi tre mesi. A meno che, soluzione auspicata da tutti, non si riescano a trovare le risorse per garantire ai cancellieri il diritto ad essere remunerati per la determinante funzione che svolgono nelle aule di giustizia. 

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