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Clan Bruno, comincia l'appello per 18 tra affiliati, alleati e luogotenenti

TORRE S.SUSANNA - Il pubblico ministero Milto De Nozza chiede la condanna per associazione a delinquere di stampo mafioso, gli imputati, chiedono l’assoluzione dalla condanna a duecento anno di carcere inflitti in primo grado per associazione a delinquere finalizzata al traffico di armi e di stupefacenti. Fra i due teoremi in antitesi dovrà decidere la Corte d’appello di Lecce chiamata a giudicare i diciotto imputati finiti alla sbarra per effetto della operazione Canali, messa a segno nel marzo 2008 dai carabinieri del comando provinciale di Brindisi coordinati dal colonnello Gennaro Ventriglia.

TORRE S. SUSANNA - Il pubblico ministero Milto De Nozza chiede la condanna per associazione a delinquere di stampo mafioso, gli imputati, chiedono l’assoluzione dalla condanna a duecento anno di carcere inflitti dal gup in primo grado col rito abbreviato per associazione a delinquere finalizzata al traffico di armi e di stupefacenti. Fra i due teoremi in antitesi dovrà decidere la Corte d’appello di Lecce chiamata a giudicare i diciotto imputati finiti alla sbarra per effetto della operazione Canali, messa a segno nel marzo 2008 dai carabinieri del comando provinciale di Brindisi coordinati dal colonnello Gennaro Ventriglia.

E’ iniziato questa mattina il processo di secondo grado a carico dei presunti luogotenenti del clan capeggiato dai fratelli Bruno di Torre Santa Susanna, eredi del boss della Sacra corona unita Ciro Bruno, due volte ergastolano. Questa mattina, la corte presieduta dal giudice Andrea Tronci (Luzzara e Baffa a latere), ha sospeso la decorrenza dei termini di custodia cautelare per i detenuti, fintanto che il processo non giungerà a sentenza, decisione avallata dalla difesa ma anche dal procuratore generale Ferruccio De Salvatore.

In dodici dunque restano in carcere, per effetto del primo pronunciamento, che culminò esattamente in dodici condanne e sei assoluzioni, così articolate: Cosimo Ammaturo di Latiano residente a Torre Santa Susanna, 18 anni; Francesco Ammaturo alias “Tigre”, di Manduria residente a Torre, 18 anni e 8 mesi; Cosimo Bernardini di Mesagne residente a Torre, 18 anni; Vincenzo Bleve detto Nzino, nato a San Pietro Vernotico residente a Tuturano, 16 anni; Mario Cafueri di Tuturano, 16 anni e 8 mesi; Cosimo Carluccio detto Pacciani residente a Torre, 18 anni; Silvio Coccioli di Erchie, 16 anni e 8 mesi; Salvatore Diviggiano detto “Faccia Bruciata” di Torre ma domiciliato a Mesagne, 18 anni.

Poi ancora Andrea Fai di Tuturano, assolto perché il fatto non sussiste; Claudio Fai, di Tuturano, assolto perché il fatto non sussiste; Rosario Piccino detto “Saro” di Tuturano, 16 anni; Juri Rosafio di Tuturano, assolto perché il fatto non sussiste; Gianluca Saponaro di San Pietro Vernotico, assolto perché il fatto non sussiste; Vincenzo Schiavone, 31 anni, 16 anni e otto mesi; Salvatore Simmini, di Mesagne residente a Torre, 6 anni; Dario Totaro di Mesagne, 18 anni e 8 mesi; Daniele Vitale nato a San Pietro Vernotico e domiciliato a Tuturano, assolto perché il fatto non sussiste; Laura Vitale di Tuturano, assolta perché il fatto non sussiste.

L'altro ramo del processo Canali, quello al gruppo dei fedelissimi del reggente Andrea Bruno e allo stesso capo clan, è invece ancora nella fase del dibattimento ordinario di primo grado.

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