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Cronaca Ceglie Messapica

Ceglie, ospedale in chiusura ma c'è una delibera da 1 milione per la sala operatoria

CEGLIE MESSAPICA - Un film già visto. L’eco dell’ultimo vagito nel reparto Ostetricia dell’ospedale civile di Ceglie Messapica è un ricordo lontano quanto la presidenza della Regione Puglia in mano all’allora governatore Raffaele Fitto. Il primo a decimare un nosocomio che aveva finito proprio allora di rifarsi il look, una manciata di milioni (pubblici) per una hall lustra come quella di un grande albergo. Destinata al vuoto, o quasi, del piano di riordino prima maniera, che si sarebbe portato via l’ultimo nato insieme a Ostetricia e tutti gli altri reparti che brulicavano di vita, ormai tanto tempo fa.

CEGLIE MESSAPICA - Un film già visto. L’eco dell’ultimo vagito nel reparto Ostetricia dell’ospedale civile di Ceglie Messapica è un ricordo lontano quanto la presidenza della Regione Puglia in mano all’allora governatore Raffaele Fitto. Il primo a decimare un nosocomio che aveva finito proprio allora di rifarsi il look, una manciata di milioni (pubblici) per una hall lustra come quella di un grande albergo. Destinata al vuoto, o quasi, del piano di riordino prima maniera, che si sarebbe portato via l’ultimo nato insieme a Ostetricia e tutti gli altri reparti che brulicavano di vita, ormai tanto tempo fa.

La novità della ulteriore decimazione, che vorrebbe essere razionalizzazione, firmata Nichi Vendola, è arrivata tutt’altro che a sorpresa. I cegliesi, in fondo, non ci hanno mai creduto davvero al risorgimento di quell’ospedale mai battezzato con un nome vero, quasi un presagio per scongiurare l’ulteriore nostalgia di veder morire una creatura, un servizio pubblico essenziale come quello della Sanità, destinata a vita breve. Quello che i cegliesi non sanno, è che stanno per assistere a quella che sembra l’ultima beffa prima della fine. Basta un’occhiata al sito ufficiale della Regione Puglia, agevole anche per chi proprio internauta non è, per rimediare all’ignoranza. La scoperta è di quelle che lasciano basiti: una delibera, scartoffie burocratiche scaricabili in pdf in nome della sacrosanta trasparenza. E quando il file si apre, la rivelazione.

Un milione e 175mila euro già stanziati e appaltati per la ristrutturazione della sala operatoria. La delibera è la numero 2512 e l’oggetto non ammette dubbi: “Programma investimenti sanitari ex art. 20 L. 67/88. Accordo di programma stralcio 2007. Piano di ammodernamento strutturale, tecnologico ed organizzativo delle strutture sanitarie dell’Asl Br – Intervento numero 15: lavori di ristrutturazione ed adeguamento a norme del reparto operatorio della struttura ospedaliera di Ceglie Messapica. Costituzione ufficio direzione lavori”. Segue poi, nel dettaglio, la costituzione dell’ufficio stesso: direttore ingegnere Vincenzo Corso, direttore operativo geometra Cosimo D’Elia, coordinatore della sicurezza in fase di esecuzione geometra Raffaele Buongiorno.  

I lavori erano stati certamente concepiti prima delle ultime nuove partorite nel capoluogo barese. Di sicuro prima che i nuovi indirizzi impressi alla sanità pubblica pugliese smantellassero ulteriormente i piccoli ospedali come questo, per il quale si prevede la sopravvivenza di un reparto di lungodegenza, a servizio del San Raffaele e un servizio di 118 (attenzione, non Pronto soccorso, solo ambulanze utili a transitare fino a Francavilla Fontana), e poco altro. Certamente non Chirurgia. Il direttore generale Rodolfo Rollo, come aveva già fatto prima di lui Guido Scoditti, ce la sta mettendo tutta per scongiurare la decimazione dell’ospedale cegliese.

Vedremo come andrà a finire. Intanto una domanda. Anzi tre. Quale che sia il destino del nosocomio messapico, qualcuno se ne è accorto che dalla facciata anteriore cadono calcinacci che rischiano di piombare in testa ai passanti? E allora, prima di investire milioni di euro  in sale operatorie nelle quali non sarà operato mai nessuno, perché non dirottare quelle risorse in lavori che necessitano, d’urgenza? Cui prodest tutto questo?

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