Caporalato: controlli su lavoratori, mezzi e aziende agricole nel Brindisino
Servizio ad "alto impatto" effettuato dai carabinieri del comando provinciale di Brindisi fra il 9 e il 10 agosto
Un servizio ad “alto impatto” contro il fenomeno del caporalato è stato effettuato fra giovedì 9 e venerdì 10 agosto dai carabinieri del comando provinciale di Brindisi, sull’onda dello sdegno collettivo provocato dai due incidenti stradali a seguito dei quali 16 braccianti agricoli fra domenica 5 e lunedì 6 agosto hanno perso la vita nel Foggiano.
Nell’attività sono stati impegnati i militari delle compagnie di Brindisi, San Vito dei Normanni, Francavilla e Fasano. Fin dalle primissime ore del mattino sono stati effettuati dei controlli sugli automezzi sia in entrata sia in uscita dalle aziende agricole. I carabinieri, in particolare, hanno prestato attenzione al numero delle persone trasportate su ciascun mezzo, l’efficienza e la manutenzione dei veicoli, compresa la verifica della loro periodica revisione ed ancora nello specifico l’usura dei pneumatici, il funzionamento delle luci e del sistema frenante, e la copertura assicurativa.
I risultati del servizio
Complessivamente è stata riscontrata la presenza di 642 braccianti risultati regolarmente assunti. Sui 267 veicoli controllati, sono state inflitte 97 contravvenzioni al codice della strada per un totale di 15.160 euro. Due mezzi, un Ford Transit “Connect 200 S” e una fiat “Multipla”, sono stati sequestrati, in quanto sprovvisti della necessaria copertura assicurativa da oltre un anno, Inoltre sono state irrogate 24 sanzioni amministrative nei riguardi di imprenditori del settore agricolo, per l’importo di 50.000 euro per accertate violazioni in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro.
Tre cittadini extracomunitari originari rispettivamente dell’Afghanistan, del Burkina Faso e del Mali sono stati denunciati a piede libero per violazione degli obblighi inerenti il soggiorno. Nel corso del controllo non hanno esibito i documenti attestanti la regolare presenza nel territorio dello Stato di cui erano momentaneamente sprovvisti: i successivi accertamenti hanno comunque comprovato il possesso del permesso di soggiorno in corso di validità.
"Un fenomeno che colpisce gli indigenti"
“Lo sfruttamento del lavoro in genere e nelle aree rurali pugliesi in particolare – si legge in una nota del comando provinciale dell’Arma - è un esecrabile fenomeno che si caratterizza per le patologiche manifestazioni delle relazioni di lavoro, agevolato dalla condizione di disagio e di vulnerabilità di uno degli attori del rapporto, solitamente, ma non esclusivamente migrante ovvero proveniente da altri paesi europei. Il fenomeno ha coinvolto e colpisce anche cittadini italiani appartenenti a particolari fasce sociali che vivono in condizioni di indigenza”.
“L’emersione di queste forme di grave sfruttamento è piuttosto ardua per la vulnerabilità e il timore delle vittime ed anche per la difficoltà di monitorare e di investigare il fenomeno. La nuova norma penale introdotta nel 1996 riguardante il fenomeno è stata calibrata non solo sul caporalato ma colpisce anche il datore di lavoro che utilizza assume o impiega manodopera reclutata anche mediante l’attività di intermediazione, sfruttando i lavoratori e approfittando del loro stato di bisogno”.
“Si tratta di una legge alquanto articolata ed innovativa poichè ricomprende tutte le condizioni ritenute indice di sfruttamento dei lavoratori ad es. (la retribuzione palesemente difforme dai contratti collettivi nazionali o territoriali di categoria, comunque sproporzionata rispetto alla quantità e qualità di lavoro prestato; la violazione della normativa relativa all’orario di lavoro, al riposo all’aspettativa, alle ferie; le violazioni delle norme in materia di sicurezza e igiene sui luoghi di lavoro). È prevista altresì la confisca obbligatoria dei beni, denaro o altre utilità degli autori del reato e l’obbligo di arresto in flagranza”.