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Cronaca

Compressore ancora in blocco, altra sfiammata dalla torcia Versalis

Ennesimo blocco del compressore, ennesima sfiammata della torcia di Eni Versalis: almeno la terza dall’inizio del mese di novembre. L’accensione si è verificata intorno alle ore 15 di oggi (24 novembre). L’azienda ha subito messo al corrente dell’accaduto gli enti preposti, fra cui l’amministrazione comunale, la protezione civile, l’Arpa e i vigili del fuoco

BRINDISI – Ennesimo blocco del compressore, ennesima sfiammata della torcia di Eni Versalis: almeno la terza dall’inizio del mese di novembre. L’accensione si è verificata intorno alle ore 15 di oggi (24 novembre). L’azienda ha subito messo al corrente dell’accaduto gli enti preposti, fra cui l’amministrazione comunale, la protezione civile, l’Arpa e i vigili del fuoco. All’inizio il fumo che fuoriusciva dalla torcia, al quale (come si vede nel video e nella foto a corredo dell'articolo) si è sovrapposta la scia nera di uno stormo di uccelli, era visibile nel raggio di chilometri. Con il passare dei minuti, l’intensità della sfiammata è andando gradualmente attenuandosi.Sfiammata torcia Versalis-4

Ma resta il fatto che ancora non si risolvono le problematiche per cui il compressore dell’impianto di cracking si blocca così di frequente. La questione era stata al centro di un incontro fra la conferenza dei capigruppo del consiglio comunale di Brindisi e il direttore regionale dell’Arpa, Giorgio Assennato, affiancato dalla responsabile provinciale dell’Agenzia, Annamaria D’Agnano (La foto a destra è di Alessandro Colavito).

VIDEO

In quella circostanza, al termine di un confronto di oltre due ore, si convenne sull’opportunità di nominare un consulente legale competente in materia ambientale.  L’argomento, stando sempre ai proposito manifestati dai capigruppo, dovrebbe essere affrontato in un prossimo consiglio monotematico. La data della seduta è ancora da stabilire. Ma non è da escludere che dopo l’episodio odierno, si possano accelerare i tempi.

IMG_3524-3Anche 2015, nonostante i lavori di manutenzione straordinaria ai quali l’impianto è stato sottoposto fra i mesi di aprile e luglio, il fenomeno ha continuato a destare inquietudine fra i brindisini (la foto a destra è stata scattata dalla località marina di Torre San Gennaro).  

IL DIRETTORE DI ARPA PUGLIA, GIORGIO ASSENNATO: "NESSUNO SFORAMENTO, MA E' UNA SITUAZIONE INACCETTABILE"

La sfiammata è stata peggiore di quella dell'ultima volta, hanno riferito i tecnici del Dap Arpa di Brindisi al direttore di Arpa Puglia, Giorgio Assennato. Arpa ha ricevuto una telefonata alle 15.49 dal direttore dello stabilimento, ingegnere Elio Russo. I rilevamenti delle centraline non hanno segnalato concentrazioni di inquinanti oltre i limiti, dice Assennato, ma della situazione dice che è "inaccettabile, intollerabile: non si può andare avanti così anche per l'immagine della città. I turisti vedono sempre queste torce accese".

BRINDISI BENE COMUNE CHIEDE UN'ORDINANZA DI FERMO DELL'IMPIANTO

A detta del capogruppo di Brindisi bene comune, Riccardo Rossi, "E’ evidente che la situazione all’interno del petrolchimico ha superato ogni livello di guardia. Gli impianti, come ripetiamo inascoltati da mesi, presentano carenze che portano le torce continuamente a sfiammare. Tutto ciò non può essere più sopportato da questa città". "Ci chiediamo - prosegue Rossi in una nota stampa - se dobbiamo, ogni volta che le torce sfiammano,  sperare che il vento spiri verso mare allontanando gli inquinanti cancerogeni come IPA e Benzene dalla città. "Chiediamo quindi al sindaco Consales - conclude Rossi - di emettere, a tutela della salute pubblica, immediatamente un’ordinanza di fermo impianti . Occorre verificare lo stato degli impianti e la loro correlazione con  le continue sfiammate della torcia".

