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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

“Con gli operai, ma chiudiamo Edipower”

BRINDISI – Riceviamo dal movimento No al Carbone, e pubblichiamo, un documento di solidarietà ai lavoratori Sogesa, in cui tuttavia si sottolinea come Brindisi non possa accettare più alcun ricatto occupazionale.

BRINDISI – Riceviamo dal movimento No al Carbone, e pubblichiamo, un documento di solidarietà ai lavoratori Sogesa, in cui tuttavia si sottolinea come Brindisi non possa accettare più alcun ricatto occupazionale, e come si debba puntare invece su altre soluzioni di sviluppo. La questione Edipower va risolta con la chiusura della centrale di Brindisi Nord e il trasferimento a Enel Cerano dei dipendenti dell’impianto.

“La vicenda degli operai Sogesa, che da giorni occupano il nastro trasportatore della centrale Edipower, è nient’altro che l’epilogo di un film del quale conoscevamo da tempo trama, protagonisti e finale. Oggi la città sta vivendo la drammaticità della condizione di questi operai ma vogliamo essere onesti fino in fondo e non possiamo  esimerci dal sottolineare anni di atteggiamento immiserito rispetto a questi temi da parte della politica e di pezzi del sindacato.

Non possiamo non criticare anni di scelte non solo inconcludenti ma anche pericolose per la città e i lavoratori e per farlo dobbiamo usare parole precise: ricatto occupazionale. Ed ancora oggi mentre la situazione si fa più drammatica e reclama una svolta qualcuno pensa di poter perseverare su questa strada piena di sofferenze e sangue.

E’ evidente che questo territorio non può sopportare ulteriori ricatti da parte di chi pensa di poter fare profitto sulla salute e sulla vita di cittadini e lavoratori. Occorre chiudere, ed anche subito, la partita con A2A: quella centrale obsoleta va chiusa, così come era già stato detto nel  lontano 1996, messo nero su bianco e mai realizzato.

Per noi occorre, senza vuoti giri di parole ed inutili attese di piani industriali, aprire un tavolo di crisi con governo e società Edipower, A2A ed Enel: quella centrale va chiusa e i lavoratori, come previsto dalle convenzioni del 1996, assorbiti da Enel nell’impianto di Cerano ed in parte coinvolti nel processo di smantellamento e bonifica del sito.

Ai lavoratori in lotta in questa giorni va ovviamente tutta la nostra solidarietà ed è nostro dovere abbracciare la loro vertenza e lo facciamo chiedendo loro di iniziare con noi un percorso che possa coinvolgere tutto il territorio (cittadini e lavoratori) verso un nuovo modello di sviluppo, verso un’altra idea di città : siamo stati per anni schiavi delle necessità ora riprendiamoci la nostra libertà”.

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