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Cronaca

Cartelle pazze Ici: "Errore burocratico"

BRINDISI – Il fenomeno delle cartelle pazze stavolta investe la vecchia Ici. Decine di brindisini hanno ricevuto un bollettino di pagamento dell’imposta comunale sugli immobili relativamente agli anni 2008 e 2009. Le cartelle sono state accolte con sgomento e incredulità.

BRINDISI – Il fenomeno delle cartelle pazze stavolta investe la vecchia Ici. Decine di brindisini hanno ricevuto un bollettino di pagamento dell’imposta comunale sugli immobili relativamente agli anni 2008 e 2009: fatto abbastanza insolito se si considera che l’Ici sulla prima casa, all’epoca, era stata abolita con un provvedimento del governo Berlusconi. Le cartelle sono state accolte con sgomento e incredulità dai rispettivi destinatari, che ovviamente non hanno alcuna intenzione di pagare la somma richiesta.

Ma come si spiega, allora, l’invio di tali bollettini a scoppio ritardato? Per l’assessore al Bilancio e ai Tributi del Comune di Brindisi, Carmela Lomartire, si tratta di un disguido di carattere burocratico imputabile anche ai numerosi cambi d’appalto che negli ultimi anni si sono registrati nel servizio di riscossione dei tributi per conto del Comune di Brindisi, attualmente gestito dalla società cooperativa Abaco Spa.

“Siamo al corrente di questa situazione – dichiara l’assessore Lomartire a BrindisiReport.it – e abbiamo chiesto ad Abaco di effettuare una verifica sulle legittimità delle cartelle esattoriali in questione. Nel 2008 e nel 2009, in effetti, l’Ici sulla prima casa, come risaputo, era stata sospesa. Ma alcuni cittadini hanno omesso di comunicare all’amministrazione comunale la vendita o la concessione dei propri immobili, non dando così la possibilità alla società che effettua la riscossione dei tributi di aggiornare la banca dati”.

La Lomartire, insomma, ammette che gran parte delle cartelle recapitate in questi giorni non hanno ragion d’essere. Cosa possono fare allora i malcapitati cittadini, già stretti nella morsa di tasse e balzelli, per liberarsi di quest’ulteriore fardello? “Basta segnalare agli uffici amministrativi o alla stessa Abaco – spiega ancora l’assessore Lomartire – l’esistenza di una causa di esenzione dal pagamento del tributo, per ottenere l’annullamento della cartella. Questo darà inoltre alla stessa Abaco la possibilità di aggiornare e regolarizzare la sua banca dati e rimediare così al difetto di comunicazione dei contribuenti che si ritiene possa essere all’origine di quest’anomalia”.

I cittadini, insomma, dovranno sobbarcarsi una fastidiosa trafila burocratica per sistemare le cose: una seccatura di cui si farebbe volentieri a meno.

 

 

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