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Cronaca

Colpì e bruciò nel letto il rivale invalido: condannato a 20 anni

FRANCAVILLA FONTANA - Non fu un dramma della solitudine, ma un assassinio. Il 60enne di Francavilla Fontana Donato Andrisani morì per mano del presunto killer 46enne Antonio Padula, anche lui di Francavilla. L’anziana vittima, trovata morta carbonizzata nel suo letto, qualche giorno prima di Natale dello scorso anno, fu uccisa per gelosia. L’assassino, condannato a vent’anni dalla corte d’assise presieduta dal giudice Eva Toscani, chiamata a giudicare con il rito abbreviato, ha riconosciuto nel delitto un gesto d’impeto ma ha condannato l’omicida reo-confesso anche per le aggravanti della crudeltà e dei futili motivi. Non solo l’anziano signore, disabile assistito dal Comune di Francavilla Fontana, fu percosso con un oggetto acuminato e poi soffocato con una busta di plastica, fu anche arso vivo.

FRANCAVILLA FONTANA - Non fu un dramma della solitudine, ma un assassinio. Il 60enne di Francavilla Fontana Donato Andrisani morì per mano del presunto killer 46enne Antonio Padula, anche lui di Francavilla. L’anziana vittima, trovata morta carbonizzata nel suo letto, qualche giorno prima di Natale dello scorso anno, fu uccisa per gelosia. L’assassino, condannato a vent’anni dal giudice dell'udienza preliminare Eva Toscano, chiamata a decidere con il rito abbreviato, ha riconosciuto nel delitto un gesto d’impeto ma ha condannato l’omicida reo-confesso anche per le aggravanti della crudeltà e dei futili motivi. Non solo l’anziano signore, disabile assistito dal Comune di Francavilla Fontana, fu percosso con un oggetto acuminato e poi soffocato con una busta di plastica, fu anche arso vivo.

La gente di corso Umberto I si è svegliò quel lunedì mattina, il 22 dicembre dello scorso anno, per il fumo denso. Veniva da casa della vittima, al civico 21 di via Chirulli, a un passo dal corso e dal municipio. Sulle prime si pensò a un dramma della solitudine, a un incendio divampato accidentalmente per il guasto di una stufetta elettrica, o qualcosa di simile, che la combustione si fosse generata da una cicca fra le mani dell' anziano addormentato. L’anziano signore, separato da tempo dalla moglie che portava il suo stesso cognome, viveva in solitudine pressoché totale.

Quando i carabinieri al comando del capitano Fabio Guglielmone entrarono nell' appartamento del centro storico, trovarono il corpo della vittima semicarbonizzato. In fiamme anche l' arredamento. La prima ispezione del medico legale scovò tracce di plastica intorno al volto e si scatenò la caccia all' assassino. Gli investigatori rovistarono nella vita dell' uomo, scoprendo una relazione prezzolata con una 25enne, amante a sua volta del presunto killer. La ragazza confessò la doppia relazione negli uffici della procura brindisina. Le prime ricerche andarono a vuoto, Padula era in fuga. L' uomo, volto noto alle forze dell' ordine, era un tossicomane senza fissa dimora.

La latitanza ebbe presto fine. Il 46enne fu trovato nei pressi della stazione ferroviaria la sera stessa del delitto. Confessò subito di aver ucciso l' anziano avvolgendogli il volto con una busta di plastica, di aver avvolto il corpo con delle coperte appiccando il fuoco. Confessato anche avere perso la testa, non sopportando il fatto che la sua donna, vent' anni più giovane di lui, si vendesse alla vittima. Di aver voluto porre fine al tormento ammazzando il rivale. La confessione fu confermata dalle intercettazioni ambientali captate nella caserma di Francavilla. I due ex amanti furono lasciati soli e lui, in lacrime, confessò d’averlo fatto solo per lei. Confessione ribadita ieri mattina in aula, prima della sentenza, dopo aver chiesto perdono ai parenti della vittima.

Nel procedimento si sono costituiti parte civile il figlio della vittima Sergio Andrisani, la ex moglie Angela Andrisani, rappresentati dall’avvocato Pasquale Fistetti. L’imputato, detenuto a Foggia, è difeso dall’Angela De Cristofaro.

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