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Cronaca

Cartucce per posta a pm e tre poliziotti

BRINDISI - La criminalità alza il tiro e si rivolge sfacciatamente a inquirenti e investigatori. Nei giorni scorsi, infatti, due buste contenenti ciascuna due proiettili e una lettera anonima dal contenuto intimidatorio sono partite da un indirizzo ancora ignoto, dirette a Brindisi.

BRINDISI - La criminalità alza il tiro e si rivolge sfacciatamente a inquirenti e investigatori, proprio a coloro che sono in prima linea contro ogni forma di delinquenza e che hanno inferto negli anni scorsi duri colpi alla malavita organizzata: nei giorni scorsi, infatti, due buste contenenti ciascuna due proiettili e una lettera anonima dal contenuto intimidatorio sono partite da un indirizzo ancora ignoto, dirette a Brindisi.

Erano destinate l’una al sostituto procuratore Milto Stefano De Nozza, l’altra al capo della mobile Alberto Somma, all’ispettore capo che dirige la sezione antiracket e antirapina della stessa Mobile, Giancarlo Di Nunno e a un altro poliziotto che della medesima sezione. I plichi sono stati bloccati nel centro di smistamento di Bari delle Poste italiane, perché ritenuti sospetti. Sono ora sottoposti a sequestro.

Nel manoscritto vi sono riferimenti a “sentenze”, “indagini”, “giustizia” e inquietanti minacce riferite tanto ai destinatari quanto alle rispettive famiglie. Il prefetto ha riunito il comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza per valutare eventuali provvedimenti da assumere a tutela delle persone coinvolte. Sul gravissimo episodio vi è, naturalmente, un’inchiesta avviata non solo per individuare il mittente o i mittenti delle minacce che destano allarme e preoccupazione, ma anche per comprendere perché esse fossero destinate proprio a coloro i cui nomi sono espressamente indicati, nero su bianco.

Cresce, dunque, il livello di tensione a Brindisi dove nei giorni scorsi sono stati esplosi colpi di fucile contro il bar del fratello di un pentito, Giuseppe Passaseo, le cui rivelazioni su una presunta commistione tra criminalità e politica furono consegnate, durante il primo grado del processo al clan dei fratelli Brandi, proprio al pm Milto Stefano De Nozza, mentre mancano pochi giorni per la seconda udienza del processo di appello. In precedenza era stata data alle fiamme l’autovettura della sorella di Passaseo e ferito alle gambe Enrico Colucci, 59 anni, imputato in quel giudizio.

 

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