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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

E l’ex direttore della Monteco chiede i danni al Comune: 250mila euro

L’istanza di Piero Gioia: “Risarcimento per essere svenuto nel capannone adibito a uffici”. La società nel frattempo rivendica 285mila dall'amministrazione civica: “Cauzione da restituire”

BRINDISI – Per niente chiuso il capitolo Monteco, a dispetto degli anni passati: è stato riaperto dall’ex direttore della società di nettezza urbana, Piero Gioia, con una richiesta di risarcimento danni al Comune, pari a 250mila euro, dopo essere svenuto all’interno del capannone, ritenuto non adatto come luogo di lavoro. Mentre la ditta pretende dall’amministrazione il rimborso della cauzione di 285mila euro.

Sia la prima che la seconda richiesta saranno oggetto di pronuncia da parte del Tribunale di Brindisi, dinanzi al quale gli avvocati delle parti hanno citato il Comune, costretto alla difesa per respingere le richieste. Dalla giunta, infatti, è arrivato il “no” a entrambi i pagamenti e a resistere saranno gli avvocati interni Francesco Trane e Monica Canepa, a cui l’esecutivo, l’altro ieri, ha conferito ampi poteri.

Il primo a farsi sentire è stato Gioia, con “atto di citazione notificato il 19 maggio 2015”: ha presentato il conto dei danni, patrimoniali e non “patiti e patendi quantificati in 250mila euro, oltre oneri di legge”, come conseguenza di un incidente addebitato al Comune che non avrebbe vigilato nei luoghi di lavoro.

L’ex direttore della Monteco (dal primo marzo 2010 sino al mese di settembre dell’anno successivo), sostiene che “i locali in cui avrebbe prestato servizio, ossia quelli del capannone industriale in via Fermi, civici 14 e 16, sarebbero stati non idonei e non conformi alle normative igienico-edilizie e di sicurezza vigenti”. E’ quanto ha scritto il suo legale di fiducia. “Sarebbero stati destinati alla Monteco ad uffici, spogliatoi e servizi per il personale, mentre sarebbero predisposti a contenere automezzi aziendali”.

Piero GioiaL’incidente posto a base della richiesta risarcitoria sarebbe avvenuto la mattina del 19 maggio 2010: “Attorno alle 7,30 Gioia si recava al lavoro, nell’aprire la porta d’ingresso degli uffici, veniva investito da un’improvvisa ondata di aria nauseabonda e calda che, inalata, gli causava un evidente malessere a causa del quale cadeva a terra”, si legge nella citazione. Lo svenimento gli avrebbe procurato “lesioni personali”.

“La responsabilità dell’infortunio e il relativo onere risarcitorio sarebbero a carico del Comune, da addebitarsi in via esclusiva all’ente appaltante che avrebbe omesso qualsiasi controllo sui luoghi di lavoro e sul servizio prestato dalla Monteco, in violazione del contratto e del relativo capitolato speciale d’appalto”.

Il capo dell’ufficio legale del Comune ha chiesto spiegazioni ai colleghi del settore Igiene urbana ma a quanto pare sino ad ora i chiarimenti non sono arrivati e poiché l’udienza è tra qualche settimana, l’Ente ha “ritenuto comunque opportuno costituirsi in giudizio”. Esattamente come per l’istanza avanzata dalla società Monteco per la cauzione.

Monteco ha chiesto al Tribunale di “accertare la responsabilità del Comune di Brindisi per la mancata stipula del contratto e di condannare lo stesso la pagamento dell’importo escusso dalla compagnia assicurativa S2C per 285mila euro, oltre Iva e interessi”. In subordine i legali della società chiedono la “declaratoria di nullità della penale, con condanna alla restituzione della somma” e in via “ulteriormente gradata a riconoscere l’arricchimento senza giusta causa del Comune”.

L’istanza poggia sulla mancata stipula del contratto per la raccolta, il trasporto dei rifiuti solidi urbani, aggiudicato dopo la gara d’appalto indetta nel 2012: a “causa del contrasto insorto con l’Ente”, la firma non venne apposta e ne scaturì un contenzioso davanti al Tar e al Consiglio di Stato, contenzioso che ha “avuto esito favorevole per il Comune di Brindisi”.

La Monteco ha adito il Tribunale per ottenere, in via d’urgenza, l’inibizione dell’escussione della fideiussione a suo tempo  rilasciata dalla S2C spa, compagnia di assicurazioni di crediti e cauzioni, a garanzia del servizio oggetto di gara. Ma per il Comune di Brindisi il ricorso di Monteco è infondato “al pari di tutte le iniziative giudiziali intraprese dalla società”.  

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