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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Ostuni

Coltello e minacce al bar: 2 anni e mezzo

OSTUNI - Un coltello per terrorizzare gli avventori e il titolare di un locale della movida ostunese, nel cuore del centro storico. Minacce senza motivo apparente al titolare del baretto, Franco Prezioso, costate oggi la condanna a due anni e sei mesi di reclusione a Giuseppe Carlucci.

OSTUNI - Un coltello per terrorizzare gli avventori e il titolare di un locale della movida ostunese, nel cuore del centro storico. Minacce senza motivo apparente al titolare del baretto, Franco Prezioso, costate oggi la condanna a due anni e sei mesi di reclusione (tanto aveva chiesto anche il pm Milto Stefano De Nozza) inflitta dal Tribunale di Brindisi (Giuseppe Biondi, Luca Scuzzarella e Stefania De Angelis) a Giuseppe Carlucci (difeso dall’avv. Aldo Gianfreda) che una sera d’ottobre, nel 2011, fece diffondere il panico nella stradina del centro storico non molto lontano da piazza della Libertà in cui si erano ritrovati un po’ di giovanotti.

Anche Prezioso (difeso da Guglielmo Cavallo) era imputato, per favoreggiamento, ed è stato assolto così come richiesto dal pm. Estranei a ogni contestazione, circostanza condivisa da accusa e collegio, anche i due presunti fiancheggiatori di Carlucci, Marino Minna (difeso da Angelo Santoro) e Lorenzo Andriola (difeso da Aldo Gianfreda).

I fatti si verificarono attorno all’una e quaranta della notte. Era inverno ma il locale è sempre frequentato anche solo per un drink prima di rincasare. Il jolly è lo storico gestore, vittima per ragioni mai accertate, di una insolita overdose di paura. Franco, lo conoscono un po’ tutti per nome gli avventori abituali, fu il bersaglio di un atteggiamento violento da parte di Carlucci. Ai tavolini, nella saletta ricavata in una delle case bianche del centro storico ostunese, c’era anche un giovane poliziotto fuori dal servizio che chiamò le forze dell’ordine.

L’aggressore aveva dato di matto. Se la prendeva con il proprietario, poi con altri giovani presenti. A uno chiese una sigaretta, poi gli puntò il coltello graffiandogli il volto. L’incubo finì con l’arrivo della polizia che condusse negli uffici del commissariato lo scalmanato insieme ai suoi due amici, tutti indagati e poi finiti a processo. Anche Franco Prezioso, da vittima, finì nel registro degli indagati, perché, a quanto pare, il suo non fu un atteggiamento collaborativo.

La verità processuale, terminato il dibattimento, non è del tutto conforme alle risultanze dell’indagine. Ma la condanna, Carlucci, non ha potuto evitarla: 2 anni e 6 mesi di reclusione. A prescindere dai “non ricordo” dei testimoni e dalla versione dei fatti un po’ più edulcorata fornita oggi, rispondendo alle domande del pm e dei difensori.

 

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