Foto sfiammata Movimento 5 stelle di Cellino San Marco-2INTANTO AL PETROLCHIMICO ADESIONE DELL'80 PER CENTO ALLO SCIOPERO CONTRO LA VENDITA DI VERSALIS, MA ACCUSE AD AMBIENTALISTI E ISTITUZIONI

Intanto oggi si è svolto anche lo sciopero generale dei lavoratori del gruppo Eni (Versalis, Syndial, Eni Corporate, Enipower e Brindisi Servizi Generali), legato all’annunciata vendita della maggioranza delle quote di Versalis sul mercato internazionale. A Brindisi, dicono i sindacati l’adesione è stata dell’80 per cento. Nella stessa nota sullo sciopero però Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil, puntano l’indice contro le accuse di inquinamento ambientale che arrivano dall’esterno, e il riferimento alle reazioni per le ripetute accensioni della torcia dell’impianto di cracking è evidente.

Se tale atteggiamento di contrapposizione alle ragioni della città sia utile alla causa della difesa dei posti di lavoro lo dirà la storia. “Per quanto riguarda Brindisi, l’assemblea ha ribadito che il nostro territorio non può più permettersi di subire decisioni Eni, supportate dal governo nazionale, che hanno già determinato chiusure, con pesanti conseguenze in termini sociali, di economia locale ed occupazionali. Troppo fresche le ferite ancora aperte inferte da Eni con le cessioni a Evc e Dow (che poi hanno abbandonato Brindisi e dipendenti, ndr)delle divisioni poliuretani e cloro”. Dice la nota sullo sciopero. (La foto a destra è dei M5S di Cellino San Marco)

“Specialmente in questo periodo storico dove il nostro stabilimento petrolchimico subisce fortissime pressioni quasi totalmente strumentali, a cui vengono addebitati tutti, o quasi, i danni ambientali subiti dal territorio, dove esimi esponenti istituzionali e politici annunciano interventi drastici ed eclatanti. Ragione per cui inevitabilmente è emersa una maggiore preoccupazione sulla tenuta produttiva ed occupazionale non solo dei dipendenti diretti Eni, bensì di tutto il polo chimico, dell’appalto e dell’indotto ad esso collegato, che di certo dal punto di vista sociale avrebbe un impatto devastante”, è la posizione di difesa paradossalmente estesa ad Eni dai sindacati.

Lo sciopero si è svolto con “il blocco completo di tutte le attività comprese l’ingresso e le uscita dei mezzi e la gestione della marcia degli impianti secondo le modalità previste dal contratto collettivo nazionale di lavoro e concordate con la Rsu. All’assemblea erano presenti i tre segretari generali della Femca Cisl, Emiliano Giannoccaro, Filctem Cgil, Salvatore Viva e Uiltec Uil, Carlo Perrucci, oltre ai segretari generali della Cisal e Ugl Chimici, Massimo Pagliara e Ilario D’amato, ed in rappresentanza delle tre segreterie nazionali Vincenzo Cesare della Uiltec Uil”.

Nel corso dell’assemblea è stato evidenziato come “’obiettivo dell’Eni è ormai quello di concentrare le proprie attività soltanto sull’esplorazione e l’estrazione di gas e petrolio riducendo a queste attività, peraltro sostanzialmente svolte fuori dall’Italia, il modello di impresa integrata storicamente fondato sull’insieme della filiera, dalla esplorazione alla vendita di idrocarburi, passando per la raffinazione e la chimica di base, quale Eni negli anni è divenuta”.

Il petrolchimico di Brindisi-3Ciò significa, secondo i sindacati, “che tutte le attività che non rientrano nel perimetro indicato  dall’amministratore delegato ai segretari generali nazionali di categoria lo scorso 30 ottobre, permarranno solo transitoriamente all’interno dell’Eni, che partendo da Saipem e Versalis, comporterà inevitabilmente un ulteriore, radicale disimpegno dell’Eni dall’Italia. L’Italia pertanto rischia di vedere scomparire, nell’immediato, un settore fondamentale come la chimica di base, che sorregge il sistema industriale del Paese ed assisterà, questo è lecito aspettarsi, ad un progressivo ed irreversibile calo di investimenti e capacità competitiva a danno dei settori ad essa collegati e quindi dell’intero sistema industriale italiano.

