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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Colombi, nuova emergenza: ordinato un altro stock di pillole anticoncezionali

Come se non bastassero tutte le criticità, a Palazzo di città sono stati costretti a fare i conti di nuovo con l’emergenza colombi. Se è vero che vederli tubare per qualcuno è romantico, è altrettanto vero che la concentrazione di coppie aumenta il rischio di trasmissione di patologie. E allora il Comune è corso ai ripari ordinando e acquistando uno stock di pillole anticoncezionali

BRINDISI - Come se non bastassero tutte le criticità, a Palazzo di città sono stati costretti a fare i conti di nuovo con l’emergenza colombi. Se è vero che vederli tubare per qualcuno è romantico, è altrettanto vero che la concentrazione di coppie aumenta il rischio di trasmissione di patologie. E allora il Comune è corso ai ripari ordinando e acquistando uno stock di pillole anticoncezionali.

L’ultima spesa mensile è stata pari a 1.552 euro e 52 centesimi, iva compresa, stando all’importo dell’ultima fattura prevenuta al Comune: si riferisce all’acquisto del mangime chiamato Ovistop (prodotto dalla Acme srl di Cavriago, in provincia di Reggio Emilia) contenente il principio attivo Nicarbazina che non rende sterili i colombi in via definitiva tanto è vero che una volta sospesa la somministrazione, i colombi sono in grado di riassumere rapidamente le foro funzioni riproduttive.

La distribuzione avviene sotto forma di mais in granella, con una dose giornaliera di otto-dieci grammi pro capo da distribuire a terra per sei giorni alla settimana, fa eccezione la domenica, in quaranta punti ritenuti “critici” perché è stata registrata una presenza massiccia di colombi.
In elenco sono stati indicati: via Romolo, piazza Virgilio, piazza del Salento, viale Commenda in corrispondenza del mercato della frutta, via Santa Maria Ausiliatrice, via Sicilia, piazza Cappuccini, lo spiazzo alle spalle del carcere, viale Commenda nei pressi della biblioteca provinciale e ad angolo con via Tor Pisana in corrispondenza dell’ingresso della Cna, via Porta Lecce, l’interno della questura. 

E poi: il consorzio del porto, via Lata vicino alla chiesa di santa Lucia, piazza Cavalerio, viale Regina Margherita di fronte alla Capitaneria di porto, l’interno della Dogana, via San Francesco, via Congregazione, i cortili interni di Palazzo di città, piazza Vittoria, l’area nel Nuovo Teatro Verdi, via Duomo, piazza Santa Teresa, piazzale Lenio Flacco, Largo Guglielmo da Brindisi, la sede del vecchio centro anziani in via Provinciale per San Vito, i capannoni dell’ex comando della polizia municipale, la zona del monumento al Marinaio d’Italia, il piazzale del campo sportivo, via Benedetto Brin e l’area dell’ex Collegio Tommaseo, via della Torretta, piazza Botticelli, piazza Colletta, via Fogazzaro, l’ex macello comunale, via Belvedere, via Marconi, largo dei Venti.

Stando al calendario degli interventi, maggiore attenzione va rivolta ai mesi che vanno da aprile a ottobre, periodo ritenuto di maggior “picco riproduttivo”, complice il clima: né troppo caldo e né troppo freddo e i volatili si accoppiano e producono  - in media tre o quattro nuovi nati l’anno. Troppo.  Anche perché, a voler ragionare in termini di percentuali, i numeri indicano “un incremento della popolazione pari al 44 per cento in condizioni favorevoli”. I dati sono stati messi nero su bianco da una delle ultime relazioni del settore Ecologia e ambiente.

“L’abbondanza di risorse alimentari e di siti di riproduzione nel contesto rurale e urbano, ha permesso al colombo di diffondersi rapidamente”, si legge. Di conseguenza aumentano i rischi per la popolazione sotto tre profili. Innanzitutto quello “ambientale”, con “inquinamento da deiezioni, azioni deturpanti e corrosive nei confronti di edifici e monumenti di pregio storico e artistico, ostruzioni di grondaie, accumulo di piume, escreti, uova, carcasse in putrefazione nei siti di riproduzione e di rifugio.

In secondo luogo, a voler seguire l’ordine indicato nella delibera, c’è il “rischio ecologico”, “causato dal ricorso da parte del cittadino all’utilizzo di veleni molto pericolosi per la salute ambientale”. Infine “le sovrappopolazioni di colombi possono elevare il rischio sanitario in maniera diretta, costituendo essi stessi fonte di patologie e, indiretta, albergando oppure rischia manto altri animali vettori di parassiti. La maggior parte degli inconvenienti è attribuita all’eccessiva concentrazione in aree edificate dove le popolazioni nidificano o sostano in abbondanza”, si legge ancora.
Al Comune, quindi, nell’elenco dei problemi da risolvere è stato inserito anche questo. L’argomento è stato trattato sotto la voce “interventi atti al contenimento delle nascite dei colombi in ambito urbano, attraverso la somministrazione di esche antifecondative”. 

Già nel 2009 e nel 2010, il Comune di Brindisi ha effettuato “interventi atti al contenimento delle popolazioni dei colombi in ambito urbano attraverso il controllo farmacologico della riproduzione a mezzo di somministrazione di un farmaco antifecondativo a base del principio attivo Nicarbazina” avendo come esempio quanto fatto a Firenze. 

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