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Cronaca

Cocaina nella botola e fucili in salotto: uno libero, l'altro no

Resta in carcere Filippo Minelli: "Gravi indizi di colpevolezza". Per Andrea Di Gioia "nessuna responsabilità"

BRINDISI – Dopo la scoperta di due 2,1 chilogrammi di cocaina nella botola ricavata in garage e di due fucili a canne mozze con 43 cartucce calibro 12, nell’avvolgibile della finestra del salotto, il gip del Tribunale di Brindisi ha convalidato gli arresti di Filippo Minelli, 44 anni, e Andrea Di Gioia, 41, e ha mantenuto in carcere il primo, mentre ha rimesso in libertà l’altro.

L’udienza di convalida

francesco cascione-4Di Gioia, difeso dall’avvocato Francesco Cascione del foro di Brindisi (nella foto) ha lasciato il carcere di Lecce già nel pomeriggio di sabato, dopo l’udienza di convalida dinanzi al giudice per le indagini preliminari Maurizio Saso. L’indagato, nato a residente a San Pietro Vernotico, ha rivendicato la propria estraneità ai fatti rispetto alle accuse mosse all’esito della perquisizione dei carabinieri avvenuta il pomeriggio di venerdì scorso, 13 dicembre 2019, in un immobile a Tuturano, nella disponibilità di Minelli.

Gli interrogatori

Al gip, Di Gioia ha spiegato di essersi trovato per caso nell’auto condotta da Minelli, suo amico d’infanzia, perché aveva chiesto un passaggio. Non sapeva né cosa ci fosse nell’auto, fermata dai militari, né tanto meno cosa ci fosse nel garage dell’abitazione di Minelli. Minelli, originario di San Pietro Vernotico, ma residente a Brindisi, ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere, alla presenza del suo avvocato, Emanuela Greco (del foro di Brindisi).

Il gip, tenuto conto di quanto accertato dai carabinieri, ha evidenziato che  per Minelli non è stato fornito “alcun elemento utile a propria discolpa”, di conseguenza il “quadro probatorio” è stato ritenuto “univoco”, mentre per Di Gioia, non sussistono “allo stato, sufficienti elementi a sostegno della sua concorsuale responsabilità nella detenzione illecita della sostanza stupefacente e delle armi clandestine”. Per questo è stato rimesso in libertà.

La custodia in carcere

Per Minelli, quindi, è stata disposta la custodia cautelare in carcere così come chiesto dal pubblico ministero, evidenziando le “allarmanti circostanze e le modalità dei fatti” e la circostanza che lo stesso venne “fermato il 16 settembre scorso con 30 grammi di cocaina”. Secondo il gip si tratta di “sicuri indici di probabile e specifica recidivanza”, di fronte a contestazioni per le quali è prevista una pena che varia da “sei a venti anni di reclusione”. I domiciliari non avrebbe impedito all’indagato di “tornare a trafficare stupefacenti anche all’interno delle mura domestiche adibite a base logistica per l’occultamento di armi e droga”.

Gli arresti

Minelli e Di Gioia sono stati arrestati dopo essere stati seguiti e fermati dai carabinieri del Nucleo investigativo. Erano a bordo di una Renault, intestata a Minelli, il posto di blocco è stato istituito all’intersezione tra via Stazione, a Tuturano, e la ex strada statale 16 Brindisi-San Pietro Vernotico.

Nel bagagliaio c’erano “residui di colore bianco, presumibilmente stupefacente” e c’era anche del caffè. Da qui la perquisizione dell’abitazione di Minelli, da dove l’auto era partita.

La botola nel garage e l’avvolgibile del salotto

Nel garage, c’era una botola in plastica con chiusura ermetica, ricavata nel pavimento e nascosta sotto una cassettiera: all’interno, cocaina per un peso complessivo di 2,145 chilogrammi. Nell’abitazione, materiale per il confezionamento della droga. Nel salotto, due armi da sparo clandestine, alterate e con matricola abrasa, funzionanti e in buono stato di conservazione, assieme al munizionamento: erano stati nascosti nell’avvolgibile della finestra, sigillata con viti.

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