Per dare al territorio il senso della “drammaticità che tale decisione Eni potrà determinare, che attraverso il coinvolgimento delle segreterie confederali attiverà tutte le azioni di sensibilizzazione dei livelli istituzionali, politico e sociale locale, provinciale e regionale a sostegno della richiesta al governo di rivedere le scelte strategiche di Eni. Si chiede ad Eni – dicono ancora i sindacati - di non disimpegnarsi dal Paese, di confermare gli investimenti previsti in Italia, dal piano industriale 2012-2018 e di favorire, anche con il proprio impegno, al rilancio dell’industria italiana”.

Il programma di lavoro a Brindisi prevede la convocazione di un incontro con i diversi livelli istituzionali, Comune, Provincia e Regione e con i parlamentari della provincia, “per giungere a rappresentare una qualificata partecipazione, fatta non solo da lavoratori e organizzazioni sindacali, all’assemblea nazionale indetta a Roma per il 5 dicembre 2015, alla presenza dei segretari generali confederali nazionali e i capigruppo parlamentari per continuare con convinzione l’opera dissuasione nei confronti di Eni”.

SULLE ACCENSIONI DELLA TORCIA RICHIESTA DI INCONTRO URGENTE DEI SINDACATI ALLA DIREZIONE AZIENDALE

Ma alla fine, temendo l’adozione di interventi interdittivi da parte della magistratura, Femca-Cisl, Filcem-Cgil, Uiltec-Uil, Ugl Chimici e Cisal di Brindisi hanno chiesto un incontro urgente alla direzione di Eni versalis Brindisi, “fortemente preoccupate per la tenuta industriale dello stabilimento di Brindisi, in conseguenza oltre che delle scelte strategiche di Eni, soprattutto dai continui disservizi operativi dell’impianto di cracking, recentemente ricondizionato da una fermata generale, che mettono in evidenza negativa l’intero polo petrolchimico, a causa dell’accensione della torcia di emergenza”, per chiarire tecnicamente quali siano le eventuali inefficienze tecniche oppure operative che causano le stesse accensioni.

“Alla luce di quanta attenzione mediatica viene rivolta negativamente ogni qualvolta accadono simili episodi, seppur non supportati da elementi oggettivi piuttosto che analitici, onde evitare che interventi prescrittivi possano determinare decisioni drastiche di fermata delle produzioni, che non possiamo assolutamente permetterci” per i sindacati è ora di affrontare  pubblicamente quanto accade, “senza trincerarsi dietro la corretta applicazione delle procedure di denuncia e verifica degli eventi, ma soprattutto dando evidenza oltre di quanto viene fatto puntualmente anche di quali sono gli interventi pianificati”.

LA NOTA DI VERSALIS

In serata, attraverso una nota invita alle agenzie di stampa, Versalis ha confermato che alle ore 15 “si è verificato un blocco temporaneo dell'impianto di cracking dello stabilimento di Brindisi dovuto alla fermata del compressore del gas di processo, a seguito di un malfunzionamento di un interruttore elettrico a 13KV attraverso il quale si alimenta il relativo azionamento elettrico”. 

“Come previsto dalle procedure di sicurezza – fa sapere la società - l'evento ha innescato l'attivazione automatica del sistema di torcia smokeless”. “Versalis – si legge ancora nel comunicato rilanciato dalle agenzie - ha tempestivamente informato le autorità preposte. Le procedure per ristabilire la normale operatività dell'impianto sono state avviate immediatamente e il disservizio è stato risolto grazie alla rapida sostituzione dell'interruttore”.

“Effettuati i necessari controlli – si legge ancora nella nota - l'esito positivo ha consentito il riavvio del motore elettrico del compressore. Attualmente sono in corso le operazioni per il ripristino della produzione dell'impianto di cracking. Versalis ribadisce che lo stabilimento ha sempre operato in condizioni di completa sicurezza e che l'evento non ha comportato pericoli per le persone o impatti sull'ambiente”.
 

Articolo aggiornato alle 20.55

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