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Cronaca

"Capannone, pronti all'azione legale"

BRINDISI – Per Italia Nostra, sezione di Brindisi, la discussione è chiusa: la Soprintendenza per i Beni architettonici e paesaggistici ha parlato chiaro, ogni tipo di uso dell’ex Capannone Montecatini sono subordinate alla preventiva autorizzazione della Soprintendenza stessa. Pertanto, fa sapere Italia Nostra, nel caso l’Autorità portuale non ottemperasse a tale prescrizione procedendo con lavori, interventi o concessioni che riguardano tale bene sottoposto a vincolo, “qualora fosse necessario, la scrivente associazione si vedrà costretta a porre in atto ogni azione, anche legale, a tutela del manufatto”.

BRINDISI – Per Italia Nostra, sezione di Brindisi, la discussione è chiusa: la Soprintendenza per i Beni architettonici e paesaggistici ha parlato chiaro, ogni tipo di uso dell’ex Capannone Montecatini sono subordinate alla preventiva autorizzazione della Soprintendenza stessa. Pertanto, fa sapere Italia Nostra, nel caso l’Autorità portuale non ottemperasse a tale prescrizione procedendo con lavori, interventi  o concessioni che riguardano tale bene sottoposto a vincolo, “qualora fosse necessario, la scrivente associazione si vedrà costretta a porre in atto ogni azione, anche legale, a tutela del manufatto”.

La vicenda era nata dalla notizia che il capannone Montecatini, pregevole esempio di archeologia industriale, potesse essere destinato a deposito per lo zucchero dello stabilimento Sfir. L’ammiraglio Ferdinando Lolli, all’epoca, rispose che il problema non si poneva poiché l’Autorità portuale, essendo venute meno le esigenze dell’azienda, non era stata rilasciata alcuna concessione.

Ma nel contempo, il commissario straordinario dell’Autorità portuale di Brindisi sottolineava due cose: la prima, che pur trattandosi di un bene sottoposto a vincolo, ciò non impediva il suo utilizzo nell’ambito dell’ esigenze delle attività portuali, seguendone la sua vocazione storica; la seconda, che trattandosi di un bene demaniale, l’Authority ne può disporre come ritiene e richiedere pareri della Soprintendenza solo in caso di interventi distruttivi o deteriorativi.

Una interpretazione della norma che Italia Nostra non condivide, assumendo invece come punto di riferimento la risposta fornita dalla Soprintendenza.

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