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Bruciò viva la madre. Il perito:"E' capace di intendere e di volere"

FRANCAVILLA FONTANA – Pietro Lonoce è un po’ disturbato ma nel complesso è in grado di intendere e volere. E’ in estrema sintesi il risultato cui è giunto il consulente Giuseppe Carbotti, nominato dalla pubblica accusa, che ha depositato nelle scorse ore la relazione. Questa mattina, invece, sarà depositata la perizia della difesa, affidata allo psichiatra Domenico Suma, che, stando alle indiscrezioni trapelate giunge a conclusioni totalmente opposte. Vale a dire Lonoce, che ammazzò la madre mentre era semiaddormentata sul divano di casa versandole benzina addosso e dandole fuoco, non era in grado di intendere e volere quando mise in atto questo atroce delitto.

FRANCAVILLA FONTANA – Pietro Lonoce è un po’ disturbato ma nel complesso è in grado di intendere e volere. E’ in estrema sintesi il risultato cui è giunto il consulente Giuseppe Carbotti, nominato dalla pubblica accusa, che ha depositato nelle scorse ore la relazione. Questa mattina, invece, sarà depositata la perizia della difesa, affidata allo psichiatra Domenico Suma, che, stando alle indiscrezioni trapelate giunge a conclusioni totalmente opposte. Vale a dire Lonoce, che ammazzò la madre Antonia Musci mentre era semiaddormentata sul divano di casa versandole benzina addosso e dandole fuoco, non era in grado di intendere e volere quando mise in atto questo atroce delitto.

Su queste due tesi questa mattina pubblica accusa e difesa si affronteranno nel corso dell’udienza dinanzi al giudice per indagini preliminari Paola Liace. I difensori di Lonoce, avvocati Fabrizio Lamanna e Luigi Palmieri nell’udienza dello scorso 27 maggio chiesero il rito abbreviato in modo da garantirsi quantomeno uno sconto di pena. Oggi il giudice, salvo imprevisti, dovrà decidere.

Pietro Lonoce, 36 anni, di Francavilla Fontana, lo  scorso 28 dicembre ha assassinato la madre, gettandole addosso benzina e appiccando il fuoco. Rogo che inizia sul divano di casa, nella zona 167 di Francavilla, che i due dividono e prosegue sul pianerottolo. Lonoce non si ferma di fronte alla madre trasformata in una torcia. La insegue sul pianerottolo e, mentre lei grida disperatamente in cerca di aiuto,  le versa addosso altra benzina contenuta in una seconda bottiglia di plastica.

Lonoce quindi si allontana. Viene arrestato  il giorno seguente. Una pattuglia di vigili urbani lo nota nella stazione ferroviaria di Francavilla Fontana mentre è  in attesa del treno per Brindisi. "Avevo deciso di ammazzarla perché non sopportavo più la convivenza", dice ai carabinieri che lo prendono in consegna. L’idea di bruciarla viva gli era venuta leggendo su un giornale una storia simile. A quanto pare dice di non essere pentito e che se potesse lo rifarebbe perché la situazione in casa era divenuta molto tesa per colpa della madre.

Lonoce viveva in casa della madre, e dormiva nel garage a piano terra della palazzina popolare. Non aveva lavoro né aveva voglia di cercarselo. Ma pretendeva denaro per i suoi vizi. La  donna viveva della sua pensioncina. Per anni lo aveva accontentato. Di carattere violento,  se la madre non gli dava i soldi la picchiava. L’alcool non lo disdegnava e sperperava il denaro giocando alle slot machine. L’ultimo litigio si verifica la mattina del 28 dicembre scorso. Pietro Lonoce vuole soldi. Lei non li ha.

Lonoce è fuori si sé. Esce portandosi appresso due bottiglie di plastica. Raggiunge un distributore di carburanti e fa riempire le due bottiglie di benzina. Al gestore dice che è rimasto a terra con la sua vettura. Ritornato a casa versa la benzina sulla madre che, seduta sul divano, le dà le spalle. Quando si rende conto di quel che sta per accaderle è troppo tardi.

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