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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Calunnia: assolto Vantaggiato, lo stragista del Morvillo

Il maresciallo aveva sporto denuncia quando il suo nome venne accostato alla truffa da 342mila euro addebitata a Parato: il "bidone" ritenuto movente della strage al Morvillo. Il militare aveva chiesto una provvisionale di 50mila euro da devolvere l'associazione delle vittime dell'Arma

BRINDISI - Lo stragista del Morvillo, Giovanni Vantaggiato, condannato all’ergastolo, è stato riconosciuto innocente dal reato di calunnia ai danni di un maresciallo dei carabinieri ed è stato assolto dal tribinale di Brindisi:  l’imprenditore di Copertino fece il nome dell’ex vice comandante della stazione di Torre  Santa Susanna accanto a quello di Cosimo Parato, quando riferì al pm e al gip della truffa con il gasolio agricolo da 342mila euro. Quel “bidone” venne  indicato come movente della sua rabbia, di quella lucida follia che lo portò a confezionare e a far esplodere tre bombe davanti all’ingresso dell’istituto professionale il 19 maggio 2012.

La sentenza è stata pronunciata nel tardo pomeriggio di oggi: Vantaggiato ha chiesto di essere presente anche a questa udienza, celebrata in Tribunale a Brindisi, così come in occasione di quella riservata alla requisitoria del pubblico ministero Raffaele Casto che aveva chiesto l’assoluzione dell’imputato: secondo il pm non sono emersi elementi tali da ritenere fondato il capo d’imputazione contestato nella richiesta di rinvio a giudizio.

L’autore della strage del Morvillo è finito a processo dopo la denuncia sporta dal sottufficiale dell’Arma, tirato in ballo da Vantaggiato quando raccontò chi avrebbe accompagnato Parato presso il deposito di Copertino, per ritirare il carburante. Vantaggiato fece il nome del maresciallo, indicandolo come “lu compaesanu”, essendo originario di Copertino. “Quando lo vedevo stavo tranquillo perché c’era il maresciallo e invece è finita male. Era lui che mi dava fiducia”, disse. E affermò anche che quella “truffa” era opera di quattro persone, in aggiunta a Parato: due familiari di quest’ultimo uno acquisito, più il militare.

Tutti e cinque, maresciallo compreso, furono denunciati dalla moglie di Vantaggiato, Giuseppina Marchello che risultava titolare della ditta: l’inchiesta venne aperta per insolvenza fraudolenta e la posizione del sottufficiale, nel frattempo sottoposto a procedimento disciplinare, venne archiviata perché il pm riconobbe l’assoluta estraneità ai fatti. Il processo si concluse con la condanna solo di Parato a due anni e due mesi.

Con il passare del tempo, si è arrivati al processo per calunnia nei confronti di Vantaggiato e della moglie: il primo ha scelto il processo ordinario, mentre lei l’abbreviato. E in entrambi i casi il maresciallo ha chiesto il risarcimento dei danni per essere stato calunniato. Cinquantamila euro a titolo di provvisionale da devolvere all’associazione che riunisce i carabinieri rimasti vittime sul lavoro.

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