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Commento/ Del Nobile-Ligorio, primo e unico capitolo? Oppure solo l'inizio

La storia scritta della gestione dell'Autorità Portuale di Brindisi a cavallo tra primo e secondo decennio di questo secolo esiste, e si trova nei verbali delle sedute di Comitato Portuale. Se parte di questa storia si sia svolta, poi, al di là del confine tra lecito e illecito, si comincia ad appurarlo solo oggi con questo primo risultato delle indagini

BRINDISI – La storia scritta della gestione dell’Autorità Portuale di Brindisi a cavallo tra primo e secondo decennio di questo secolo esiste, e si trova nei verbali delle sedute di Comitato Portuale. Se parte di questa storia si sia svolta, poi, al di là del confine tra lecito e illecito, si comincia ad appurarlo solo oggi con questo primo risultato delle indagini condotte dalla Guardia di Finanza e dalla procura della Repubblica, che vedono indagati per peculato e truffa la massima carica della struttura dirigenziale, il segretario generale pro tempore Nicola Del Nobile, arrivato da Carrara e tornato a Carrara dopo il lungo intermezzo brindisino, e la più potente dei funzionari, la dirigente dei servizi finanziari e contabili dell’ente Vittoria Ligorio.

Che tutto il problema sia circoscritto al solo “teorema Del Nobile-Ligorio” il pm non lo dice, naturalmente, anche perché gli inquirenti hanno altri fascicoli aperti sull’Authority. E risulta anche difficile credere che negli uffici della ex stazione marittima – già toccati in passato da altre indagini (ricordiamo quella sulle autorizzazioni al progetto del rigassificatore British Gas), Nicola Del Nobile e Vittoria Ligorio regnassero da sovrani incontrastati.

Il grande portico sul porto della ex Stazione MarittimaNoi sappiamo che il magistrato inquirente ha ascoltato l’ex presidente dell’Authority, Giuseppe Giurgola, che perciò– ipotesi legata alla contestazione del reato di truffa – dovrebbe essersi presentato al pm come parte inconsapevole, e quindi lesa, dai meccanismi delle premialità gestiti dal segretario generale e dalla dirigente dei servizi amministrativi. Non sappiamo se lo stesso pm e gli investigatori della polizia tributaria abbiano sentito anche il Del Nobile e la Ligorio. Ma sarà interessante verificare, in chiusura delle indagini e prima di un eventuale rinvio a giudizio, in che modo spiegheranno i fatti gli indagati nelle loro memorie difensive, se decideranno assieme ai loro difensori di presentarle entro i canonici venti giorni concessi dalla legge.

Questa parte della storia non scritta dell’Autorità Portuale di Brindisi potrebbe avere un solo capitolo, quello con i due indagati Nicola Del Nobile e Vittoria Ligorio, che rischiano di pagare con una condanna e con un salato risarcimento l’operazione che è servita a conferire loro le premialità contestate, ma in fondo anche il costo morale di una sistema più vasto di riconoscimenti finanziari all’intero personale, contestato come scriviamo in altro articolo varie volte da un vasto settore del Comitato portuale. Oppure potrebbe averne anche altri: tutto dipende da ciò che diranno e da come si difenderanno le persone al centro di questa indagine.

Sono loro due che possono, oltre che confutare gli addebiti, compiere la scelta di illustrare l’intero sistema degli impieghi delle risorse finanziarie dell’Autorità Portuale non solo in premialità, ma anche in progettazioni (spesso rivelatesi costose ma inutili stando alla storia scritta nei verbali del Comitato portuale), contratti a tempo determinato e indeterminato, consulenze. Loro che, da quanto abbiamo capito dell’inchiesta, sono indagati per aver approfittato anche della buona fede del loro presidente dell’epoca, il quale evidentemente così ha spiegato la situazione. Loro che probabilmente riceveranno prima o poi anche notizie dalla Corte dei Conti, alla cui procura quella di Brindisi probabilmente avrà già trasmesso gli atti della relazione della Guardia di Finanza.

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