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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Casalinga sposata denuncia ex amante per lesioni: lui assolto dall’accusa

La donna accompagnata in udienza dal marito, poi ascoltato come teste: lei ritenuta poco credibile dal Tribunale. Nel processo è emersa la relazione extraconiugale. Il pm aveva chiesto la condanna a dieci giorni

BRINDISI – Moglie e marito insieme a sporgere denuncia nei confronti di un agricoltore brindisino  per molestie telefoniche, danneggiamento dell’auto a calci e lesioni personali: solo nel corso del processo è emerso che l’imputato era stato l’amante della donna per diversi anni, circostanza taciuta da lei.

Un'aula di giustizia italianaCom’è andata a finire? Il Tribunale di Brindisi ha assolto l’amante dall’accusa di aver percosso la casalinga “perché il fatto non sussiste” a fronte della richiesta di condanna a dieci giorni chiesta dal pubblico ministero, mentre per le telefonate è stata riconosciuta la prescrizione e per l’episodio dell’auto l’assoluzione è arrivata perché il fatto non è più previsto come reato, dopo un recente intervento del legislatore.

La sentenza è stata pronunciata dal giudice Domenico Biondi, con motivazione contestuale, l’8 marzo scorso, all’esito del dibattimento che ha visto parti opposte la coppia di coniugi e l’imputato che si è scoperto aver avuto una relazione sentimentale con la donna per otto-nove anni, stando alle testimonianze rese nel corso delle udienze da amici sia del bracciante agricolo che della moglie e del marito.

La coppia sosteneva di aver subito “molestie e disturbi telefonici” perché dapprima un anonimo interlocutore e poi l’imputato avrebbero contattato la donna “ripetutamente” sulla sua utenza. L’uomo finito a processo, inoltre, l’avrebbe anche seguita in diverse circostanze, tutto questo “almeno sino al 24 dicembre 2009”. Una volta anche al cimitero.

Avrebbe, inoltre, preso a calci l’auto della donna, danneggiandola dopo averla fermata a un semaforo la mattina dell’11 novembre 2009 e in quella stessa circostanza, l’avrebbe aggredita “percuotendola con calci e pugni, cagionandole ecchimosi alle braccia e alle gambe”.

luca leoci-2Le ragioni della casalinga sono state sostenute in giudizio dall’avvocato Pasquale Angelini, la verità dell’imputato è stata affidata all’avvocato Luca Leoci il quale, in considerazione dei fatti emersi durante il processo, aveva chiesto l’assoluzione con formula di giustizia, insistendo sull’episodio rubricato come “lesioni personali” per evidenziare più di qualche incongruenza tra il racconto della donna e quanto emergeva nel certificato medico.

Il Tribunale, in composizione monocratica, ha condiviso  quanto sostenuto dal penalista Leoci e ha concluso con sentenza di assoluzione, non prima di aver affermato che “la testimonianza della parte lesa (la moglie, ndr) è apparsa poco credibile e scarsamente riscontrata”. “In primo luogo – ha scritto il giudice – è apparso evidente che, contrariamente a quanto affermato in udienza, non aveva affatto riferito al marito di avere intrattenuto una relazione con l’imputato. Il marito è apparso all’oscuro di tutto ciò”.

La moglie ha sempre riferito di “essere perseguitata da questi” e di non “aver corrisposto alle continue avance”, motivo per il quale ci sarebbe stata la lite tra lei e quell’uomo. “Tutto questo però getta un’ombra di dubbio in ordine all’attendibilità della donna che potrebbe aver sostenuto che la lite assumeva modi e forme di particolare violenza solo al fine di rendere più credibile il suo racconto agli occhi del marito”, si legge nella sentenza.

“Va anche detto  che il referto medico allegato alla querela attesta ben 12 giorni dopo la lite,  ecchimosi post-traumatiche, senza alcun cenno al labbro rotto e ferite al volto che ci sarebbero state a sentire la donna. Se le ecchimosi riportate nel certificato erano quelle riscontrate dal marito, appaiono incompatibili con gli asseriti calci dati dall’imputato”.Fine della storia processuale, di primo grado.

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