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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Caso Cucchi, terzo carabiniere indagato per falso

Sotto inchiesta il tenente colonnello Luciano Soligo, ex comandante della compagnia Talenti Montesacro

Terzo carabiniere indagato per falso nel nuovo troncone d’inchiesta sulla morte di Stefano Cucchi: sul registro degli indagati è stato iscritto il nome del tenente colonnello Luciano Soligo, comandante della compagnia Talenti Montesacro.

L’ufficiale indagato per falso

Si tratta di un atto dovuto, al pari di quanto avvenuto in precedenza con riferimento alle posizioni del  luogotenente Massimiliano Colombo, comandante della stazione Tor Sapienza, stazione che dipende proprio dalla compagnia Talenti Montesacro, e del carabiniere scelto Francesco Di Sano, uno dei piantoni che ebbe in custodia il geometra romano Cucchi prima del trasferimento a piazzale Clodio per il processo per direttissima.

Il processo per omicidio preterintenzionale

E’ stato chiesto l’ascolto come testimoni per i vertici dell'Arma di Roma all'epoca dei fatti, nel processo pendente davanti alla Corte d’Assise di Roma, per omicidio preterintenzionale, accusa mossa anche nei confronti del militare di Brindisi, Francesco Tedesco, il primo ad aver ammesso del pestaggio a Cucchi. Tedesco lo scorso mese di giugno fece i nomi dei colleghi Alessio D'Alessandro e Raffaele Di Bernardo imputati con lui nel processo.

L’audizione riguarda il generale Vittorio Tomasone, ex comandante provinciale dei carabinieri; il colonnello Alessandro Casarsa, già comandante del Gruppo Roma e il maggiore Paolo Unali, ex comandante della Compagnia Casilina. Il loro ascolto è stato chiesto dai difensori degli imputati.

Il verbale su Cucchi

In una delle ultime udienza celebrate davanti ai giudici della Prima Corte d’Assise, sono venute a galla presunte stranezze  relative al verbale sulle condizioni di salute di Cucchi. Quell’atto sarebbe stato redatto dieci giorni dopo la sua morte da alcuni dei carabinieri in servizio nella stazione Tor Sapienza. Qui il romano venne accompagnato dopo essere stato negli uffici della caserma Casilina, indicata come luogo del pestaggio.

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