rotate-mobile
Cronaca Fasano

Comune vince causa da 2 milioni con Enel

FASANO - Enel Spa ed Enel Sole Spa sono state condannate dal Tribunale di Brindisi a rimborsare al Comune di Fasano due milioni e 7.528,80 euro (di cui 1.716.540 di capitale e 290.888,80 euro per interessi maturati dal 2005), per manutenzioni solo parziali o inesistenti alla rete.

FASANO - Enel Spa ed Enel Sole Spa sono state condannate dal Tribunale di Brindisi (sezione distaccata di Fasano) a rimborsare al Comune di Fasano due milioni e 7.528,80 euro (di cui 1.716.540 di capitale e 290.888,80 euro per interessi maturati dal 2005, ossia dall’inizio dell’azione giudiziaria intrapresa dal Comune). La condanna al rimborso è stata stabilita dal Tribunale di Brindisi, con sentenza depositata il 5 aprile scorso, definitiva del giudizio promosso dal Comune di Fasano otto anni fa tramite il capo dell’avvocatura comunale Ottavio Carparelli.

Nel 2003 la dirigente dei Servizi finanziari del Comune di Fasano (all’epoca Anna Carmen Picoco, attuale dirigente dei Servizi finanziari della Provincia di Brindisi), nell’esaminare attentamente le fatture emesse da Enel Spa nei confronti del Comune di Fasano,  si accorgeva che, in forza di quanto previsto da alcune convenzioni stipulate negli anni '80, nelle medesime fatture era sistematicamente contemplata, a carico dell’Ente locale, una voce, “manutenzione rete”, che incideva sull’importo complessivo di ogni singola fattura, mensilmente, per un importo di complessivi 27.000.000 delle vecchie lire (circa 14mila euro).

In considerazione del non trasdcurabile importo mensile richiesto da Enel Spa, la dirigente disponeva i tempestivi ed opportuni accertamenti, sia tramite l’Ufficio tecnico, che attraverso la Polizia municipale, per verificare se la società elettrica svolgesse effettivamente attività manutentiva (sostituzione corpi illuminanti, tiranti, lampade, ecc.) su tutti gli impianti di pubblica illuminazione esistenti nell’intero territorio comunale (Fasano centro e frazioni). Da tali accertamenti emergeva che, in realtà, l’attività manutentiva secondo il Comune non era stata svolta, o, in alcuni casi, soltanto parzialmente svolta.

Da quel momento in poi veniva avviata una  formale corrispondenza fra Comune ed Enel con la quale l’ente locale inoltrava richiesta di restituzione delle somme pagate, a suo avviso senza giustificazione.  Ci furono vari incontri tra dirigenti Enel e rappresentanti dell’amministrazione comunale fasanese finalizzati anche a valutare ipotesi di accordi bonari; tuttavia, tali incontri non avevano esito, in ragione della modesta entità delle somme offerte, volta per volta, da Enel.

A quel punto, iol Comune di Fasano (il sindaco protempore era Donato De Carolis), con provvedimento di giunta, confermato dalle successive amministrazioni (sindaci Ammirabile e Di Bari), incaricavano una società specializzata nel settore di effettuare ulteriori accertamenti sull’effettivo svolgimento o meno dell’attività di manutenzione degli impianti di pubblica illuminazione  da parte di Enel Spa, e anche da tali accertamenti risultava che l’attività manutentiva, nel decennio dal 1990 al 2000, non era stata effettuata, ovvero era stata solo parzialmente effettuata, e che, conseguentemente, il Comune di Fasano aveva corrisposto a Enel Spa e, in parte, successivamente a Enel Sole Spa, una somma più o meno pari a 1,8 milioni di euro.

Dopo ben  sette atti di diffida rimasti senza riscontro da parte di Enel Spa, il capo dell’avvocatura comunale Ottavio Carparelli, nel 2005, su espresso incarico conferitogli dall’allora sindaco Vito Ammirabile,  confermato dalle amministrazioni successive, dava inizio all’azione giudiziaria. Nel corso della causa sono state depositate, in ben sei faldoni, tutte le fatture emesse da Enel nei confronti del Comune di Fasano nel decennio 1990-2000, contenenti la voce “manutenzione rete”.

Inoltre, sono stati sentiti dal magistrato più di dieci testimoni, tra cui dirigenti e  tecnici comunali, titolari delle imprese che hanno effettuato lavori di manutenzione sugli impianti di pubblica illuminazione quali aggiudicatarie di gare di appalto, nonché  diversi vigili urbani che, non solo sono intervenuti nei diversi casi di cattivo funzionamento degli impianti di pubblica illuminazione, di blackout, e di incendi di cabine elettriche, ma che hanno anche potuto verificare, in sede di ripetuti sopralluoghi, che, ad esempio, alcune lampade non funzionanti, non risultavano sostituite da “Enel” nemmeno a mesi di distanza.

"La sentenza è, di fatto, il frutto di un gioco di squadra della struttura comunale succedutasi negli anni che dimostra di saper lavorare bene e di produrre risultati importanti. Ma sono anche soddisfatto del lavoro del giudice che ha riconosciuto il danno patito dal Comune", ha detto il sindaco lello Di Bari.

 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Comune vince causa da 2 milioni con Enel

BrindisiReport è in caricamento