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Cronaca Cellino San Marco

Marijuana e cocaina seppellite in campagna: fugge, poi si presenta ai carabinieri

Giovanni De Luca, 25 anni, si è consegnato accompagnato dal suo avvocato, qualche ora dopo essere riuscito a far perdere le sue tracce

CELLINO SAN MARCO – Droga sotto terra, tre chili di marijuana e 200 grammi di cocaina da seppellire in campagna dopo essere stata imballata in sacchetti impermeabili. Il nascondiglio è stato scoperto dai carabinieri alla periferia di Cellino San Marco: alla vista dei militari, Giovanni De Luca, 25 anni, si è dato alla fuga, salvo costituirsi qualche ora dopo, accompagnato dal suo avvocato.

L’arresto

De Luca, incensurato, residente a Cellino San Marco, è stato condotto nel carcere di Brindisi, su disposizione del pubblico ministero di turno, in attesa dell’udienza di convalida davanti al giudice per le indagini preliminari.

Ieri sera, attorno alle 20,30 si è presentato ai carabinieri della stazione di  Cellino San Marco: “Quello che state cercando, sono io”, ha detto. Ad accompagnarlo, il suo avvocato, Francesco Cascione, del foro di Brindisi. Ha messo così fine alla sua corsa iniziata nel pomeriggio, nel momento in cui i carabinieri sono piombati nella zona di campagna, alle porte di Cellino, scelta come nascondiglio per la droga.

La droga e la fuga

 Il giovane stava sistemando la sostanza stupefacente che doveva essere sotterrata, così come era stato fatto precedentemente con quella sistemata in alcuni sacchetti.   I militari gli hanno intimato di stare fermo, lui ha lasciato tutto e si è messo a correre, raggiungendo una delle stradine laterali. Nel giro di pochi minuti è riuscito a far perdere le tracce.

L’accusa

Lì, in aperta campagna, i carabinieri hanno trovato e posto sotto sequestro tre chilogrammi di marijuana e 200 grammi di cocaina. In caserma, il ragazzo che mai prima era rimasto impigliato nelle maglie della giustizia, ha ammesso la paternità della droga. E’ accusato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente.

Nelle prossime ore sarà interrogato dal gip, chiamato a convalidare l’arreso in flagranza di reato. Non è escluso che il pubblico ministero chieda il processo per direttissima.

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