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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Chi controlla i controllori? I protocolli disattesi

BRINDISI – Dopo l’ultima tempesta giudiziaria abbattutasi sulla Asl di Brindisi, riguardante il sistema degli appalti vigente sino all’intervento della polizia giudiziaria nell’ufficio tecnico di via Napoli, il cosiddetto “metodo Corso”, ritorna prepotentemente a galla la questione dei controlli sull’interfaccia più delicata tra la pubblica amministrazione e le imprese.

BRINDISI – Dopo l’ultima tempesta giudiziaria abbattutasi sulla Asl di Brindisi, riguardante il sistema degli appalti vigente sino all’intervento della polizia giudiziaria nell’ufficio tecnico di via Napoli, il cosiddetto “metodo Corso”, ritorna prepotentemente a galla la questione dei controlli sull’interfaccia più delicata tra la pubblica amministrazione e quella parte vitale della società locale che sono le imprese, quindi il lavoro e la produzione di strutture e servizi efficienti per i cittadini.

Se in una sala operatoria piove, se presidi medici e chirurgici sono di qualità più bassa di quella prevista in una gara, chi doveva controllare la qualità dei lavori e delle forniture? Lo stesso personale tecnico della stazione appaltante o un supervisore? Chi fa i controlli di qualità nella Asl di Brindisi, e non solo nell’azienda sanitaria, ma all’Autorità portuale, nei Comuni, alla Provincia, allo Iacp? Chi applica le sanzioni previsti dalla normativa in caso di non conformità?

Non è un problema secondario, rispetto all’assegnazione dell’appalto vero e proprio,: intanto perché si tratta di un azione a tutela del patrimonio pubblico e del buon esito di un investimento di pubblico denaro, ma anche – come dicevamo prima – di un atto a garanzia dell’efficienza di un’opera o di un servizio, ma anche di un controllo – spia sull’eventuale esistenza di meccanismi come quelli individuati nell’indagine ribattezzata (giustamente) Virus.

Virus perché questa è una malattia che non ha trovato ancora neppure a Brindisi la giusta terapia se non quella degli arresti, dei processi, insomma della repressione da parte della magistratura che si sostituisce a tutti gli effetti e per forza di cose a chi dovrebbe controllare senza ricorrere a deleghe e sub deleghe, perché i risultati sono sotto gli occhi di tutti.

All’inizio del 2007 il prefetto pro tempore, Mario Tafaro, avviò una campagna di sensibilizzazione sul problema pervenendo alla firma di vari protocolli di legalità negli appalti della pubblica amministrazione, con un duplice scopo: per quanto concerneva gli organismi preposti alla vigilanza e alla sicurezza sul lavoro e le imprese, per l’applicazione di criteri tali da evitare situazioni  (di subappalto, in particolare) non solo di inquinamento delle gare, ma anche di rischio conseguente nei cantieri; per quanto riguardava le pubbliche amministrazioni, l’impegno ad applicare criteri che scongiurassero proprio gare pre - organizzate con il “metodo Corso”.

Il protocollo fu sottoscritto anche dalla Asl, dall’Autorità portuale, dalla Provincia, dai Comuni e da altri enti, proprio mentre le gare targate Vincenzo Corso - dicono gli inquirenti - imperversavano. Oggi la cronaca si occupa non solo dei fatti rilevati con l’indagine Virus, ma anche di almeno un paio di appalti dell’Autorità Portuale, di affidamenti effettuati dal Comune di Brindisi, solo per citarne alcuni e senza anticipare il futuro. Ciò vuol dire che i protocolli di legalità bilaterali tra la Prefettura di Brindisi e gli enti che li hanno sottoscritti sono rimasti solo una citazione nel testo dei bandi di gara, nella parte delle raccomandazioni finali. Ma poi, chi ha controllato?

Il problema cruciale è sempre questo. Con quali meriti di fanno le carriere apicali nella pubblica amministrazione da queste parti? Tenendo i conti in ordine? Rispettando la spending review? Oppure preoccupandosi anche della qualità dei servizi, dei reparti di un ospedale (per la qualità delle prestazioni e dell'assistenza), del controllo sulle gare e dei lavori eseguiti o della qualità delle forniture? E' una delle svolte radicali che la sanità pugliese non ha ancora compiuto.

 

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