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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Carovigno

Carovigno: più che pattuglie, più indagini

CAROVIGNO – In fondo, c’è poco da stupirsi per l’incendio di stamani nell’abitazione estiva della famiglia di Vittorio Zizza, da pochi mesi senatore del Pdl e sindaco uscente di Carovigno dopo due legislature, carriera in ascesa nel Pdl brindisino.

CAROVIGNO – In fondo, c’è poco da stupirsi per l’incendio di stamani nell’abitazione estiva della famiglia di Vittorio Zizza, da pochi mesi senatore del Pdl e sindaco uscente di Carovigno dopo due legislature, carriera in ascesa nel Pdl brindisino. Che fosse uno degli uomini forti lo si era capito quando aveva ricevuto l’incarico di organizzare in una struttura ricettiva sulla costa, nella borgata di Specchiolla (non lontana dal luogo dell’attentato della notte scorsa), il congresso provinciale del partito, cui non avevano partecipato i brindisini, in evidente caduta libera dopo l’uscita di scena di Domenico Mennitti.

Ma la carriera politica in ascesa di Zizza c’entra poco con l’incendio alla villa. C’è poco da stupirsi per l’accaduto perché questa campagna elettorale, che oggi e domani vede la città di Carovigno impegnata nel voto amministrativo, si è conclusa come dice uno dei candidati, “con toni da guerra civile”. E quando lo scontro è così violento, si creano le condizioni perché entrino in campo anche interessi e pulsioni del tutto fuori controllo.

A che serve poi richiedere e invocare, come è costume da queste parti (lo ha ricordato in una occasione recente anche il prefetto Nicola Prete con apprezzabile schiettezza), maggiore presenza delle forze dell’ordine, più controllo del territorio, protezione istituzionale. Stamani, nella prima mattinata di voto, a Carovigno sono arrivati il vicequestore vicario, la Digos, ufficiali dell’Arma dal comando provinciale e dalla compagnia di S.Vito dei Normanni, perchè questo è un caso che finirà diritto sul tavolo del ministro dell’Interno, Angelino Alfano.

Una osservazione obiettiva della condizione amministrativa di questa realtà dice: un vasto territorio forse anche sproporzionato rispetto al peso demografico, una lunga fascia costiera da Lamaforca a Torre Guaceto, una dichiarata o proclamata “vocazione turistica” che però si sta traducendo in una occupazione edilizia sfrenata proprio degli insediamenti costieri, con compromissione dell’offerta ambientale. Un marketing territoriale che in realtà si regge sulle spalle della Riserva Marina di Torre Guaceto, area protetta condivisa con Brindisi ma che di fatto proietta il proprio indotto mediatico ed economico soprattutto su Carovigno, dove si trovano le sedi amministrative e operative.

Eppure il salvataggio di quella vasta distesa di macchia mediterranea, dune, canneti, ha altri padri e si deve alle lunghe campagne del Wwf e all’intervento della Regione Puglia che ha ampliato e difeso il perimetro dell’area protetta terrestre. Altrimenti ben poco sarebbe rimasto oggi anche di Torre Guaceto, fermo restando che l’assedio ai confini è tutt’altro che cessato.

Una vocazione turistica senza un Piano urbanistico generale, del resto, non può seguire percorsi di qualità ambientale, paesaggistica e produrre effetti virtuosi. Ma Carovigno, dal punto di vista urbanistico, è ferma al 1973 anno di approvazione del Piano di fabbricazione vigente più una lunga sequenza di varianti che Angela Barbanente, l’assessore regionale al Territorio, ha cominciato a interdire.

Il primo annuncio di Piano regolatore generale poco più di 20 anni fa da parte della giunta Pci - Dc, ma al sindaco Onofrio Cretì fu recapitata una bomba. Due volte adottato, due volte affisso all’albo pretorio per le osservazioni due volte ritirato, il Prg. Con la seconda giunta Zizza ecco la bozza del Piano urbanistico generale, ma l’eventuale approvazione è fuori da ogni previsione.

Intanto, nelle varie giunte, e nella politica, la schiera dei costruttori non si può dire che sia stata ininfluente, come tutti sanno, da chi sta votando in queste ore, a chi ha chiesto il voto. Il punto perciò pare non essere quello di accrescere la tutela da parte della forze dell’ordine, ma di scoprire sino a che punto l’illegalità intende condizionare la vita pubblica e l’economia di Carovigno, e l’offerta occupazionale. Illegalità che esiste, come dimostrano i vari attentati. Più che pattuglie, sembrano più necessarie opportune indagini.

 

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