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Cronaca Cellino San Marco

Una casa donata alla parrocchia diventa luogo di ritrovo per chi si sente solo

La donazione di una grande casa alla parrocchia del paese, due giovani assistenti sociali animati dalla voglia di aiutare chi è in difficoltà, la volontà di un parroco di fare qualcosa per chi è solo. Sono questi gli ingredienti che hanno permesso di far nascere, a Cellino San Marco, la Casa della Carità: luogo di ritrovo per gente che si sente sola, anziana e non, che vuole trascorrere qualche ora in compagnia di altre persone riscoprendo antichi mestieri e ritrovando la voglia di vivere

CELLINO SAN MARCO – La donazione di una grande casa alla parrocchia del paese, due giovani assistenti sociali animati dalla voglia di aiutare chi è in difficoltà, la volontà di un parroco di fare qualcosa per chi è solo. Sono questi gli ingredienti che hanno permesso di far nascere, a Cellino San Marco, la Casa della Carità: luogo di ritrovo per gente che si sente sola, anziana e non, che vuole trascorrere qualche ora in compagnia di altre persone riscoprendo antichi mestieri e ritrovando la voglia di vivere. Si perché quasi tutti coloro che da aprile scorso frequentano questa bella casa, a pochi passi da piazza Aldo Moro, in pieno centro, raccontano che grazie a questa iniziativa hanno ritrovato la voglia di vivere. C’è chi, a 85 anni, non ha più il marito e nemmeno figli, chi ha i figli ma ha perso il compagno della vita e con esso tutte le speranze e il sorriso, chi, invece, ha una bella famiglia numerosa ma sente la necessità di trascorrere qualche ora in serenità, lontano dal caos e dagli impegni domestici. 

E per il Natale, questa nuova grande famiglia ha realizzato un presepe con materiale da riciclo più manufatti casa della carità-2artigianali da rivendere per racimolare qualche soldo da investire nelle iniziative. Per sostenere le spese per mandare avanti questo progetto.  

Una decina gli ospiti di questa struttura, donata anni e anni fa da una coppia di anziani, Luigi Capozza e Giuseppina Roppi, morta in solitudine, volevano si realizzasse una casa di riposo. Purtroppo gli iter burocratici per conseguire grandi progetti sono spesso molto lunghi e complicati, così nel frattempo il parroco della chiesa di San Marco e Santa Caterina, don Cosimo Posi, insieme a due parrocchiani, volontari, gli assistenti sociali Lorena Friscina e Riccardo D’Onghia hanno aperto le porte dell’antica casa di via Vittorio Emanuele a chi è solo.

Da qualche mese la dimora di Luigi e Giuseppina è diventata la “Casa della carità” dove si fa di tutto: dalla lettura di libri alla lavorazione della maglia, dalla realizzazione di pietanze alla pittura, dal giardinaggio alle cene sociali. “Ho riscoperto la vita e non sto esagerando. Non ho figli, dopo la morte di mio marito sono sprofondata nella solitudine – racconta Lina, 85 anni – c’erano giorni in cui non aprivo bocca perché non c’era nessuno per parlare con me. Questo progetto è stata una benedizione, sono tornata a sorridere”.

20151210_201503(0)-2È tornato il sorriso anche a Palmira, vedova da due anni, con due figli che vivono fuori “Avevo perso tutto, non c’era più nulla che mi dava stimoli per andare avanti, intorno a me c’era solo il buio. Poi ho cominciato a frequentare questo posto e mi sono sentita rinata. Anche per me è stata una benedizione”. Esperienze che scaldano il cuore e che non fanno altro che confermare che basta davvero poco per rendere felice chi è più sfortunato. A Cellino San Marco qualcuno ci sta riuscendo. Per chi volesse visitare il presepe realizzato dalle sapienti mani delle ospiti della Casa della Carità può recarsi in via Vittorio Emanuele il lunedì, il mercoledì, il venerdì e la domenica mattina e il 24 dicembre nel pomeriggio. 

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