Call center, cade l’accusa di violenza privata: cinque assoluzioni
Il processo dopo la denuncia di due lavoratori: il pm aveva chiesto la condanna a tre anni e otto mesi
LECCE – Nessuna violenza privata all’interno del call center di Cavallino. Il Tribunale di Lecce ha assolto tutti e cinque gli imputati, rinviati a giudizio a conclusione dell’inchiesta scaturita dalla denuncia di due lavoratori.
La sentenza
Il Tribunale in composizione monocratica ha assolto perché il fatto non sussiste: Elisa Anna Greco, 43 anni, di Galatina ma residente a Soleto, e i collaboratori Maria Angela Piccinni, 37, di Gagliano del Capo, Maria Concetta Accogli, 38, di Scorrano, Marco De Vitis, 33, di Lecce ma residente a Lizzanello, e Vincenzo Mancini, 39, di Brindisi ma residente a Lizzanello. Greco è presidente della srl Progetto vendita di Catania, la società che gestiva il call center con sede a Cavallino, in provincia di Lecce.
L’accusa
Il rappresentante della pubblica accusa aveva chiesto la condanna per tutti e cinque gli imputati e aveva invocato la pena di tre anni e otto mesi, ritenendo provata la condanna penalmente rilevante, così come era stata contestata nel capo di imputazione. Accusa che gli imputati hanno sempre respinto, affidando la difesa agli avvocati Francesco Calabro, Viola Messa, Alessandro Paladini, Gianfranco Gemma, Marino Giausa, mentre la società, citata come responsabile civile, era assistita dall’avvocato Giuseppe Corleto.
Parti civili erano i due lavoratori che avevano sporto denuncia lamentando un clima difficile all’interno della sede del call center. Le istanze dei dipendenti sono state raccolte dall’associazione
Cobas: gli avvocati Salvatore De Mitri, Roberta Capodieci, Benedetto Scippa e Cosimo Miccoli, avevano avanzato una richiesta di risarcimento danni per 550mila euro a testa.