rotate-mobile
Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Centro immigrati, piace la ex Base Usaf

BRINDISI – Molto cinicamente si potrebbe dire che “gira gira il cetriolo” eccetera. Sul piano della semplice cronaca bisogna prendere atto che il forte pressing di chiudere la tendopoli di Manduria attuato dai due presidenti delle amministrazioni provinciali di Brindisi e Taranto, Massimo Ferrarese e Giovanni Florido, idea condivisa dall’assessore regionale alle Opere pubbliche e Protezione civile, Fabiano Amati, sposterebbe il problema a Brindisi.

BRINDISI – Molto cinicamente si potrebbe dire che “gira gira il cetriolo” eccetera. Sul piano della semplice cronaca bisogna prendere atto che il forte pressing di chiudere la tendopoli di Manduria attuato dai due presidenti delle amministrazioni provinciali di Brindisi e Taranto, Massimo Ferrarese e Giovanni Florido, idea condivisa dall’assessore regionale alle Opere pubbliche e Protezione civile, Fabiano Amati, sposterebbe il problema a Brindisi.

Infatti, fa sapere stamani il vicesindaco di Brindisi, Massimo D’Attis, per martedì 19 luglio è stato invitato a Roma “presso il Dipartimento della Protezione Civile, ad una riunione convocata per discutere le modalità di utilizzo temporaneo della struttura dell’ex base Usaf di San Vito dei Normanni. A tale incontro sono stati invitati a partecipare anche il sindaco di San Vito dei Normanni, Alberto Magli, ed i rappresentanti della Regione Puglia, della Provincia di Brindisi, del Genio Civile ed il soggetto attuatore per la gestione dei migranti”.

Al centro dell’incontro, il problema di come trasformare la ex base Usaf in una retrovia più organizzata di Lampedusa. Quindi niente più polo di formazione universitaria, niente più centro di formazione di operatori Onu, e forse niente più centro di addestramento al combattimento urbano per le unità delle forze armate italiane (sin qui l’uso più razionale fatto della grande struttura in abbandono da circa 15 anni).

Sempre molto cinicamente si potrebbe aggiungere che Manduria e Oria vengono liberate, e la grana passa a Brindisi e dintorni, pur con tutte le garanzie e gli investimenti che Dipartimento della Protezione civile e Regione Puglia saranno in grado di sostenere. Ma non si era detto che bisognava smetterla con la politica delle strutture di concentramento degli immigrati, per sostituirla con un’accoglienza più distribuita sul territorio d affidare a Regioni e Comuni?

Vuol dire che molti si stanno tirando indietro e il meccanismo della solidarietà si è inceppato? D’Attis intanto non sembra molto convinto della trasformazione della ex Base Usaf di S.Vito dei Normanni (in realtà in territorio di Brindisi ed equidistante tra capoluogo e S.Vito). Infatti sempre nella nota che fa sapere del vertice romano del 19, il vicesindaco annuncia che lunedì 18 luglio, alle ore 13, “parteciperà ad una riunione dei capigruppo consiliari appositamente convocata dal presidente del consiglio comunale Angelo Rizziello e la stessa cosa avverrà anche all’indomani del vertice romano”.

Un annuncio che sa tanto di opposizione all’ipotesi di un grande centro per immigrati nel sito della vecchia base americana, dove peraltro operano ancora un osservatorio solare statunitense che lavora per la Nasa, e si trovano alcuni magazzini del World Food Programme dell’Onu, gestito dal Pam.

“Vado a Roma per ascoltare cosa intendono proporci – dice infatti D’Attis -: In tal senso, ho già avuto una interlocuzione con l’assessore regionale alla Protezione civile, Amati, ma è necessario comprendere bene i termini della questione. Posso già dire, in ogni caso, che che ho forti perplessità in relazione al fatto di scaricare sul territorio brindisino tutta l’emergenza collegata all’immigrazione, visto che noi ospitiamo anche un Centro ‘Cara’ ed un Centro ‘Cie’, con i problemi che sono ben noti a tutti”.

Il vicesindaco parla della struttura di Restinco, a pochi chilometri dalla Base Usaf, dove soprattutto gli extracomunitari destinati all’espulsione preceduta da mesi di reclusione nel Cie, si abbandonano spesso a rivolte e a danneggiamenti. Non resta che attendere martedì e capire di che “cetriolo” si tratta. Senza alcuna forma di defilamento dal problema dell’immigrazione, sia ben chiaro.

Tanto più che Brindisi, in Puglia, ha dato e continua a dare molto, e potrebbe ancora dare. Ma non per realizzare una seconda esperienza-Manduria con fughe, repressione, proteste e strumentali chiamate alle armi per difendere il turismo in pericolo (con la formula "non nel mio giardino", come appunto accaduto nel caso di Oria e Manduria). Si può trattare solo sulla base di una proposta seria, garantita al cento per cento dalla Regione Puglia che non può essere solo uno dei soggetti chiamati a decidere, ma il principale tutore del territorio.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Centro immigrati, piace la ex Base Usaf

BrindisiReport è in caricamento